CONGRESSO REGIONALE 2022

Relazione Congressuale del Segretario Generale Franco Fratini a nome della Segreteria FIT CISL Toscana

 

Relazione congressuale a nome della Segreteria FIT/CISL Toscana

-Franco Fratini-

 

            Benvenuti al XII° Congresso Regionale della Fit/Cisl Toscana e, come avete potuto vedere dalle immagini, benvenuti nel gruppo della FIT Cisl. Ringrazio per la presenza gli invitati rappresentanti delle Istituzioni, i Rappresentanti delle imprese, i Rappresentanti delle Società di trasporto e dei servizi, ed in particolare gli Attivisti e i Delegati, uomini e donne della FIT/CISL che con il loro impegno, la loro passione e la loro partecipazione attiva hanno permesso di celebrare questo Congresso. Inoltre un ringraziamento sentito va a tutta la Cisl, partendo dalla Segreteria Nazionale della FIT/Cisl oggi presente con tutti i suoi componenti e con il Segretario Generale Salvatore Pellecchia, alla segreteria Regionale USR Cisl Toscana, alle altre Federazioni Cisl della Toscana e ai colleghi delle Organizzazioni sindacali Filt e Uilt, che con la loro presenza valorizzano il nostro Congresso.

Premessa

La celebrazione del Congresso è un avvenimento importante per la nostra Organizzazione, è il momento in cui si parla di noi, di quanto fatto, dei risultati raggiunti, ma anche di ciò che non ha funzionato e dei miglioramenti che intendiamo apportare alla nostra azione, per essere sempre più performanti a vantaggio dei lavoratori che rappresentiamo. Le assemblee congressuali sono un fondamentale momento di confronto, ma anche il luogo deputato a fare sintesi e ad elaborare le proposte per rafforzare la rappresentanza e la rappresentatività, per saper coniugare i bisogni dei lavoratori, attraverso la soluzione degli stessi nelle piattaforme contrattuali. È necessario analizzare quanto fatto fino ad oggi per tracciare la strada del domani, che deve prioritariamente interessare e coinvolgere i lavoratori, farli protagonisti del proprio futuro attraverso la partecipazione attiva, sia nelle riunioni sindacali che ai tavoli di trattativa con le Imprese e le Istituzioni. Le nostre assemblee congressuali nei territori hanno toccato temi e valori a noi cari, quali: autonomia sindacale, partecipazione, responsabilità, solidarietà e confederalità, lanciando un forte messaggio di speranza per il presente e per il futuro del nostro paese. Crediamo che sia proprio questo il compito delle Federazioni che rappresentano l’interfaccia fra le imprese e i rappresentanti sindacali aziendali, che hanno il compito di analizzare e proporre soluzioni che vadano nella direzione confederale Cisl, senza forzature ma ricercando sempre, attraverso il confronto, soluzioni condivise nell’interesse generale.

Il 2022 è ancora un anno di transizione, il contesto in cui ci muoviamo in ambito mondiale è ancora di grande difficoltà sanitaria; in Europa e nei paesi a maggior tasso di benessere s’intravedono timidi segnali di miglioramento che inducono a sperare di essere giunti alla fine di questa immane tragedia, e sono molti i paesi che in questo periodo si apprestano a una riduzione delle misure anti Covid fin qui adottate e fra questi l’Italia. Purtroppo, nel resto del mondo la situazione è ben diversa, la pandemia è ancora in fase di espansione e il rischio di nuove varianti è reale.  Per questo è indispensabile che i paesi più ricchi si facciano carico, anche nel loro stesso interesse, di estendere la copertura vaccinale a tutta la popolazione mondiale, in modo particolare prendendosi cura delle nazioni con maggiori difficolta economiche e organizzative. L’avvento della pandemia ha messo a nudo le fragilità della nostra società e in luce le manchevolezze che la globalizzazione degli ultimi decenni ha prodotto. La crisi sanitaria è andata di pari passo con quella economica, il crollo del PIL e le chiusure generalizzate hanno creato disoccupazione, il blocco di tante attività economiche e l’impoverimento di milioni di persone, questo anche in paesi fino a questo momento considerati sani e virtuosi. Non possiamo programmare il futuro pensando che niente sia cambiato, perché al contrario, niente sarà come prima. Per questo un cambio di passo non è più rinviabile, è necessario ripensare la nostra società, il nostro modello economico/sociale, le nostre città, il nostro modello culturale, il lavoro e le relazioni, insomma la nostra vita di tutti i giorni.     

