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Trasferimento uffici RFI di Firenze: forse la soluzione indiduata non è la meno costosa

5187-02-44-44-7160Come Fit/Cisl Toscana, il 30 giugno, abbiamo analizzato la situazione del Gruppo FS nel territorio fiorentino in particolare sulle riorganizzazioni/ricollocazioni degli uffici di RFI che si sono succedute in quest’ultimi anni. Da una prima analisi si riscontra che alcune strutture/funzioni come P.O., Terminali e Servizi, Firenze Nodo, ex Strutture Centrali Nazionali ed altre articolazioni, (circa 170 persone), sono collocate nella stazione di Firenze SMN in locali di proprietà di RFI mentre altre, come la direzione D.T.P., gli Investimenti ed altre ex strutture Centrali Nazionali (circa 140 persone) sono collocate nella palazzina zona Porta a Prato FI, in locali di proprietà della società Sistemi Urbani (sempre gruppo FS), la quale ha stipulato un contratto di affitto con RFI con scadenza nel 2017.

Oggi tutto sembra precipitare, in quanto la società Sistemi Urbani improvvisamente/anticipatamente, ha necessità di rientrare nella disponibilità della palazzina di Porta a Prato e quindi chiede ad RFI di rendere la palazzina libera da cose e persone collocando il personale in altra zona. Fino a qui nulla di particolare. Quello che però ci mette nelle condizioni di scrivere sono alcune indiscrezioni che vedrebbero collocare il personale situato nella palazzina zona Porta a Prato in un fabbricato di proprietà di RFI situato in zona Firenze Rifredi, il quale sembra sia in condizioni generali precarie, tanto è sembra occorrano circa 3 milioni di euro per poterlo sistemare e renderlo idoneo ad uso ufficio.

In questo contesto di particolare difficoltà in cui versa il Paese a causa della forte diminuzione dell’occupazione, di tagli lineari agli investimenti, di tagli ai trasporti in genere, etc, ci sentiamo obbligati a dire la nostra in merito alla collocazione del personale, sopratutto in un contesto riorganizzativo dove, prima di andare a spendere dei milioni di euro in ristrutturazione di fabbricati e disperdere il personale direttamente collegato, lontano dalle altre strutture di RFI, forse è meglio guardarsi intorno e vedere se ci sono altre alternative meno costose.

Per esempio noi pensiamo che in un ambito di ottimizzazione e riorganizzazione, alcuni spazi si possono ricavare negli ambienti che già oggi sono occupati da RFI nella stazione di Firenze SMN, come anche altri spazi identificati come “verdi” sempre a FI SMN; si possono sfruttare poi eventualmente dei locali, circa 1.000 mq., sempre nella disponibilità di RFI, situati nella stazione di Firenze SMN e precisamente al binario 16, oggi occupati dalla polizia ferroviaria, che nel giro di un paio d’anni (circa lo stesso tempo per ristrutturare la palazzina a Rifredi) si trasferirà, fuori dalla stazione, in una palazzina sempre di proprietà di RFI. Come primo risultato si avrebbe il ricompattamento di tutti gli uffici di RFI nella stazione di Firenze SMN e contemporaneamente sinergie fra strutture anche finalizzati ai rapporti con gli enti Locali e la Regione. In secondo luogo non si darebbe corso alla spesa di circa 3 milioni di euro che, invece possono essere impegnati sempre sul nostro territorio per sistemare alcune problematiche logistiche negli impianti di esercizio che necessitano in tutte le zone e tronchi e fare diverse assunzioni di personale operaio della manutenzione infrastrutture che sistematicamente viene negato al sindacato per problemi di bilancio.

Una proposta che, riteniamo di buon senso, dove tutti dirigenti del gruppo FS sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità senza perdere tempo, che deve tenere al centro criteri oggettivi rispetto alle risorse finanziarie da utilizzare, rendendo pubblica alla fine la soluzione adottata. Si tratta in ogni caso di denari della collettività in quanto, l’azionista unico del gruppo FS è il Ministero del Tesoro. Su questo tema ci aspettiamo una risposta e la massima trasparenza.

Stefano Boni

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