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Mobilità ferroviaria: dove vuole andare il Comune di Firenze ?

OLYMPUS DIGITAL CAMERABoni: “Il sindaco di Firenze sembra perseguire una visione di mobilità chiusa dentro le mura, che non tiene conto dei collegamenti con il resto della Toscana e dell’Italia. Ma non è lui il sindaco Metropolitano ?”

COMUNICATO STAMPA

“Abbiamo l’impressione che il Comune di Firenze voglia starsene in disparte e riaffermare la centralità fiorentina, senza più una discussione con il territorio, per realizzare una mobilità che non tiene conto di una visione complessiva, regionale e nemmeno nazionale.” A dirlo è il segretario della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, dopo le prese di posizione di Palazzo Vecchio su alta velocità e sul futuro della Stazione Leopolda.

“Oggi – nota Boni – è veramente difficile capire quale siano le intenzioni del Comune di Firenze, rispetto alle infrastrutture ferroviarie e ai collegamenti con il resto della Toscana. Di certo registriamo un cambio di rotta rispetto ad una visione complessiva che concepiva Firenze e la Toscana come unico territorio, da rendere sempre più vivibile e sostenibile con una rete di trasporti al servizio di tutti i cittadini toscani.”

“Come un fulmine a ciel sereno – continua il segretario Fit – durante una festa estiva a fine giugno, il sindaco ci ha annunciato il blocco dei lavori della TAV a Firenze perché opera nazionale che apparentemente non porta benefici immediati ai propri cittadini. I cantieri aperti, sia nella zona dei Macelli che nella zona di Campo di Marte, le pesanti penali da pagare alle società appaltatrici dei lavori, i soldi già spesi, gli espropri effettuati, le opere già realizzate, sono evidentemente problemi di altri. Ad agosto poi abbiamo appreso dalla stampa che la ferrovia fra la stazione di Firenze Leopolda e la stazione di Empoli (Piagge-San Donnino-Signa-Lastra a Signa-Montelupo Fiorentino) riattivata solo nel 2009 con un impegno di spesa da parte delle Ferrovie di circa 25 milioni di euro, chiuderà i battenti entro il 31 dicembre 2016 e i doppi binari, il sedime, i territori adiacenti, passeranno gratuitamente al Comune di Firenze in attesa della realizzazione della linea tranviaria 4, peraltro ancora da progettare e sopratutto da finanziare. Inoltre si prevede la ricollocazione dei 9-10 treni che oggi servivano quella tratta, dirottandoli nella già congestionata stazione di Santa Maria Novella (a tutto svantaggio dei treni locali e regionali) e la messa in vendita, da parte delle FS dell’area (circa 60mila mq.) delle ex Officine Grandi Riparazioni e di parte della Stazione Leopolda.”

“Fatti che – prosegue Boni – disegnano un quadro disomogeneo, sganciato da una logica complessiva di mobilità sostenibile, che non tiene conto dei tantissimi pendolari e lavoratori (nessuna linea tranviaria passa per l’Osmannoro, cuore logistico-industriale della Toscana), né delle infrastrutture a carattere nazionale. Una visione miope, di una Firenze rinchiusa in sé stessa e per la quale tutto ciò che sta fuori dai confini comunali non interessa, come i 220mila viaggiatori che tutte le mattine arrivano a Firenze Smn.

“A questo punto – chiede il segretario Fit – è opportuno che il sindaco di Firenze scopra le carte, indichi la strada che vuole percorrere e dove vuole andare, come pensa debba essere integrata la città metropolitana (che proprio lui guida) con il territorio toscano e con quello nazionale e sopratutto come pensa di rendere un servizio efficiente e sicuro ai cittadini, mancando una visione generale e un progetto concreto, che coinvolga la società civile, i sindaci e gli amministratori del territorio e la Regione stessa.”

“Per quanto ci riguarda – conclude Boni – vorremmo capire quale sarà lo sviluppo e l’integrazione delle infrastrutture, sia tranviarie che ferroviarie e come si pensa di salvaguardare e sviluppare l’occupazione in questi settori, in una visione che sia al servizio dei cittadini e dei milioni di pendolari, lavoratori e turisti, che tutti i giorni vivono e frequentano Firenze, in una visione toscana e nazionale. La Fit è assolutamente contraria allo sperpero di denaro pubblico, al buttar alle ortiche i piani di sviluppo sostenibile fino ad oggi portati avanti senza una valida alternativa, a qualsiasi speculazione edilizia e a nuovi progetti di viabilità che rispondano solo a interessi particolari.”

Firenze, 8 Settembre 2016

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