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RFI: la nuova organizzazione del lavoro varata nel 2009 fa acqua da tutte le parti

La Segreteria Regionale Toscana, insieme al gruppo dirigente dell’area contrattuale Ferrovie, si é riunita il 13 marzo 2012 per fare il punto complessivo dell’infrastruttura FS nell’ex compartimento di Firenze ed in particolare analizzare anche la struttura organizzativa e le eventuali ricadute sul lavoro.

Nel periodo che va dal 1999 e fino al 2008, l’organizzazione del lavoro nella società RFI era strutturata principalmente in due Direzioni operative; la Direzione Infrastrutture che comprendeva tutto quanto inerente i binari e linee elettriche, investimenti AV ed altre attività connesse; la Direzione Movimento che comprendeva tutto quello che riguardava la circolazione dei treni con giurisdizione su tutte le stazioni, oltre ad una struttura snella a supporto delle stesse, denominata “Personale ed Organizzazione”, formata da poche persone e al servizio delle due direzioni che si occupava di procedure amministrative/legali e di personale, soprattutto in caso di assunzione. Tutte le strutture avevano sede a Firenze. Sommariamente questo tipo di organizzazione consentiva di operare in maniera puntuale e veloce, dando risposte di efficienza sia nella manutenzione che nel movimento e sul personale in termini di spostamenti/trasferimenti nonché anche riconoscimenti qualitativi, sempre tenendo fede alla professionalità e al lavoro.

Il gruppo Dirigente Nazionale di Rete Ferroviaria decide che, dopo circa un decennio, è giunta l’ora di cambiare e, dopo diversi anni di discussione, mettono in campo una nuova organizzazione che, per quanto ci riguarda, ancora oggi non sappiamo se dettata da vere esigenze organizzative o più semplicemente da motivi interni di riequilibrio e riposizionamento di taluni dirigenti rispetto ad altri. Nel 2009 viene calata, senza nessun accordo con il sindacato, una nuova organizzazione del lavoro denominata “Direttrice” scavalcando i consueti territori regionali e ribaltando così tutti i riferimenti finora seguiti. Infatti assistiamo alla nascita, con sede Firenze, di una Direzione Produzione, che si occupa sia delle linee regionali che di quelle veloci, della circolazione dei treni regionali e delle stazioni connesse. Dall’altra parte nasce una Direzione con sede Bologna, che gestisce la Circolazione dei treni della rete Dorsale e tutta l’alta velocità, comprendendo l’SCC/DCO di Campo Marte e fino a Roma; contemporaneamente nasce anche un’ulteriore Direzione con sede a Genova, che gestisce la Circolazione dei treni della rete Tirrenica comprendendo l’SCC/DCO di Pisa fino a Roma.

Oltre a ciò, è stata creata a Firenze una struttura di “Personale e Organizzazione” con molti addetti; struttura che ha giurisdizione sia sull’Emilia che sulla Toscana, con lo scopo di controllare/monitorare i costi operativi in generale, le spese correnti, i costi del personale a qualsiasi titolo. Una struttura dipendente gerarchicamente da Roma che risponde solo a logiche centrali e con obiettivi di risparmio e contenimento dei costi. Gli investimenti AV o semplicemente anche altre opere di investimenti infrastrutturali come raddoppio dei binari ecc. sul nostro territorio, sono direttamente relegate ad altre strutture che non stanno in Toscana.

Dopo circa tre anni, possiamo tranquillamente affermare che la nostra regione ha fatto passi indietro, in quanto ad oggi stiamo portando a termine solo gli indirizzi e gli investimenti programmati fino al 2008 dopodiché non è stato messo in campo niente altro. Infatti, da una parte la struttura di Personale e Organizzazione ha messo un cappello su tutte le spese, sia che riguardino le strutture di ufficio che quelle dell’esercizio ferroviario, limitandole all’indispensabile e, dall’altra ha effettuato una stretta sul personale agendo in vari direzioni: uscite incentivate e/o uscite tramite il fondo di sostegno al reddito senza nessun accordo con questa organizzazione e neanche dietro una parvenza di nuova organizzazione del lavoro; blocco dei trasferimenti a qualsiasi titolo; blocco delle aspettative di carriera; blocco delle assunzioni nonostante esistano documenti firmati dalla stessa struttura che subito dopo li ha rinnegati. Stessa cosa anche per quanto riguarda gli investimenti; basta guardare il rallentamento dei progetti, fatti cadere nel dimenticatoio, come per esempio il raddoppio ferroviario Pistoia/Lucca, oppure gli investimenti sulla tratta ferroviaria Empoli/Granaiolo ecc., nonostante vi fossero accordi e impegni presi e firmati nel 2008.

