IMPORTANTIMobilitàTrasporto Ferroviario e Servizi

Alcune riflessioni rispetto alle mire espansionistiche del gruppo FS.

Lo shopping ferroviario, sembra sia frutto di una visione globale, dove al centro viene messa la mobilità delle persone e l’integrazione dei vettori di trasporto, in particolare il treno e l’autobus. Una visione ampia, dove sembra che al centro di tutto ci siano i cittadini e i viaggiatori in un bacino di mobilità quale è l’Europa, vista come un grande mercato globale dove uno può muoversi come meglio crede, dove trova risposte alla crescente domanda di mobilità, attraverso appunto l’integrazione fra vettori, soddisfacendo così il concetto “un cittadino esce di casa e si trova direttamente alla destinazione finale”.

Intanto se prendiamo a riferimento appunto l’Europa, ci accorgiamo che da Stato a Stato cambia il modo di concepire il trasporto pubblico; ognuno ha proprie leggi nazionali e talvolta regionali, che in alcuni casi favoriscono le imprese locali di riferimento, mettendo in crisi proprio il concetto di mobilita globale e la concorrenza di imprese straniere. Prendendo alcuni dati del Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, vediamo che nel 2008 le Fs hanno trasportato circa 46 mld di passeggeri Km e nel 2014 circa 38; sul trasporto merci sono scesi da circa 21 mld di tonnellate km a 11,5. E’ necessaria un’attenzione e concentrazione nonché uno sforzo per rilanciare il servizio, prima di tutto nel nostro Paese a partire dal TPL, e poi nel comparto merci, con investimenti, qualità, puntualità e non per ultimo la sicurezza.

La questione che invece ci interessa più da vicino è il fatto che, oggi sembra si spendono denari pubblici per comprare pezzi di ferrovia, aziende di TPL, un po’ qua e un po’ la, senza una logica apparentemente remunerativa per il Paese e per l’occupazione in Italia.

In sintesi, le scelte del Gruppo FS, di acquisire un pezzo delle ferrovie inglesi (circa 80 milioni di euro), le ferrovie greche (circa 45 milioni di euro), il 33% della società Ferroviaria Thello di proprietà di Trasved, la società Tedesca del TPL Nitinera, e oggi il 100% della  società olandese Qbuzz, scelte delle quali non riusciamo neanche completamente a conoscere i milioni di euro pubblici sborsati, ci sembrano operazioni che non portano alcun beneficio e soprattutto non creano occupazione nel nostro Paese né portano vantaggi in termini di minor costo ai passeggeri e minori imposte per i cittadini italiani.

Una situazione assolutamente difficile da capire, anche perché si intreccia con la strategia di spacchettare/privatizzare il gruppo FS e quotare in borsa alcuni segmenti renumerativi (vedi il traffico lunga percorrenza AV). Una operazione ingiustificabile; fino ad oggi si è sempre utilizzata la leva dello spreco, dell’inefficienza delle aziende pubbliche. Oggi invece, siamo in presenza di un’azienda sana ed efficiente, che rende un servizio apprezzato dai cittadini e che produce utili (vedi i 300 milioni di utile sul bilancio resi al Tesoro). Quindi perché la vogliamo privatizzare e distruggere?

Non è vera neanche l’idea che, ad aumentare la concorrenza attraverso le gare, si rende un servizio ai cittadini; molto spesso le aziende che vedono soccombere la propria offerta, ricorrono sempre al Tar, poi al Consiglio di Stato e poi alla Corte Europea; nel frattempo passano molti anni senza individuare un vincitore, con i lavoratori che diventano sempre più precari senza certezze né futuro e il servizio sempre meno efficace ed efficiente per i cittadini.  Quindi qual è il vantaggio tanto decantato per il Paese?

Crediamo sia necessaria una attenzione non solo del Governo e del Parlamento, ma anche della Corte dei Conti, affinché mettano un occhio su quello che sta succedendo nelle FS per verificarne le azioni rispetto alle necessità reali del Paese. Noi pensiamo che le risorse debbano, prima di tutto, essere investite in Italia, per ammodernare e sviluppare le infrastrutture e i mezzi di trasporto, ma soprattutto perché rappresentano una grande opportunità di lavoro e occupazione per tanti ragazzi e ragazze italiani. Intervenire subito per verificare tutti i processi e bloccare  quello della privatizzazione. I lavoratori sono contrari e tenuti allo scuro, i cittadini e la società civile sono contrari alla svendita/privatizzazione delle FS con il rischio di creare vantaggi per pochi, costi e debiti alla collettività.

27 luglio 2017

Stefano Boni segretario generale fit cisl Toscana

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