Italia

Il nostro Paese in questa fase sembra avvantaggiarsi di tutte quelle misure che anche con severità il governo ha messo in campo in questi anni di pandemia. Il Pil è pronosticato in grande crescita e l’Italia è investita da una rinnovata e generalizzata fiducia. Dobbiamo sfruttare al meglio questa congiuntura favorevole e cristallizzare i risultati in maniera stabile, e per fare questo un cambiamento profondo della nostra società è indispensabile. Due a nostro avviso i macro temi che guidano la parte di cambiamento economico/sociale:

  • la produzione e l’approvvigionamento di energia;
  • lo smaltimento dei rifiuti.

L’inizio e la fine del processo dei consumi e delle produzioni, se vogliamo le facce di una sola medaglia, dove una transizione ecologica del sistema non è più rinviabile.

È necessario che il nostro Paese raggiunga in tempi rapidi una produzione di energia rinnovabile in quantità sufficiente ai bisogni di imprese e famiglie, svincolandosi dalle importazioni e dai vincoli economici imposti dai paesi produttori; anche il “rifiuto urbano”, utilizzato in maniera eco compatibile, può diventare una fonte energetica per la produzione di energia elettrica.

Come non sono più rinviabili decisioni e scelte sul tema dello smaltimento e del riciclo dei rifiuti che, contrariamente alla gestione attuale, devono essere considerati come una risorsa e non solo come un problema. Sul tema è necessario un piano nazionale che preveda al suo interno meccanismi automatici di coinvolgimento fattivo delle Regioni. La politica perdente del rinvio delle decisioni e del tirare a campare che ha prodotto solo costi per i cittadini e minore sostenibilità ambientale, non deve più esistere.

In questo contesto, è auspicabile la riconversione verso il mondo delle energie e del ciclo continuo delle materie, ma più in generale dei bisogni del paese, di tutte quelle industrie che per vari motivi sono in difficoltà e rischiano la chiusura dei propri stabilimenti; questa pratica di buonsenso può diventare un importante valore aggiunto, un volano che accrescerebbe un indotto sano, e al contempo darebbe risposte a tutti quei lavoratori che rischiano il posto di lavoro.

È necessario fare Sistema Paese, che non è una affermazione blasfema o indicibile, più semplicemente è necessario imitare nei comportamenti fin qui tenuti i nostri partners europei, e così facendo avvantaggiare di fatto i nostri lavoratori e la nostra economia. La Toscana è un esempio virtuoso di europeismo, il nostro servizio regionale di TPL, così come la tranvia di Firenze sono gestiti da una società francese, e a livello nazionale anche l’AV con Italo ha visto l’alternarsi di capitali francesi, mentre attualmente la proprietà è di un fondo statunitense. Mentre, al contrario, anche avendone i mezzi finanziari e le capacità tecniche, la nostra Trenitalia solo da quest’anno potrà operare sull’Alta Velocità d’oltralpe, sembra impossibile ma non esisteva fino ad oggi reciprocità completa.

Noi crediamo che su questi temi la politica debba fare una profonda riflessione, a cui devono seguire scelte chiare e atti concreti a favore dei cittadini italiani.

Questi temi, insieme a quelli delle infrastrutture del nostro paese, dei trasporti, sia di merci che di passeggeri in ogni modalità, le reti materiali e immateriali, sono da sempre i maggiori, ma non unici, responsabili del mancato sviluppo economico di grandi regioni d’Italia, e di conseguenza della lentezza a progredire di tutto il paese. Certamente sono argomenti di grande impatto, sia culturale che economico, che i governi fino ad oggi succedutisi hanno scelto di non sostenere adeguatamente.

La pandemia ha generato in Europa un modo nuovo di approcciare l’aspetto economico dei paesi membri e all’Italia come ad altri paesi viene messa a disposizione, con il PNRR, una quantità rilevante di danaro. Non la classica boccata d’ossigeno per superare il momento, ma risorse vere per ripensare e costruire un paese nuovo per i decenni a venire.

