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Lettera sulla "Liberalizzazione delle ferrovie" inviata ai politici toscani

In prospettiva dell’incontro dei Segretari dei Partiti che sorreggono il Presidente del Consiglio “Monti”, con la presente segnaliamo una breve nota che riguarda le liberalizzazioni e in particolare il Gruppo FS:

Fermo restando che la Fit Cisl Toscana è favorevole ad una apertura del mercato e quindi alla creazione di una Authority con poteri forti che garantisca stessi doveri e diritti alle società che si affacciano al trasporto ferroviario, favorendo una vera concorrenza per il mercato ( imparzialità nell’assegnazione delle tracce ferroviarie, gare aperte e trasparenti sia per il trasporto regionale che per i treni a lunga percorrenza -servizio universale-), siamo invece fortemente preoccupati sull’ipotesi della separazione/scorporo della società RFI dal gruppo Fs che comporterebbe una situazione di incertezza e precarietà su tutte le altre società del gruppo FS (Trenitalia, Ferservizi e Italferr )

In sostanza:

Riportare RFI sotto il Ministero dell’Economia e lasciare le altre società da sole comporterebbe uno scenario di questa natura:

Trenitalia, società che non possiede alcun bene né mobile né immobile ma solo i treni, avrà subito un problema di liquidità in quanto le banche chiuderanno i fidi. Inoltre il debito del Gruppo Fs accumulato negli anni, di circa 6 miliardi di euro, quasi tutto da Trenitalia, ricadrà sulle spalle della stessa, senza possibilità alcuna di poter farne fronte. A quanto sopra, bisogna aggiungere che, molto probabilmente, verranno bloccate le gare indette da Trenitalia sia per l’acquisto del nuovo treno alta velocità denominato ETR 1000 che le gare per l’acquisto dei treni (Vivalto) per il servizio regionale; infatti Trenitalia non avrà né i soldi necessari né immobili da mettere in garanzia per farne fronte. Bisogna considerare che oggi l’operazione è retta da tutto il gruppo FS e in particolare da RFI che è proprietaria degli impianti di manutenzione, delle stazioni, dei binari, dei caseggiati e terreni insomma di tutto quello che oggi è la ferrovia.

Ferservizi, società per servizi contabili, non possiede nessun immobile ma gestisce sia il patrimonio immobiliare del gruppo FS che la contabilità in generale oltre le buste paga e quanto altro. E’ facile immaginare che dallo scorporo di RFI, la stessa non avrà più ragione di operare come oggi rispetto alla missione del gruppo FS.

Italferr, società di ingegneria, che non possiede nessun immobile ma che progetta e realizza per la maggior parte di RFI; dallo scorporo anche questa perderebbe la sua missione e il modo di operare.

Conclusioni: tutti i provvedimenti che vanno verso la liberalizzazione ipotizzati nella prima parte, possono avere un riscontro di apertura al mercato e favorire una concorrenza al servizio del cittadino, scorporare RFI significa fare un ulteriore regalo ai poteri forti di questo Paese e la definitiva scomparsa del servizio ferroviario nel centro sud, con la chiusura delle società rimanenti, salvo poi aprire nuove società che rispondano ad interessi particolari dei segmenti del trasporto regionale, del trasporto universale, del trasporto alta velocità e del trasporto merci.

16/01/2012

Distinti saluti Stefano Boni Seg. Regionale Toscana

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