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Documento esecutivo e assemblea delegati della FIT Toscana

Sentita la relazione del Segretario Generale Stefano Boni, i componenti dell’ Esecutivo e l’Assemblea dei delegati Fit/Toscana, riuniti a Firenze il 20 marzo 2012, ne condividono i contenuti e recepiscono anche gli interventi scaturiti dal dibattito.

Il Consiglio Esecutivo e l’Assemblea mettono in evidenza come la situazione generale economica/ finanziaria del Paese sia ancora critica e precaria. I timidi segnali di ripresa sono vanificati, sia da una crescita dei consumi stagnante che da una forte disoccupazione ed in particolare dal fatto che i giovani non trovano punti di riferimento certi né opportunità di lavoro duraturo. Il Governo Monti, nato dal sostegno dei maggiori partiti, incapaci di assumersi direttamente le responsabilità, e dal Presidente della Repubblica preoccupato dalla deriva internazionale in cui si era incamminata l’Italia, nonostante abbia preso dei provvedimenti molto “forti” ed impopolari, come la riforma delle pensioni, le liberalizzazioni, non ci fa ancora intravede l’uscita dal tunnel dell’incertezza economica, così come non si hanno segnali della ripresa industriale capace di creare posti di lavoro, in particolare per i giovani; si registra infatti una disoccupazione intorno al 30%.

Oggi il Governo ha aperto il fronte della riforma degli ammortizzatori sociali e di come affrontare un nuovo welfare rispetto al lavoro, alle imprese e quindi alla crescita. Una partita ancora aperta ma che sicuramente toccherà tutti i temi e creerà le basi per una stagione nuova. La discussione deve mettere al centro la persona e la sua dignità e l’attaccamento al lavoro e all’impresa. Non bisogna semplificare le difficoltà lavorative e superare le stesse attraverso un sussidio di disoccupazione per un certo periodo, certificando il taglio netto con l’azienda. Anzi bisogna fare esattamente il contrario, facendo sì che le aziende si assumano nuove responsabilità attraverso anche nuovi istituti formativi, elaborare progetti per creare le condizioni di reimpiego oppure creare nuove opportunità di lavoro; insomma creare un nuovo strumento che dia certezza e reddito a tutto il mondo del lavoro, perlomeno fino al raggiungimento dei requisiti per il diritto alla pensione. La discussione non può essere ridotta al solo art. 18 dello statuto dei lavoratori, al fatto che togliendolo si risolva tutti i problemi, ma crediamo invece che vada mantenuto ed esteso a tutti, adeguandolo al mondo del lavoro che cambia, ma tenendo al centro i diritti e le garanzie occupazionali.

L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl, pur essendo di fronte a cambiamenti epocali ritiene significativo un aggiustamento della riforma delle pensioni alfine di garantire una copertura economica soddisfacente per tutti i lavoratori che, a vario titolo, a breve si troveranno nella posizione sia di non riscuotere più l’indennità di mobilità o altro, sia impossibilitati ad andare in pensione perché nel frattempo il Governo ha cambiato i requisiti. Inoltre è necessario ristabilire una certa gradualità per accedere al diritto pensionistico, facendo attenzione ai lavori più faticosi e usuranti, come quelli dei nostri settori e anche non penalizzare i lavoratori che dopo 41/42 anni di contributi hanno deciso di andare in pensione. Altra questione importante per noi è la riforma del sistema fiscale; anche qui il sindacato deve poter dire la sua e lanciare anche proposte innovative, rivoluzionando l’intero sistema, oltre a prevedere nuovi meccanismi stringenti attraverso controlli e verifiche. Inoltre siamo convinti che bisogna intraprendere senza tentennamenti, la strada dei tagli ai costi della politica, tagli alle consulenze e agli sprechi in generale nella macchina pubblica e anche aprire una nuova stagione di onesta etica e moralità comportamentale.

Crediamo che le decisioni del Governo Monti per il momento, si siano solo indirizzate a penalizzare i lavoratori, i pensionati le famiglie e che stentino ad aggredire la ricchezza dei grandi patrimoni dei finanzieri e degli imprenditori, oppure dei poteri forti del Paese. I provvedimenti delle liberalizzazioni, certi dei benefici che in taluni settori potranno portare, vedono però nel mondo dei trasporti ma anche in quello della raccolta rifiuti, colpire ancora una volta i lavoratori, favorendo la disgregazione del lavoro attraverso bandi di gara per lotti, deregolamentando i contratti nazionali o peggio abolendoli, come nel comparto ferroviario, e, il tutto, senza vincoli, senza regole né garanzie occupazionali né di salario. Il tutto condito dalla sordità del Governo di aprire un tavolo costruttivo nonostante lo sciopero generale di tutto il trasporto del 01 marzo con punte di adesione del 90% e dello sciopero generale del 12 marzo dell’Igiene ambientale pubblica, anche questo con percentuali che sfiorano complessivamente il 90%.