Queste risorse non rappresentano una regalia, ma sono risorse che dobbiamo restituire nel corso degli anni, impegnando, in questo modo, le generazioni future. Due i driver che devono guidare le scelte che oggi faremo:

  • la consapevolezza che è un percorso una tantum, non abbiamo il colpo di riserva;
  • la certezza che se oggi sbagliamo le scelte saranno i nostri figli e nipoti a pagarne le conseguenze.

Un grande patto sociale oggi e più che mai indispensabile per guidare e portare a compimento le riforme propedeutiche a cambiare il Paese: un fisco più equo per tutti i cittadini, ammortizzatori sociali sostenibili e subito disponibili per i lavoratori, semplificazione della burocrazia, pensioni, mondo del lavoro, con un’attenzione particolare alla piaga degli infortuni e una riforma vera del codice degli appalti.

Le migliori risorse umane prodotte dal nostro paese, del mondo del lavoro, dell’industria, della scuola, della politica, delle Istituzioni e del sociale si devono unire per lavorare, ognuno con le sue competenze, a favore del bene comune, a favore della collettività.

E quando faccio riferimento alle migliori risorse prodotte da questo paese penso al mondo sindacale. Il sindacato non deve essere tenuto ai margini ma coinvolto in maniera fattiva in questo grande processo di cambiamento; la preparazione, la disponibilità e la cultura del bene comune che il sindacato sa esprimere sono valori di cui il paese non può fare a meno. L’interlocuzione con i corpi intermedi non deve essere vista come un intralcio ma come un’opportunità per crescere e per migliorare i provvedimenti. Ricostruire un clima sereno, dove nessuno abbia il monopolio della verità, dove invece, insieme, si possano trovare soluzioni a volte impensabili.

Il cambiamento dell’attuale modello culturale è sicuramente l’altro grande tema che ci coinvolge direttamente tutti, e da cui discendono i comportamenti che giornalmente apprezziamo o disprezziamo. La scuola, ma gli educatori in generale hanno grande rilevanza in questo. Nel contesto appena citato anche noi vogliamo fare la nostra parte, la FIT ormai da anni presenta un progetto da veicolare al mondo della scuola, dalle elementari alle superiori, per educare i ragazzi all’utilizzo del mezzo pubblico inteso come uno strumento che accompagna gli alunni in tutte le fasi della crescita e che appartiene all’alunno stesso. Il progetto si chiama “Sono Stato io” e l’intento è proprio quello di abituare i ragazzi a sentire il mezzo di trasporto come proprio e pertanto a rispettarlo e a consegnarlo in perfette condizioni a chi viene dopo. Un progetto educativo importante che vede l’autorizzazione del MIUR, e che ha riscosso successo fra studenti e insegnanti.  Negli anni, anche dalla Toscana sono arrivati tanti progetti, una iniziativa che ha dato modo ai ragazzi di conoscere il sindacato in veste di soggetto propositivo di principi sociali, culturali, etici ed educativi.

Ma sono necessari anche grandi investimenti sia sulle infrastrutture scolastiche che sul capitale umano, e un raccordo sempre maggiore deve essere instaurato fra mondo del lavoro e scuola in modo da dare certezza di sbocco lavorativo a nostri giovani. Lasciatemelo dire; mai come in questi ultimi anni ho sentito tanta cattiveria, ignoranza e malafede uscire dalle bocche di tanti personaggi pubblici che frequentano abitualmente i media. Sono un pessimo esempio per tutti, e principalmente per i nostri giovani.

Non vogliamo esimerci dall’affrontare la tematica sempre viva dell’unità sindacale, e anche se ultimamente i rapporti fra Cisl, Cgil e Uil, anche a livello regionale, hanno subito qualche momento di arresto e di diversità di vedute e di strategie, crediamo che in tutti i momenti va posto l’accento sull’unità sindacale, tema che va sempre affermato, valorizzato e soprattutto praticato, perché non stabile e ha bisogno di continua manutenzione. La disponibilità ad ascoltare, mediare e fare sintesi, devono essere linee guida per ricercare un intento comune, se serve anche abbassando i toni e smussando le posizioni. Crediamo che insieme siamo più forti nel difendere, tutelare e fare proposte a vantaggio dei lavoratori, dobbiamo vivere la diversità come un valore aggiunto e non come un problema.

