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Incontro del 23 marzo 2017 sulla previdenza

Nella giornata di ieri il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano, Poletti, alla presenza del consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Prof. Marco Leonardi e dei dirigenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha incontrato le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil. L’incontro ha affrontato le questioni rimaste ancora aperte relative alla “fase uno” dell’intesa del 28 settembre sulla previdenza – che dovranno essere disciplinate dai tre DPCM di prossima emanazione – ed ha avviato formalmente il confronto sulla “fase due”.

Per quanto riguarda la “fase uno” dell’intesa, in avvio di riunione il consulente della Presidenza del Consiglio, prof. Marco Leonardi, ci ha fornito gli ultimi chiarimenti in vista della prossima emanazione dei DPCM. Purtroppo, su alcuni argomenti è prevalsa da parte del Governo la volontà di attenersi ad una interpretazione letterale delle misure previdenziali contenute nella legge di bilancio.

Tale scelta finisce per ridurre le potenzialità dell’intervento, anche se resta la portata innovativa degli strumenti contenuti nella legge di bilancio: dall’intervento sui precoci, al cumulo gratuito, all’ape agevolata. Si tratta di interventi che consentono di introdurre nel sistema pensionistico, dopo molti anni, una gestione più flessibile delle uscite dal lavoro e di accompagnamento alla pensione, introducendo il principio che non tutti i lavori sono uguali (con il concetto di “gravosità del lavoro” che nei prossimi anni potrà essere ulteriormente migliorato, attraverso una estensione della platea dei lavoratori potenzialmente beneficiari).

Su alcuni aspetti, come quelli relativi alla continuità contributiva dei sei anni di servizio richiesti per l’accesso al pensionamento dei lavoratori precoci o all’Ape agevolata, le nostre richieste non
hanno trovato soddisfazione, anche se abbiamo ottenuto dal Governo l’impegno a realizzare un intervento legislativo, entro maggio, per introdurre una franchigia che consenta di neutralizzare i periodi di non occupazione. In questo caso, il Governo ha escluso la nostra richiesta di consentire l’accesso ai benefici ai lavoratori che
svolgano almeno 5 anni di lavoro, anche non continuativo, nell’attività gravosa negli ultimi 6 mentre si è impegnato a verificare una ipotesi di soluzione che prevede lo svolgimento
dell’attività gravosa per almeno sei anni negli ultimi otto.

L’esclusione della possibilità per i lavoratori che abbiano concluso i contratti a termine e che restino disoccupati di accedere alla Ape agevolata o ai benefici previsti per i lavoratori precoci resta un
limite grave della normativa.

Per quanto riguarda la “fase due”, il Ministro ha espresso la volontà del Governo di utilizzare di utilizzare la medesima metodologia seguita nella “fase uno”, con l’attivazione di
tavoli tecnici tematici, al fine di far emergere sui diversi argomenti un insieme di proposte di intervento da selezionare in base alle risorse che si renderanno disponibili con la legge di bilancio per il 2018.

Il confronto di merito ha confermato la volontà del Governo di affrontare le diverse questioni senza pregiudiziali, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e di quelli europei sulla stabilità
della spesa pensionistica. Con queste premesse il tavolo tecnico riprenderà il giorno 6 aprile sulle questioni attinenti alle pensioni calcolate col sistema contributivo e sugli aspetti che
riguardano la previdenza delle giovani generazioni, mentre per il 13 aprile è stato individuato un ulteriore momento di confronto sul
tema della governance degli enti previdenziali. Sempre il 6 aprile p.v. verrà convocato un altro tavolo specifico, con il coinvolgimento delle federazioni nazionali dei pensionati, sugli
argomenti attinenti alle pensioni in essere, in particolare sulla tutela del potere di acquisto delle pensioni, da realizzare attraverso il ritorno al meccanismo di rivalutazione previsto dalla
legge 388/2000 (per “scaglioni di importo”), l’individuazione di un nuovo paniere di riferimento per l’indicizzazione al costo
della vita, che tenga maggiormente conto delle abitudini di consumo dei pensionati e la rivalutazione dei montanti pensionistici per recuperare parte della mancata indicizzazione, a seguito dei
“blocchi” della perequazione realizzati nel 2012 – 2013.

La portata e la natura degli interventi della “fase due” – che saranno oggetto di analisi e confronto nei tavoli tecnici (flessibilità nell’accesso al pensionamento nel sistema
contributivo, eliminazione dell’automatismo dell’innalzamento dei requisiti pensionistici e della revisione dei coefficienti di trasformazione in base all’incremento dell’aspettativa di vita, riduzione del cuneo contributivo e pensione di garanzia, valorizzazione del lavoro di cura nel sistema contributivo, sviluppo della previdenza complementare, separazione a fini di comparazione
statistica fra previdenza e assistenza) – aprono alla possibilità di un intervento riformatore da realizzare su una prospettiva di medio termine ma che, per noi, deve trovare un primo momento di attuazione già con la legge di bilancio per il 2018.

Infine, il Ministro ha ricordato l’indisponibilità ad una ulteriore misura di salvaguardia generale, dopo il varo dell’ottava salvaguardia o a prorogare l’esperienza dell’opzione donna. A
tale scopo abbiamo chiesto ed ottenuto l’impegno ad individuare uno specifico momento di approfondimento, per analizzare i risultati finora conseguiti con “opzione donna” e per valutare le situazioni o le questioni più critiche rimaste aperte sul versante degli esodati.

In allegato vi inviamo una breve nota esplicativa riguardante i principali punti che sono stato oggetto di confronto per l’attuazione delle misure previdenziali contenute nella legge di bilancio per il 2017.

Fraterni saluti

Il Segretario confederale
Maurizio Petriccioli

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