L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl pone forte attenzione alle problematiche regionali, a partire dalla riforma del TPL gomma che deve perseguire gli obiettivi di riduzione dei costi, riduzione delle aziende e creazione di un unica società regionale pubblica sviluppando i servizi al cittadino come anche salvaguardare l’occupazione e i contratti aziendali. Insomma dobbiamo pretendere la clausola sociale cioè la garanzia che la società vincitrice della gara, ricomprenda nel nuovo soggetto imprenditoriale tutti i lavoratori fino a quel momento impiegati, mantenendo i diritti contrattuali acquisiti.

Anche nel settore del TPL ferro, dobbiamo mettere particolare attenzione; le risorse per il 2012 saranno ridotte da parte della Regione e non possiamo accettare l’impostazione di una riduzione costante di km/treno ed un taglio indiscriminato di convogli. E’ necessario incalzare la Regione ed aprire un tavolo dedicato al ferro, ed affrontare complessivamente la nuova progettazione dei servizi riducendo al minimo i tagli, assicurando un servizio decente ai territori/cittadini e non mettendo in pericolo l’occupazione dei ferrovieri. Inoltre, si denuncia il deterioramento dei rapporti sindacali con la Dirigenza del Gruppo FS che ha costretto il sindacato unitario, alfine di arrestare la deriva occupazionale e la destrutturazione delle stazioni e degli impianti, a proclamare la terza azione di sciopero di 24 ore per il prossimo 27/28 marzo 2012. In questo contesto l’assemblea sostiene anche i lavoratori impiegati “negli appalti FS” che ancora una volta hanno scioperato nei giorni 18/19 marzo con adesioni oltre il 90%, per salvaguardare il posto di lavoro e le norme contrattuali.

L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl, concentra l’attenzione anche nell’area contrattuale dell’ Igiene Ambientale dove si registra una situazione alquanto diversificata da territorio a territorio. Come Fit riteniamo necessario superare il nanismo aziendale, andando alla fusione delle stesse per creare soggetti importanti ed efficienti capaci di competere sul mercato italiano. Abbiamo raggiunto un importante accordo con l’Ato Centro (Firenze, Prato, Pistoia) sia per le garanzie occupazionali che per la salvaguardia del CCNL, mentre siamo fortemente preoccupati per l’Ato Sud (Arezzo, Siena e Grosseto) perché nel bando di gara non siamo riusciti a certificare il contratto di applicazione a causa della dirigenza dell’Ato che non ha voluto applicare gli accordi sottoscritti. Situazione ancora complicata nell’Ato Costa (Livorno, Massa, Pisa, Lucca) dove si è effettuata una scelta ancora diversa, cioè quella di affidare la gestione complessiva dei servizi ad un soggetto unico e subito dopo, attraverso un bando di gara, individuare un socio privato affidandogli almeno il 40% del capitale e la conduzione dei sevizi. Su questi temi siamo presenti e, anche qui, partendo da riferimenti diversi siamo intenzionati a garantire i livelli occupazionali, come anche il CCNL di riferimento maggiormente rappresentativo.

L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl invita la Segreteria Nazionale FiT/Cisl a mettere in campo ulteriori iniziative alfine di aprire un tavolo con il Governo per affrontare le problematiche ancora irrisolte, partendo dal reperimento delle risorse necessarie peri servizi e dalle regole da sottoscrivere, fino al rinnovo dei contratti con le garanzie occupazionali. Insomma crediamo che per il Paese si debba elaborare un grande piano dei trasporti dove si metta al centro il servizio e il vettore pubblico, sia per il trasporto dei cittadini ma anche per il trasporto delle merci, per uno sviluppo complessivo e per una crescita occupazionale.

L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl sostiene la determinazione dalla Cisl Confederale di resistere al tavolo con il Governo “fino all’ultimo minuto”, per dare risposte sia sul piano dell’occupazione e delle tutele e per la creazione di un nuovo welfare nel campo del lavoro e approva le posizioni e le iniziative assunte dalla Cisl per migliorare la riforma delle pensioni e per un nuovo sistema fiscale.

L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl invita la Segreteria Toscana a vigilare sulle iniziative degli Enti Locali e in particolare sulla Regione, in riferimento alle riforme che si stanno mettendo in campo sia nell’ambito più ristretto del trasporto, che in quello della raccolta rifiuti; questo per assicurare lo sviluppo delle attività nell’ottica della salvaguardia dell’occupazione, dei diritti contrattuali e dei servizi al cittadino. L’ esecutivo e l’assemblea Fit/Cisl ritiene di assumere tutte le iniziative necessarie, anche facendo ricorso allo sciopero, alfine di salvaguardare lo sviluppo e l’occupazione del comparto. Approvato con un astenuto e uno contrario.

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