Infrastrutture in Toscana

Uno dei temi caldi del prossimo futuro è quello delle infrastrutture; esse rappresentano realmente un’opportunità di lavoro nell’immediato, al momento della realizzazione, e in prospettiva per gli addetti che le faranno funzionare. Le infrastrutture rappresentano anche ammodernamento, efficienza nei servizi e soprattutto una risposta formidabile alla mobilità per milioni di cittadini. Come FIT Toscana siamo convinti che i prossimi anni dovranno veder finalmente realizzati importanti progetti, dei quali si parla da anni e che sono indispensabili, se vogliamo veramente cambiare e ammodernare il territorio e dare vita ad una stagione nuova.

“Prendiamo a riferimento la nostra regione;

  • la realizzazione del sotto-attraversamento della città di Firenze (Tav);
  • la realizzazione del sistema tranviario, sempre a Firenze;
  • realizzazione della linea ferroviaria Osmannoro – Campi per potenziare il trasporto regionale attraverso l’integrazione delle linee tranviarie fiorentine;
  • la realizzazione del termovalorizzatore sempre a Firenze (Case Passerini);
  • il raddoppio ferroviario Pistoia – Lucca (passaggio da Montecatini a raso);
  • gli investimenti per lo sviluppo delle banchine dei porti Toscani (Livorno- Piombino e Marina di Carrara);
  • la Fi. Pi. Li., per l’adeguamento, potenziamento e messa in sicurezza dell’infrastruttura;

 

  • la Grosseto – Fano E78, per la realizzazione del corridoio detto “dei due mari”;
  • l’Autostrada A12 Rosignano – Civitavecchia, (Autostrada Tirrenica);
  • il potenziamento, sviluppo e messa in sicurezza del sistema Aeroportuale Toscano (Master-plan Pisa e Firenze)”.

L’elenco che vi ho appena letto è stato estrapolato integralmente dalla relazione che Stefano Boni, presentò al congresso della FIT Cisl Toscana nel marzo 2017, cinque anni fa.

Niente di più attuale; negli anni di questa lista è stata realizzata una piccolissima parte e senza entrare nei particolari questo elenco potevamo averlo redatto ieri sera. Questo dà la misura dell’immobilismo di cui siamo vittime come lavoratori e cittadini, dà la misura dell’inconcludenza della politica e della necessità di aggiornare all’oggi queste opere.

Queste sono solo alcune delle infrastrutture portate ad esempio, che la Toscana aspetta da anni, e che crediamo sia giunto il momento di terminare, per dare una risposta alla richiesta di efficienza e mobilità sia delle imprese che dei cittadini. La FIT Toscana non si arrende ai tanti vincoli, alle prescrizioni, ai tanti NO che si levano da molti settori che non vogliono fare niente, insiste invece, perché convinta che il futuro passa dalle infrastrutture; il tempo di realizzazione di un’opera infrastrutturale non può e non deve essere una variabile indipendente, se non le realizziamo nei tempi previsti, il territorio, il Paese arretra e i nostri ragazzi non avranno opportunità e futuro per crescere e farsi una famiglia.

Trasporto

Nel nostro paese da anni manca una visione e una progettualità complessiva su come dovrebbe essere il trasporto, inteso come quello delle merci, delle persone e dei servizi correlati. Anche se di trasporti si parla poco, spesso solo in caso di manifestazioni e scioperi, il comparto da solo rappresenta, nell’ambito dei Paesi europei, circa 650 miliardi di euro in valore economico e occupa circa 11 milioni di lavoratori. Anche in Italia rappresenta uno degli assi portanti dello sviluppo, della ripresa e del cambiamento. Il governo deve porvi più attenzione ed elaborare una politica sostenibile, previlegiando i soggetti più competitivi, meno inquinanti e rispettosi dei contratti nazionali e quindi dei lavoratori. Questo deve valere per tutte le modalità di trasporto, eliminando le sovrapposizioni e la concorrenza sleale, che produce solo riduzioni di salari e tutele, in modo da affermare che la politica è al centro e al servizio della collettività. Inoltre, la politica in generale deve fare una analisi complessiva delle politiche neo liberiste portate avanti in questi ultimi decenni, prima attraverso le liberalizzazioni e poi con le privatizzazioni, e verificare le ricadute rispetto al mondo del lavoro, se effettivamente il Paese è migliorato ed è progredito, oppure se si sono verificati altri fattori avversi, che vanno corretti e aggiustati.

