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Il Bluff del Gruppo FS Sul Trasporto Merci

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Come Fit/Cisl Toscana, abbiamo ritenuto necessario fare il punto sulla piattaforma logistica (interporto lato costa toscana) in riferimento alle nuove direttive Nazionali e Regionali del Gruppo Ferrovie dello Stato.

 

L’interporto in questione è quello di Livorno, in località Guasticce, che ormai è in fase di ultimazione e che rappresenta un’opportunità di sviluppo, sia per quanto riguarda il trasporto delle merci sia per l’occupazione in generale. Per un vero salto di qualità è necessario realizzare un raccordo ferroviario diretto con il porto; bisogna  accelerare le intese operative e la realizzazione dei progetti fra i vari soggetti Istituzionali, per collegare Guasticce con Collesalvetti (costo circa 102 milioni di euro) e per il collegamento diretto fra Guasticce e la Darsena Toscana  (costo circa 120 milioni di euro) e nello stesso tempo per potenziare i collegamenti ferroviari Livorno-Pisa (costo circa  65 milioni di euro di cui 40 dalla  Regione già previsti da fondi comunitari e circa 15 milioni da Rfi). La mancanza di tali collegamenti mette anche in forte discussione l’altro interporto di Prato, località Gonfienti; attualmente le merci in arrivo al porto di Livorno preferiscono andare sulla gomma. Gli investimenti di cui sopra sono stati anche ricompresi nell’accordo del 22 gennaio c.a. fra il Governo e la Regione Toscana.

Le ferrovie, ed in particolare la società RFI, fanno sapere di aver già da tempo previsto tali investimenti a livello progettuale e che lo stato di attuazione degli stessi resta nei tempi previsti e concordati con la Regione e cioè da realizzare entro il 2015.  

 

Come Fit/Cisl vogliamo mettere in evidenza alcuni dati forniti nelle recenti riunioni avute con le ferrovie e precisamente con Trenitalia dove è stata fatta un’analisi delle merci trasportate fra il 2008/2009. 

Andamento mercato merci in Europa: Germania -30%, Francia -35%, Italia -55%;

Traffico containers porti: La Spezia  -18%, Genova -21%, Livorno -29%;

Costi in Euro per treno KM: Germania 19,9 euro a Km, Francia 18,5 euro a Km, Azienda Europea TX Logistic 12,0 euro al Km,  Italia FS-Trenitalia 25,8 euro al Km.

 

Da questi pochi dati ci rendiamo conto come la situazione sia assolutamente difficile, aggravata anche da una politica rinunciataria da parte del Gruppo FS. Ci riferiamo in particolare alla notizia di questi giorni che Trenitalia non effettuerà  più carri né ferrocisterne singole, perché troppo costose ed ingombranti. Insomma  non verrà più effettuato il traffico diffuso, che rappresenta da solo il 20% del trasporto totale, ma gli sforzi organizzativi si concentreranno solo nella  formazione/effettuazione  di  treni completi sviluppando l’offerta in modo particolare tra Bologna e il Brennero. Conseguentemente a queste decisioni Trenitalia con la   Divisione Cargo, ha spostato la manutenzione dei locomotori di trazione da Livorno a Milano/Verona, prevedendo nello stesso tempo, di ammodernare l’officina di Livorno per poi cederla a Terzi.

Inoltre  ha comunicato  la chiusura totale, a partire da  aprile 2010, degli scali ferroviari  di Grosseto, Chiusi, Empoli,  Arezzo, San Giovanni ed a seguire, anche le postazioni logistiche di Pisa San Rossore e Massa Zona Industriale,  mettendo così con le spalle al muro circa trenta persone con  l’ipotesi di  collocare gli stessi,  nel fondo di  sostegno al reddito oppure di spostarli, anche fuori regione, al fine di  trovare loro una nuova collocazione. Teniamo presente che il  dato  occupazionale  di Trenitalia – Divisione Cargo  in Toscana, nell’ultimo periodo  (gennaio/dicembre  2009) è diminuito  di n. 134 ferrovieri passando dai 599 lavoratori ai 465 di oggi, con una perdita di posti di lavoro di circa  22,5 %. Contemporaneamente la società RFI, ha adeguato la propria organizzazione e prendendo a riferimento le comunicazioni di Trenitalia, ha  provveduto  a trasferire il proprio personale verso Livorno Calambrone, sguarnendo completamente lo scalo merci di Pisa San Rossore ristrutturato recentemente con una spese di  circa 25 mln di euro e, da Massa Zona Industriale, verso La Spezia assecondando così la chiusura di queste piattaforme logistiche.

In tutto questo contesto bisogna smascherare e bloccare il progetto delle ferrovie che, da una parte fa passare messaggi rassicuranti attraverso i mass-media sia per gli investimenti che per lo sviluppo delle infrastrutture e, dall’altra invece nel più assoluto silenzio, chiude gli scali merci, riduce l’offerta e rinuncia al trasporto delle merci su ferro nella  nostra Regione.

Una situazione paradossale che la Fit/Cisl Toscana vuole mettere in evidenza e nello stesso tempo denunciare; sarebbe veramente una cosa senza senso, l’aver realizzato l’AV/AC fra Firenze e Bologna, la realizzazione anche dei raccordi ferroviari per il porto di Livorno e poi, non avere nessun treno merci da farci passare perché nel frattempo Trenitalia ha rinunciato al trasporto merci.

 

Come Fit/Cisl in primo luogo riteniamo necessario richiamare il Governo ad una riforma complessiva del trasporto merci (gomma, ferro, aereo, navi ecc.) in modo da portare equilibrio in una  ventina di anni; prioritariamente bisogna mirare ad arrivare intorno al 15/20% di trasporto sia su ferro che via mare e poi passare ad altri vettori.  Nel frattempo è indispensabile rimodulare gli incentivi tipo (riduzione premi assicurativi, deduzione delle spese forfettarie, eco trasporto, riduzione dell’iva alle imprese, ecc.), al fine di garantire perlomeno che gli stessi vantaggi che vengono previsti per la gomma siano usufruibili anche dagli altri vettori e in primis a partire dal ferro. In secondo luogo è necessario anche che la Regione presti attenzione a questo segmento di trasporto, non solo dal punto di vista degli investimenti infrastrutturali che sì, sono urgenti e  indispensabili, ma anche dal punto di vista degli incentivi e agevolazioni che potrebbero usufruire le aziende che decidono di scegliere il treno.

 

La Fit/Cisl su questo tema propone un confronto a tutto campo con le Istituzioni, Le altre OO.SS, le Ferrovie, per mettere a nudo i problemi, sensibilizzare l’opinione pubblica e predisporre un piano reale di sviluppo sia occupazionale che di rilancio del trasporto merci su ferro mettendo al centro l’occupazione, l’economia sostenibile  e la new green economy in tema di rumore, inquinamento e consumi.

 

 

Firenze 26/04/2010                                                                    

 

Il Segretario Regionale                                                                   Il Segretario Generale

    Massimo Malvisi                                                                               Stefano Boni

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