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Disimpegno di Trenitalia nella Manutenzione del Materiale Rotabile

La Fit/Cisl Toscana ha fatto il punto sulla manutenzione dei rotabili, sia per la corrente dei treni regionali che per la ciclica delle carrozze Media Distanza. Da subito è emersa una forte preoccupazione per i segnali di disimpegno di Trenitalia la quale persegue una politica di ridimensionamento interno e contemporaneamente di esternalizzazione spinta dei processi produttivi. Un segnale che segna un deterioramento del materiale rotabile emerge dai dati in nostro possesso in merito ai treni regionali soppressi in Toscana nel 2011: circa 1.800, di cui circa 900 sostituiti in linea per scarsa manutenzione e tantissimi altri treni che, nonostante abbiano viaggiato, hanno avuto porte rotte, ritirate guaste, condizionamento/riscaldamento non sempre efficiente.

Una situazione che è andata peggiorando da quando la dirigenza Massima del gruppo FS, nonostante le nostre fortissime proteste, decise di spostare con gli ordini di servizio DO923, OdS 924 e CoG 925 del 2009, alcune strutture/attività nazionali per la gestione del ciclo della manutenzione e delle specifiche tecniche sui rotabili, da Firenze in altre realtà territoriali come Napoli, Roma e Bologna. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, la manutenzione dei rotabili è completamente rallentata, mancano i pezzi di ricambio un pò in tutte le officine di manutenzione e, per far circolare i treni si recuperano molto spesso tali pezzi da altri treni, aumentando i costi a dismisura, sprecando energie e tempo prezioso.

La struttura preposta ad assicurare sia l’efficienza del reticolo manutentivo che la funzionalità e disponibilità dei treni di Trenitalia mediante l’acquisto dei ricambi, è collocata a Roma ed ha fatto la scelta di inviare da tutta Italia, attraverso il trasporto con camion, le sale (ruote dei treni) della divisione Cargo, quelle da rettificare e/o tornire, presso le officine private della società Lucchini di Brescia, che dovrà provvedere per poi consegnare il prodotto finito. La segnalazione sta nel fatto che Trenitalia possiede diverse officine sparse sul territorio nazionale, come per esempio a Foggia, a Napoli, a Firenze, etc. in grado di poter fare il lavoro purché messe in condizione di comprare i pezzi di ricambio. Per esempio a Firenze alle Officine cicliche di Osmannoro esiste una struttura (torneria), costata diversi milioni di euro, dotata delle apparecchiature più moderne ed efficienti che esistano sul mercato internazionale, addirittura con un tornio attrezzato di riserva proprio per non fermare la produzione.

Altra situazione da evidenziare, è stata quella di esternalizzare tutta la manutenzione a livello nazionale sia di 1^ che di 2^ livello, circa 200 treni di nuova generazione, delle elettromotrici “Minuetto” della divisione trasporto regionale, alla società Alstom, attraverso un contratto diretto per un valore di centinaia di milioni di euro. In Toscana, per esempio, abbiamo fatto anche di più, perché sembra, che la manutenzione dei 20 treni, di cui 6 elettrici e 14 diesel, venga fatta in un impianto delle ferrovie (Zona Romito, Firenze) dopo che lo stesso è stato messo a norma in base alla legge 81 sulla sicurezza, con una spesa a carico di Trenitalia di circa 2 milioni di euro. Inoltre, sono state messe anche in gara le grandi manutenzioni (R.O + Face Lift) di tutto il parco media distanza della divisione regionale in dotazione alla Toscana (circa 100 carrozze) per un valore di circa 20 milioni di euro.

Ancora da evidenziare è, anche qui, l’esternalizzazione della manutenzione, attraverso un contratto full-service dei treni AV ETR 600 (freccia Argento), alla società Alstom senza nessuna possibilità di utilizzare il personale e le attrezzature Trenitalia per creare professionalità e opportunità di lavoro.

Situazione gravissima in quanto trattasi appunto di treni nuovi e quindi con prospettive di lunga durata che mettono a dura prova i nostri impianti e impoveriscono contemporaneamente il know-how del personale ferroviario che poi non sarà più in grado di intervenire e creare prospettive di futuro.

L’allarme che vogliamo lanciare sta nel fatto che in Toscana il reticolo manutentivo del materiale rotabile di Trenitalia è ancora molto complesso e professionalmente preparato; infatti abbiamo all’Osmannoro l’Officina manutenzione corrente delle carrozze per il trasporto regionale con circa 200 persone, collegata ad altre due Officine: Siena manutenzione delle locomotive diesel con circa 45 persone e Pisa manutenzione delle elettromotrici con circa 45 persone. Inoltre sempre all’Osmannoro abbiamo l’Officina Nazionale della manutenzione ciclica delle carrozze media distanza con annessa Torneria con circa 200 persone e infine, a Firenze, gli uffici studi di tutti i mezzi in circolazione in Italia di Trenitalia dell’Ingegneria della manutenzione e del materiale rotabile nuovo con circa 300 persone. Oltre a quanto già segnalato sopra, la preoccupazione sta nel fatto, che tutti gli accordi fatti finora con il sindacato sia a livello nazionale che regionale per incrementare la manutenzione all’interno della filiera di Trenitalia si sono rivelati vani; gli ultimi accordi, fatti in Toscana, come quello dell’agosto 2010 per la manutenzione corrente dei treni regionali e quello del maggio 2011 per la manutenzione ciclica delle carrozze sono stati completamente ignorati, o meglio, Trenitalia ha realizzato tutto quello che riteneva più vantaggiosamente opportuno per se, dimenticando di riportare lavoro all’interno delle officine e negando le assunzioni concordate. In entrambi gli accordi era previsto flessibilità, turni manutentivi, assunzioni, e sopratutto progetti di internalizzazione di lavoro.

Per quanto ci riguarda è necessario che in primis sia la Regione ad intervenire, per garantire sia le nostre officine che le strutture dedicate degli uffici in quanto peraltro assicurano la funzionalità delle nostre carrozze e la nostra immagine, e poi, non per ultimo garantire un’opportunità di sviluppo e occupazione nel nostro territorio. Insomma dobbiamo reagire e crediamo che sia giunto il momento, dopo poco più di due anni, di riportare tutto ciò che riguarda la Direzione AV ( Frecciarossa e il nuovo ETR 1000), da Napoli in Toscana, proprio perché queste attività da quando sono nate le ferrovie sono sempre state, con successo, nella nostra regione. Si otterrebbe un doppio risultato; uno interno alle FS con un rilancio di tutte le nostre attività di cui sopra compreso anche il CDS dell’Osmannoro e indirettamente, senza ombra di dubbio, anche un rilancio dell’indotto, in particolare, la Breda di Pistoia visto che ha vinto l’appalto per la costruzione del nuovo treno av.

Non perdiamo tempo, questo è il momento di agire, e pertanto lanciamo l’idea di un forum pubblico coinvolgendo tutti, OO.SS, Istituzioni, Imprese private e sopratutto le Ferrovie; è d’obbligo rilanciare questo settore importantissimo per la nostra economia e sopratutto per fare quelle assunzioni che oggi sono ancor di più indispensabili.

Firenze 19 aprile 2012

La Segreteria Regionale Toscana

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