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Tpl gomma a che punto siamo?

La Fit/Cisl Toscana, il 04 gennaio 2013, ha fatto il punto sul TPL (gara regionale) per verificare dove siamo arrivati, le difficoltà che ancora persistono e le proposte che possiamo portare avanti, per dare speranza e futuro a questo settore, fortemente penalizzato in quest’ultimi anni.

Dobbiamo partire dall’accordo del 15 giugno 2012, sottoscritto da tutte le OO.SS Filt-Fit-Ugl-Faisa e la Regione Toscana; nello stesso veniva messo al centro il TPL gomma come sistema di trasporto collettivo per la crescita e lo sviluppo del sistema toscano per i prossimi anni, individuando i tempi della Gara per assegnare il servizio, le risorse necessarie anno per anno, le risorse aggiuntive per il lavoro e il sostegno al reddito, con un impegno finanziario sostenuto anche dagli Enti Locali (Comuni e Province). Un accordo importante, che individuava le responsabilità ad ogni livello e, che, per la prima volta, stabiliva le risorse finanziare necessarie per garantire i livelli minimi di servizio ai quali non si poteva derogare. L’accordo ha assicurato risorse certe rispetto anche ai provvedimenti del Governo di luglio us, della spending review, della riforma delle Province, vincolando tutti i soggetti a garantire le risorse individuate, affinché non fossero dirottare ad altri capitoli di spesa.

Ad ottobre 2012 come previsto, la Regione Toscana ha effettuato il bando di Gara Europeo per il TPL, recependo, attraverso una manifestazione d’interesse, le domande delle imprese interessate, le quali poi, a seguito della pubblicazione del bando vero e proprio per l’assegnazione del servizio da parte della Regione, presumibilmente nella primavera del 2013, faranno la propria offerta vincolante per gestire il Trasporto Pubblico locale su gomma in Toscana per i prossimi 9 anni. Una notizia positiva è quella che tutte le aziende storiche toscane si sono messe insieme attraverso un consorzio e hanno presentato un’unica domanda d’interesse per la gara regionale.

Nel mese di novembre 2012 si sono sentiti i primi scricchiolii del Governo Monti e della impossibilità dello stesso di riuscire a convertire in legge tutta una serie di decreti con scadenza dicembre 2012, compreso anche quello della riorganizzazione delle Province, le quali, intuita la situazione, hanno ricominciato ad interferire anche nella programmazione dei trasporti pubblici locali. Proprio in quel periodo abbiamo registrato diversi incontri promossi dalle Province, in particolare ad Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, etc., con le OO.SS Provinciali; in essi veniva messo in evidenza, dai vari assessorati, l’impossibilità a rispettare l’accordo del 15 giugno 2012, sia in materia finanziaria (meno 10 milioni di euro circa sui 15 complessivi, derivante dall’iva sui finanziamenti totali di loro competenza) ma anche, per quanto riguarda i servizi da mettere a gara. In sostanza, le Province, vanificando l’accordo, non sono intenzionate ad affidare tutto il servizio TPL alla gara regionale, ma riservare una quota consistente di servizi da far confluire in una gara provinciale.

A nostro vedere, altrimenti non si capirebbe dove stia la convenienza, quanto sopra avrebbe come unico scopo, l’applicazione al soggetto vincitore, di un contratto diverso dal CCNL autoferrotranvieri; questo significherebbe fare dumping sul lavoro e sui diritti dei lavoratori, violando il principio per cui “a lavori uguali stesse retribuzioni e diritti”. Inoltre, in queste riunioni, nel sottolineare che mancano le risorse da parte delle Province, veniva ipotizzato, anche se in maniera indiretta, che la gara potesse slittare a sinedie, così come, in maniera velata, si invitavano le OO.SS a denunciare questa situazione di mancanza dei fondi per garantire i servizi attuali, alzando quindi il “conflitto” e ribaltando sulla Regione, sul Governo, o su chi che sia, l’onere di trovare i finanziamenti necessari perché gli Enti Locali territoriali non sono in grado di garantire i servizi.

Una situazione che, come Fit/Cisl non possiamo non denunciare; una situazione dove ancora una volta la politica privilegia situazioni che non fanno il bene di tutta la collettività, ma salvaguardano lo status quo, nonostante gli assurdi costi della politica, degli Enti inutili, degli Enti che controllano altri Enti; come sempre, alla fine non si trovano i soldi per i servizi ai cittadini perché nessuno vuole fare un passo indietro, nessuno prende decisioni, nessuno si assume le responsabilità. Le Province “resuscitate” hanno capito subito che bisognava smarcarsi da una visione completa regionale, con il compiacente silenzio dei Comuni più grandi che indirettamente hanno appoggiato il riaffermarsi dei localismi territoriali.

La Fit/Cisl richiama l’accordo del 15 giugno 2012, che è per noi una pietra miliare, dove il sindacato è pronto a fare la sua parte ma anche tutti gli altri soggetti firmatari devono rispettare. La Regione in primo luogo deve garantire, nella fase transitoria del 2013 e fino all’assegnazione al vincitore della gara, gli stessi fondi stanziati nel 2012 comprensivi di indicizzazione, oltre alla differenza mancante, derivante dall’iva per circa 5 milioni di euro; in secondo luogo, deve fare il prima possibile, il bando di gara, in maniera da togliersi dalle secche e chiudere tutte le possibili rivendicazioni e balletti di responsabilità. Il bando deve essere unico per tutta la Regione; non ci possono essere altri 10 bandi provinciali dove ognuno fa il bello e cattivo tempo. Le Province e i Comuni devono prima di tutto togliersi l’idea di fare cassetta sui lavoratori e, come previsto dall’accordo del 15/06/12, devono garantire i finanziamenti previsti per la gara e anche, nella fase transitoria, i circa 10 milioni di euro di loro spettanza, e inserire tutti i servizi previsti nella gara regionale.

In questo contesto crediamo sia necessario rimettersi ad un tavolo il prima possibile, con tutti i soggetti firmatari dell’accordo del 15 giugno 2012 compresi i Comuni e le Province, per individuare con chiarezza le responsabilità e chi non vuole la riforma del TPL; riforma che per noi, in questo momento di profondi cambiamenti e di mancanza di risorse, rappresenta una salvezza per il lavoro, per garantire i servizi ai cittadini e l’opportunità di futuro per migliaia di lavoratori della nostra Regione. Non si può scherzare con i cittadini , né con i lavoratori coinvolti, che in questa riforma che ci hanno creduto e che la vedono come unica alternativa alla precarietà e alla disoccupazione.

La Segreteria Regionale

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