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Lo sviluppo della Toscana passa dai porti

Porto di PiombinoSospesa tra l’abisso e la rinascita. Vive così, oggi, la Toscana dei porti, in bilico tra le difficoltà degli ultimi anni e una pioggia di milioni attesa nei prossimi. Che potrebbero far uscire dalla crisi la costa, che è stata l’area toscana più colpita dalla crisi.

I numeri parlano chiaro: le merci transitate nei porti toscani sono passate dai 31 milioni di tonnellate del 2007 a circa 22 milioni del 2013 (­30%); i passeggeri sono scesi da 12 milioni nel 2007 a 7,8 milioni nel 2013 (­35 %); nel 2013 si è registrato un –7% di imprese, ­8% di occupati, ­10,9 % delle ore lavorate.

Sui porti toscani però ci sono progetti importanti con la possibilità di investimenti per oltre due miliardi complessivi. “Tanti soldi –dice Stefano Boni, Segretario generale della Fit Toscana­ ma bisogna passare dalle parole ai fatti. Gli stanziamenti ci sono, i progetti anche: ora vanno realizzati ! Vanno potenziati i porti e fatti i collegamenti per metterli in collegamento con l’interno. Così possiamo rimettere benzina nel motore del pezzo di Toscana più disastrato dalla crisi e al tempo stesso offrire quelle strutture logistiche di cui il sistema produttivo toscano ha bisogno da anni. Questa partita non possiamo sbagliarla.”

Il porto più importante, per volumi, è quello di Livorno dove, spiega Boni “Dopo anni si dovrebbe partire con l’ammodernamento, con una forte specializzazione sul comparto container.” Prevista una nuova organizzazione logistica e infrastrutturale con ampliamento delle banchine in modo da poter accogliere anche le grandi navi cargo provenienti dall’Oriente con fondali da 16/18 metri. La Regione si è impegnata per circa 200 milioni di investimenti, altrettanti dovrebbero venire dall’Autorità portuale, mentre sono ancora da quantificare quelli dal Governo. Ciò senza dimenticare il ruolo importante che Livorno ha assunto come scalo delle navi da crociera.

A Piombino la crisi della Lucchini potrebbe alla fine rivelarsi addirittura positiva, visto che ha innescato una mobilitazione da cui sono emersi progetti importanti. A partire dalla nuova piattaforma logistica agroalimentare realizzata dall’algerina Cevital, la stessa che ha rilevato le Acciaierie e ne riassumerà tutti i 2200 occupati, per un investimento complessivo di un miliardo di euro. Prevista poi la realizzazione di un polo nazionale per la demolizione delle navi in grado di dare lavoro a 250 persone. A Piombino inoltre GE Oil&Gas vuole costruire una piattaforma per assemblare moduli per l’estrazione di greggio in mare (strutture alte più di 8 piani e del peso di 4 mila tonnellate) investendo 40­50 milioni e creando circa 350 posti di lavoro. Funzionale a tutti questi progetti l’escavo fino a 20 metri dei fondali, ormai in fase conclusiva, la realizzazione e l’ammodernamento di strade e ferrovia. Un capitolo per cui Governo e Regione si sono impegnati per 240 milioni di euro. “Il porto –dice Boni­ deve diventare
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un ‘gate’ commerciale e logistico, funzionale all’economia dell’intero territorio e di tutta la Toscana del sud.

E’ targato GE Oil&Gas anche il progetto Zakum nel porto di Marina di Carrara. Si tratta anche qui dell’assemblaggio di sei moduli energetici per sfruttare un giacimento di petrolio a nordovest di Abu Dhabi. Attesi 12 milioni di euro di investimenti e 1300 posti di lavoro. Il porto di Marina di Carrara si è sempre caratterizzato soprattutto per la movimentazione di marmi e graniti. Il masterplan dei porti toscani ne prevede ora l’ampliamento, con il potenziamento del porto commerciale e la realizzazione di un porto turistico, funzionale sia allo sviluppo del diportismo nautico, sia alla cantieristica da diporto. In quest’ottica sarà realizzata una nuova gru da 150 tonnellate (costo 3 milioni di euro) e il dragaggio dei fondali a 12,5 metri.

Insomma tanti progetti che danno speranza, su cui incombe però la riforma della legge sui porti. “Il Governo –dice Boni­ intende intervenire sulla legge 84/94 senza coinvolgere il sindacato, con provvedimenti di liberalizzazione selvaggia partendo dalla cancellazione delle ex compagnie portuali, fino a mettere in discussione servizi di interesse generale volti alla sicurezza, come i servizi tecnico nautici.” Nella rioganizzazione delle autorità portuali poi si ipotizza che Livorno insieme a Piombino siano accorpate a Civitavecchia e Marina di Carrara con la Spezia. Scelte che non piacciono alla Fit. “Spostare il baricentro da una parte verso la Spezia e dall’altra verso Civitavecchia –dice Boni­ ci sembra miope, non si tiene conto delle specificità e dei traffici e si penalizza la Toscana, compromettendone le opportunità di sviluppo. Auspichiamo un intervento della Regione per riaffermare che lo sviluppo passa dalle sinergie e dalla collaborazione e non dalla concorrenza sullo stesso territorio e anche da una discussione seria nelle commissioni parlamentari per affermare un modello efficiente ed efficace lontano dai soliti giochi di poltrone che nulla hanno a che fare con lo sviluppo e la crescita del nostro Paese.”
Firenze, 06 Luglio 2015

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