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Nuovo codice della strada: quali implicazioni per chi guida per lavoro?

incidente atafNuova legge sul Codice della Strada: serve maggiore chiarezza dopo l’introduzione del reato di omicidio stradale. Ogni giorno, ormai da anni, si verificano sulle strade italiane incidenti gravissimi, in cui vittime innocenti muoiono o subiscono gravi lesioni a causa dei pirati della strada. Gente che in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o semplicemente esaltati della velocità, che scorrazza a cuor leggero, consapevoli che in caso di sinistro, anche grave, il castigo che la legge impone non sarebbe stato, poi, così pesante. Per anni, le associazioni delle vittime della strada si sono battute per avere una legge più severa per queste situazioni.

Per questo motivo il legislatore è intervenuto gradualmente, nel corso degli ultimi anni, per cercare di garantire sempre di più la sicurezza stradale ai cittadini. Con il 2016 il Codice della Strada ha subito delle variazioni: è stata introdotta la legge sull’omicidio stradale che prevede quanto di seguito riportato.

Omicidio stradale:

Oggi è un reato autonomo, che prevede tre varianti:

  1. resta la pena già prevista (da 2 a 7 anni, articolo 589 c.p.) per l’ipotesi base, quando la morte sia stata causata violando il codice della strada;
  2. la seconda variante prevede da 8 a 12 anni di carcere per chi provoca la morte di una persona sotto effetto di droghe o in stato di ebbrezza grave (con un tasso alcol alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro);
  3. la terza fattispecie contempla la reclusione da 5 a 10 anni se l’omicida si trova in stato di ebbrezza più lieve (tasso alcolemico oltre 0,8 grammi per litro) o abbia causato l’incidente dopo condotte pericolose (eccesso di velocità‐oltre i 70 km/h in strada urbana e superiori di 50 km/h rispetto alla velocità consentita in strada extraurbana – guida contromano, sorpassi, inversioni a rischio ecc.).

Lesioni stradali:

Invariata la pena base (se provocate per violazione al codice della strada), rialzi notevoli di pena invece se il guidatore è ubriaco o drogato.

Previsti , infatti, da 3 a 5 anni per le lesioni gravi da 4 a 7 per quelle gravissime. In ogni caso, se il conducente ha causato l’incidente per via di condotte pericolose, scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per le lesioni gravi e da 2 a 4 anni per quelle gravissime.

Cosa cambia per i conducenti di mezzi pesanti?

L’ipotesi più grave di omicidio stradale e di lesioni si applica ai camionisti e agli autisti di autobus anche in presenza di un tasso alcolemico sopra gli 0,8 g/l anziché di 1,5.

Quando scatta la revoca della patente?

La revoca scatta in caso di condanna o patteggiamento per omicidio o lesioni stradali gravi. La nuova patente potrà essere acquisita dopo 15 anni in caso di omicidio o dopo 5 anni per lesioni stradali. Da precisare che questi termini minimi possono essere aumentati nelle ipotesi più gravi, (esempio se il conducente è fuggito dopo l’incidente).

Premesso che i lavoratori che conducono i mezzi pubblici sono altamente professionalizzati e sottoposti a rigorosi controlli sia sulle capacità di guida che sull’assunzione di alcol o sostanze psicotrope, di per sé una buona base di garanzia per i passeggeri, ciò non di meno rimangono elementi di criticità connessi alla segnaletica stradale, alla manutenzione delle strade, all’applicazione delle norme del codice della strada, che creano non poche difficoltà a chi quotidianamente è chiamato a sostenere il peso del trasporto pubblico. Ci pare necessario portare in evidenza le criticità ancora presenti al fine di poter tutelare meglio i lavoratori del settore.

Intanto, ci preme sottolineare che cittadini onesti e ligi alle regole che solo per imprescindibili casualità si trovano coinvolti in un incidente, non possano venire paragonati ai pirati della strada che colposamente o dolosamente guidando mettono a rischio la loro incolumità e quella degli altri.

La Fit/Cisl si vuole impegnare per mettere sotto i riflettori il lavoro di autista e vuole sollecitare in particolare l’intera filiera che si occupa del TPL, dai Responsabili della gestione delle strade e delle autostrade agli Enti pubblici preposti alla gestione della viabilità, fino ai Direttori d’esercizio delle aziende presenti sul territorio italiano, affinché mettano in campo tutti gli accorgimenti utili per garantire la sicurezza sia ai passeggeri che agli autisti che tutti i giorni sono impegnati in un faticoso servizio indispensabile per la collettività.

Ma non solo, la Fit/Cisl chiede il ripristino di un adeguato flusso di finanziamenti pubblici che possa far diminuire la vetustà di mezzi affinché siano dotati delle più moderne tecnologie per la sicurezza a supporto del gravoso lavoro dell’autista. L’età media degli autobus Italiani ha sorpassato i 12 anni (12,2 anni), il confronto con l’Europa è impressionante. In Italia l’autista è costretto ad eseguire i servizi con bus vetusti che hanno percorso milioni di chilometri, molte volte privi di impianti di climatizzazione sufficienti a garantire un microclima accettabile, come previsto dalla legge europea 81/08, incidendo così negativamente sulla sicurezza del trasporto.

Da molti anni la FIT denuncia situazioni insostenibili per la loro pericolosità, fatti che si verificano sulle strade sia urbane che extraurbane, criticità che si creano quando un bus sta percorrendo un tratto di strada collinare o montana, quando si effettuano manovre all’interno di piccole aree suburbane, etc. Con questa legge tutto si è molto complicato e pertanto dobbiamo fare in modo che le norme siano più chiare possibili per rendere il trasporto pubblico sempre più sicuro. Purtroppo fino ad ora, le risposte degli Enti preposti e delle Aziende sono spesso state evasive e comunque prive di reale efficacia.

La FIT/Cisl chiede di fare chiarezza per assicurare, a tutti gli autisti, la giusta serenità nello svolgimento del servizio. Serve che le autorità competenti intervengano urgentemente attraverso una circolare applicativa, per garantire, a chi con la patente di guida svolge il proprio lavoro, certezza su tutti gli aspetti della nuova legge, per assicurare più tutele al personale. E’ nostra intenzione coinvolgere le altre OO.SS Regionali della Toscana per intraprendere tutte le iniziative necessarie a mettere in sicurezza il comparto, interessando anche le Segreterie Nazionali.

Dobbiamo garantire più tutele al personale autista e soprattutto, risolvere tutte quelle situazione contraddittorie e talvolta assurde, per rendere, sia le strade che il trasporto pubblico, stabilmente e realmente sicuro.

Firenze 30 maggio 2016

La Segreteria Regionale

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