Senza questo tipo di analisi e, in questo contesto, se si continua a mettere il lavoro e i lavoratori in posizione di incertezza e precarietà non potremo dare nuovo impulso e speranza di futuro al Paese.

Al pari del patto sociale prima menzionato, anche nei trasporti è necessario qualcosa di analogo, un patto fra i soggetti interessati con il coinvolgimento fattivo delle parti sociali, in modo che i fondi che il PNRR metterà a disposizione, rendendo i trasporti un settore strategico per il paese, siano spesi nella maniera migliore e più redditizia per la collettività.

Ferrovie dello Stato Italiane

Questo vento di cambiamento sembra non essere percepito dai vertici di Ferrovie dello Stato, che continuano ad agire con le abitudini e le modalità di sempre. È notizia riportata dalla stampa la scorsa settimana, il resoconto dell’ennesimo incontro fra il sindaco di Firenze, il Governatore della Toscana e AD di Ferrovie dello Stato sul sottoattraversamento AV di Firenze e sulla nuova stazione dell’Alta Velocità, uno dei punti già citati cinque anni fa, nel 2017; la novità: talpa in azione dal prossimo settembre e completamento di tutti i lavori entra il 2027. Ora si parte. O, meglio, si dovrebbe partire. Il primo progetto presentato risale agli anni 80, insomma quaranta anni di chiacchiere, un miliardo e 800 milioni interamente finanziati di cui la metà già spesi, in un’altra splendida opera incompiuta. Non ci sono più parole!!!

La Toscana, è stata una delle prime regioni ad avere stipulato un contratto di servizio con Trenitalia sul trasporto regionale, accordo che rappresenta per il Gruppo FSI un valore economico di rilevanza nel panorama nazionale. E anche fosse solo per questo, ma così non è, la nostra regione, i suoi cittadini e i lavoratori meritano maggior considerazione di quella che attualmente viene riservata loro da FSI. Molti i pezzi ferroviari nel territorio che mostrano segni di cedimento: le officine di Osmannoro, di Siena e Pisa, avvolte ancora in futuro fumoso e non chiaro nei contorni e nelle finalità; gli uffici della Direzione Tecnica di Viale Lavagnini, Firenze, un tempo orgoglio e vanto di tante generazioni di ferrovieri, era la Capitale del Treno, oggi nelle stesse preoccupanti condizioni descritte poco sopra per le officine; nessun Macchinista o Capo Treno toscano fa servizio sui Freccia Rossa; i due impianti Equipaggi Lunga Percorrenza di Firenze e Pisa stanno morendo di consunzione; la società di trasporto merci di FSI, MIR, sta progressivamente abbandonando la Toscana e i suoi porti, Livorno in testa, adducendo a motivazione la non economicità dei servizi, quando i treni effettuati della concorrenza, che opera nei medesimi impianti portano guadagno e benessere; e se Sparta piange Atene non ride, anche in RFI si registrano criticità dovute alla mancanza di personale e pezzi di lavorazioni pregiate trasmigrate in regioni limitrofe, infine, sono notizie di questi giorni, le inchieste giudiziarie che vedono coinvolte molte società appaltatrici che operano nella Manutenzione Infrastruttura; sembra che facessero cartello o che avessero creato un sistema spartitorio degli appalti di RFI, insomma aggiravano il motivo che ha giustificato l’esternalizzazione del lavoro e i relativi l’appalti, “il regime di concorrenza”, quel meccanismo che in maniera virtuosa doveva portare qualità e risparmio all’appaltatore.