La situazione ha toccato il fondo ed è balzata sotto gli occhi di tutti, quando pochi centimetri di neve sulla costa livornese e nel territorio senese hanno creato soppressioni di treni uno dietro l’altro lasciando i viaggiatori senza informazioni certe né sulle partenze né tantomeno sugli arrivi dei treni. La cosa che però non si vede, è che sul piano operativo interno la burocrazia è opprimente; la Direzione produzione e le Direzioni che si occupano della Circolazione dei treni AV e/veloci, per intervenire, devono confrontarsi sul piano del lavoro e sugli obiettivi da raggiungere, ed avere le necessarie autorizzazioni dalla struttura Personale e Organizzazione, la quale, deve monitore i costi/benefici e alla fine approvare gli stessi in qualsiasi circostanza. Altre volte invece, senza una logica apparente, assistiamo a provvedimenti sul personale (trasferimenti , avanzamenti, ecc.) predisposti da quest’ultima struttura, senza che le Direzioni utilizzatrici ne abbiano richiesto l’urgenza e quindi sembra che siano completamente sganciati rispetto alle necessità reali. Non so se abbiamo reso l’idea, ma tutto è rallentato, e tutto si può fare solo se autorizzato preventivamente o a sanatoria da una struttura che risponde a Roma e che non tiene minimamente conto delle esigenze del territorio. Siamo all’assurdo.

Come Sindacato non abbiamo un interlocutore con cui sottoscrivere accordi reali, in quanto molto spesso, quello che va bene al lavoro e alla manutenzione (Direzioni produzione e Direzioni circolazione dei treni) non coincide con gli interessi di risparmio, di economia e di razionalizzazione della struttura Personale e Organizzazione, con il risultato che molto è affidato alla buona volontà dei ferrovieri che tutti i giorni cercano di fare il massimo per garantire efficienza all’infrastruttura.

Come Fit/Cisl abbiamo denunciato tale situazione da tempo e proclamato unitariamente azioni di sciopero, come quello del prossimo 27/28 marzo di 24 ore, manifestazioni per sensibilizzare la Holding FS, il Gruppo Dirigente Locale e Nazionale di RFI. La situazione che si è creata sta comprimendo e mortificando il territorio, bloccando qualsiasi tentativo di sviluppo ed occupazione. Tutto il nostro ragionamento naturalmente si riferisce alle linee tradizionali anche perché, fermo restando che sotto la giurisdizione della struttura “Personale e Organizzazione” ci sono anche le linee AV, in merito all’autorizzazione dei costi del personale, notiamo che per quest’ultime non si bada a spese in quanto tutto deve funzionare alla perfezione. Un piccolo inciso: su 100 persone che prendono il treno solo 5 si servono dell’alta velocità e molto spesso il biglietto viene pagato dall’azienda per cui lavorano, mentre gli altri 95 si servono dei treni regionali o a lunga percorrenza.

Bisogna cambiare, riportare al centro i treni dei pendolari e i treni lunga percorrenza, garantire la mobilità anche a chi non prende l’AV; insomma rendere dignità al lavoro, riportare al centro l’organizzazione che deve rispondere laddove si fa produzione, rendere “potere” decisionale alle strutture operative sia in termini di investimento manutentivo, sia per quanto riguarda il personale in termini di operatività, quantità e qualità occorrente. Bisogna cambiare anche sul piano delle relazioni sindacali, partendo dal rispetto reciproco e dalla voglia di ascoltare anche la voce dei lavoratori, che molte volte non è in contrapposizione ma, collaborativa ed indirizzata a risolvere problemi, sia in termini di lavori da fare ma anche sui provvedimenti da prendere in tema di sicurezza negli impianti.

A questo punto è necessario un interessamento degli Enti Locali ed in particolare della Regione Toscana, nonché di tutti i Parlamentari eletti nel nostro territorio, al fine di verificare la veridicità di questo documento e di conseguenza assumere le decisioni necessarie per riportare sul territorio le strutture decisionali del lavoro e dell’efficienza organizzativa con un piano di sviluppo sia infrastrutturale che occupazionale.

Insomma invertire la rotta; noi siamo disponibili ad aprire un confronto serio ed a parlare di lavoro e sviluppo. In difetto, non ci stiamo e quindi ognuno farà la propria parte, ma consapevoli che un’organizzazione così fatta porterà al blocco delle lavorazioni, degli investimenti e ad un ridimensionamento delle capacità ricettive dell’infrastruttura tradizionale, quella di cui usufruiscono i pendolari/lavoratori.

Firenze 13 marzo 2012

La Segreteria Regionale Toscana

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