IVU: La mancata applicazione dell’accordo nazionale del 20 maggio 2010 produce effetti devastanti sulle lavoratrici madri

Avevano addolcito la pillola dei turni individuali con il sogno delle “desiderate”.

Sostenevano che i lavoratori avrebbero potuto esprimere preferenze di utilizzazione prima della consegna dei turni e sarebbero finite le discussioni infinite con i distributori.

Il nuovo sistema di gestione turni doveva risolvere tutti i problemi, dell’azienda e dei lavoratori, eliminando clientelismi e diseconomie, e tutti sarebbero vissuti felici e contenti!

Oggi scopriamo che non sono nemmeno in grado di assegnare un turno alle lavoratrici madri che beneficiano di agevolazioni ed esenzioni orarie per effetto delle leggi sociali.

I soggetti più deboli rimangono così senza la tutela di un turno programmato che consenta loro di conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro.

All’interno del personale di bordo le lavoratrici madri rappresentano, da anni, una componente molto numerosa.

Si tratta della categoria che più di chiunque altro necessita di uno strumento di regolazione degli orari dovendo armonizzare i diritti di lavoratrice madre con i turni di lavoro.

In tempi caratterizzati dall’arretramento generalizzato dei servizi alla persona, ad iniziare dalla carenza dei posti negli asili nido e in assenza di un qualsiasi interessamento di questa azienda a dare avvio a progetti di asili aziendali sui territori, lasciare le lavoratrici del bordo “senza turno” in posizione di disponibilità comporta la totale incertezza nella gestione del loro tempo libero e di conseguenza della famiglia costringendole, in molti casi, ad abbandonare il posto di lavoro.

Nella confusione generale di promesse non mantenute scopriamo che anche gli impegni di trovare finalmente un mezzo efficace per la soluzione delle problematiche femminili erano tutte invenzioni.

QUANDO LA FINIREMO CON QUESTA FARSA INFINITA?

Roma, 27 febbraio 2012

Le Segreterie Nazionali