Una seria e indispensabile riflessione su quello che è il mondo degli appalti è necessario farla, come crediamo sia giunto il momento di ripensare questo meccanismo e riportare all’interno del gruppo FSI, re-internalizzandole, queste e altre lavorazioni, che erano nella tradizione del lavoro in ferrovia e dei ferrovieri. Ricordiamo infine, che il CCNL del Gruppo FSI è scaduto da tempo, è necessario rinnovarlo portando aumenti stabili sulla parte tabellare della retribuzione abbondonando la pratica degli una tantum. Sarebbe un segnale importante e apprezzato dai ferrovieri.

Sono necessari nuovi affidamenti e garanzie fra le parti, per ricostruire un clima di fiducia con il territorio, per il territorio e per i suoi cittadini, un nuovo patto per il lavoro e lo sviluppo. È anche auspicabile che la politica, con un atto di buon senso, coinvolga maggiormente il sindacato in questi percorsi, in quanto soggetto maggiormente competente di questioni tecniche e di dinamiche aziendali. Non vorremmo più dover affermare, lo avevamo detto!!!.

Ma ci sono anche realtà virtuose che è giusto valorizzare, la Società Italcertifer è una di queste, fa parte del gruppo FSI, ha sede in Firenze, ma opera in un contesto mondiale. Una gran bella realtà che produce utili e buona occupazione sul territorio regionale e nazionale, e che per questo va protetta e difesa, con la stessa passione con cui il sindacato toscano si è speso per ottenerne la realizzazione.

TPL

Salutiamo con soddisfazione la svolta di chiarezza che è stata fatta in merito alla riforma del TPL. Oggi c’è un unico interlocutore in tutta la Toscana (Autolinee Toscane AT) e il contenzioso amministrativo generato dalle aziende concorrenti, che ha tenuto bloccato per anni il comparto, è ormai completamente chiuso e alle spalle.  Su questo aspetto rimarchiamo con soddisfazione come il gruppo dirigente della FIT Cisl sia stato preveggente; ha realizzato accordi specifici di garanzia per il personale con la Regione Toscana e ha gestito il comparto tenendo sempre al centro i lavoratori, il loro benessere, sia dal punto occupazionale, che della sicurezza e del reddito, respingendo le varie chimere di chi voleva il sindacato annichilito e schierato da una sola parte.

Oggi è necessario guardare avanti e mettere al centro gli investimenti e il rilancio dell’occupazione a partire dall’assunzione degli autisti necessari per mantenere gli standard di servizio erogati fino ad oggi. L‘azienda deve fare la sua parte risolvendo velocemente i problemi che si sono accumulati in questi primi mesi di convulsa gestione, perché la pazienza dei lavoratori non è infinita.

Riteniamo che anche sul piano delle relazioni industriali con l’azienda AT, si debba fare un passo avanti e che l’azione sindacale non deve essere solo ed esclusivamente di rivendicazione ma anche di partecipazione; è il momento di dare vita alla democrazia economica, attraverso la reale partecipazione dei lavoratori alle scelte future dell’azienda.  Invitiamo il gruppo dirigente a mettere in campo tutte le migliori risorse per addivenire, attraverso accordi con la nuova società AT, a momenti di condivisione delle scelte industriali future dando vita a dei “comitati” nel cui ambito i lavoratori liberamente eletti nell’azienda, siedano insieme alla proprietà e partecipino direttamente alla realizzazione delle linee industriali e strategiche che si vorranno adottare per i prossimi anni. Organismi che, aldilà del nome, esistono già in grandi aziende come nel gruppo FS, oppure nell’Enac, nonché in Autostrade per l’Italia.

Per ultimo, ma non ultimo tema, il rinnovo del CCNL ormai scaduto da diversi anni. Con l’astensione dal lavoro proclamata per il prossimo 25 febbraio gli autoferrotranvieri sono giunti alla 5 azione di sciopero. Non è pensabile un tempo così lungo per rinnovare un contratto di lavoro, i lavoratori perdono tempo e retribuzione, occorre applicare integralmente la legge sul diritto di sciopero, e combinare sanzioni esemplari a tutte quell’aziende che alimentano il conflitto sociale.

