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COMUNICATO STAMPA Chiusura scali merci ferroviari in Toscana ed esuberi reali di personale


Rispetto dell’ambiente, lotta agli sprechi, riduzione dei costi sociali, trasporti sostenibili, lotta alla disoccupazione, rispetto dei diritti; tutte belle parole ma vuote di significato per le Ferrovie in Italia e soprattutto in Toscana.E’ notizia di questi giorni che dal 1 aprile 2010 la società Trenitalia-Cargocambia l’offerta di trasporto a livello nazionale e territoriale: niente più carri né ferrocisterne singole perché troppo costose ed ingombranti. Insomma non verrà più effettuato il traffico diffuso, che rappresenta solo il 20% del trasporto totale, ma gli sforzi organizzativi si concentreranno solo nella formazione/effettuazione di treni completi. La conseguenza immediata è che le industrie manifatturiere e chimiche affideranno il loro trasporto alla strada, aumentando così il numero di tir e camion in circolazione carichi anche di merci pericolose e nocive; le strade toscane saranno percorse da migliaia di camion. Un primo segnale negativo di questa decisione e la conseguente chiusura della piattaforma logistica di Trenitalia-Cargo di Pisa San Rossore: la Società Toscana Pallet, non potrà più far arrivare dalla Germania, i circa 80 carri al mese di semi lavorati in legno, con aumento di costi produttivi, che passeranno dagli attuali 2,00 euro circa, ai 6/7 euro al metro cubo, senza contare i costi di inquinamento per il Paese. Conseguentemente a queste decisioni il Gruppo F.S – Società Trenitalia, Divisione Cargo, in Toscana, in primo luogo ha spostato la manutenzione specifica e specializzata dei locomotori di trazione da Livorno a Milano desertificando questo settore, in secondo luogo ha comunicato ai lavoratori interessati la chiusura totale, a partire da 1 aprile 2010, degli scali ferroviari di Grosseto, Chiusi ed Empoli e dal 1 maggio 2010, appena concluse le attività finali legate alla rimozione delle attrezzature per la spedizione delle merci, anche gli scali ferroviari di Empoli, Arezzo e San Giovanni, saranno chiusi. Il dato occupazionale della Divisione Cargo in Toscana, nell’ultimo periodo (gennaio/dicembre 2009) è diminuito di n. 134 ferrovieri passando da 599 lavoratori ai 465 di oggi, con una perdita di posti di lavoro di circa 22,5 %. Questo processo è stato gestito unilateralmente dalla società Trenitalia, attraverso processi di trasferimento volontario e soprattutto con lauti compensi economici al personale per invogliarlo a lasciare l’azienda. Naturalmente il gruppo dirigente di Trenitalia tutto preso da questi processi di dismissione, ha completamente trascurato il trasporto delle merci che oggi registra un ulteriore trasferimento di circa il 4% dal ferro alla gomma. Il personale “sopravvissuto”, che lavora tutt’oggi in questi impianti, circa una trentina di persone, è completamente senza punti di riferimento, senza prospettive e futuro, con l’ipotesi di poter essere collocato in un apposito fondo di sostegno o spostato anche fuori regione ad oltre 100km di distanza per trovare forse una nuova collocazione. Di riflesso, la società RFI, sempre del Gruppo FS, addetta ai servizi di manovra per le società di trasporto, appena è venuta a conoscenza, da parte della Divisione Cargo, che avrebbero proceduto a liberare gli impianti di cui sopra, immediatamente ha messo in campo un nuovo progetto organizzativo con il trasferimento di personale, in disprezzo delle regole contrattuali, verso Livorno Calambrone sguarnendo completamente lo scalo merci di Pisa San Rossore e, da Massa Zona Industriale, verso La Spezia creando le basi affinché anche questi impianti possano in un futuro, non troppo lontano, essere chiusi. Per cronaca l’impianto merci di Pisa San Rossore è stato recentemente ristrutturato con una spesa complessiva di circa di 25 mln di euro. Serve aprire subito un confronto serio con le ferrovie, affrontando il tema del trasporto delle merci su ferro in tutti i suoi aspetti; se ci sono, è necessario che le Istituzioni locali e soprattutto Regionali, si facciano sentire, al fine di prevedere sgravi ed incentivi, agevolazioni e promozioni fiscali per chi utilizza il treno per il trasporto delle merci. Bisogna bloccare il progetto delle ferrovie che vede la chiusura degli scali merci nella nostra Regione, e rilanciare una nuova stagione di certezza e futuro per i lavoratori oggi impegnati e per lo sviluppo delle nostre industrie con riferimenti e agevolazioni certi.

Il sindacato è pronto alla mobilitazione, tant’è vero che, unitariamente, abbiamo deciso di proclamare uno sciopero di 24 ore per tutto il gruppo FS della Toscana dalle ore 21,00 del 22 di aprile e fino alle ore 21,00 del 23 aprile 2010; l’intento è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, di difendere i lavoratori, di rilanciare l’occupazione e di favorire il decollo definitivo delle infrastrutture del nostro territorio legato al trasporto ferroviario.

 

 

Firenze 29/03/2010

Il Segretario Regionale

Massimo Malvisi

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