Trasporto Aereo

Il trasporto aereo e il turismo in generale, sono sicuramente i settori più colpiti da questa crisi pandemica, oltre un migliaio di lavoratori, che aumentano se consideriamo l’indotto, che nel volgere di pochissimo tempo sono passati da lavorare in un settore ricco e in continua espansione, ad essere posti in cassa integrazione per tempi molto lunghi con decurtazioni importanti del salario e con pesanti incertezze per il loro futuro. Le previsioni di ripresa parlano ancora di tempi lunghi e comunque condizionati dall’andamento mondiale della pandemia. Estate 2024? Nel frattempo cosa fare?

Nel caso del sistema aereoportuale toscano, le Società di Gestione e di Handling presenti nei due scali dovrebbero mettere in campo tutte quelle pratiche utili ad essere preparati e pronti a cogliere e sfruttare al meglio il momento della ripartenza. Una manutenzione straordinaria delle infrastrutture con la creazione di nuove dove previsto e una manutenzione anche del capitale umano, con percorsi mirati di formazione e di preparazione.

Merci e Logistica

Con la pandemia sono cambiate le abitudini degli italiani, sono specialmente cambiate nella modalità con cui si fanno acquisti; si sta più a casa, si mantiene un certo isolamento e si compra tanto online. Questo cambiamento ha investito direttamente tutto il settore del Merci e Logistica, che in questi due anni ha visto un aumento esponenziale di lavoro. Un grande incremento in un settore non pronto, perlomeno non pronto sul versante dei diritti dei lavoratori e nell’applicazione dei contratti di riferimento. Tantissime realtà grandi e piccole, dove i lavoratori faticano a far valere i propri diritti, in mano a imprenditori abituati a far profitto più sulle spalle dei lavoratori che sulle proprie capacità. Nuove tipologie di lavoro si sono prepotentemente affacciate in questo mondo, Rider, ciclofattorini, ecc, molto spesso lavoratori stranieri, con tutte le difficoltà del caso, lingua, permessi di soggiorno, ecc. e con zero diritti, alla mercé di imprenditori perlomeno disinvolti. Questa Organizzazione Sindacale, sia a livello nazionale che territoriale, si è adoperata e si adopera per il riconoscimento del CCNL di riferimento, che per noi altro non può essere che il Merci e Logistica, cercando di aumentare a favore di tutti questi lavoratori il ventaglio dei diritti e delle tutele. È il caso degli accordi nazionali con Just-it, che hanno gettato le basi per potere giungere ad accordi anche a livello locale. La FIT Cisl Toscana può affermare con orgoglio di essere riuscita in questo settore, e particolare con Just-it, ad avere successi significativi. Nuovi iscritti, la nomina di una Rsa e di un Rls sono fatti concreti, e dimostrano che la direzione presa è quella giusta. Con lo stesso orgoglio ricordiamo che la stretta collaborazione con la USR Toscana ha portato, nello scorso mese di novembre, alla sottoscrizione, fra Regione Toscana, le Segreterie Regionali di CGIL-CISL-UIL, cinque Società di consegne che operano sul territorio fiorentino e l’associazione dei Consumatori, di un Protocollo che impegna queste imprese all’applicazione del CCNL del Merci e Logistica ai propri dipendenti. Un altro importante tassello nella lunga strada della normalizzazione di questi lavoratori. E non solo, l’impegno di tutti noi ha reso ancora di più la FIT Toscana punto di riferimento essenziale per tantissimi lavoratori di questo difficile settore; oggi siamo presenti in decine di nuove aziende del comparto, gli iscritti sono cresciuti esponenzialmente, grazie alla nostra presenza, alle capacità espresse, alla competenza dei nostri dirigenti.

Servizi Ambiente

In breve, anche per la riforma della raccolta Rifiuti in Toscana la FIT/Cisl ha avuto la stessa determinazione. Il progetto partiva dalla riorganizzazione del servizio attraverso la creazione degli ATO, nel cui ambito il ciclo dei rifiuti deve iniziare e finire, con una notevole attenzione al recupero e al riciclo del materiale, con risparmio sulle materie prime e soprattutto con minori costi per il cittadino, se pure in prospettiva, e più sicurezza per l’ambiente. Il tutto supportato da accordi con le Istituzioni che prevedono la garanzia del lavoro, il mantenimento dei livelli occupazionali e opportunità di sviluppo e crescita del comparto. Un progetto che andrebbe nella giusta direzione, perché realizza la semplificazione della catena di comando, un’organizzazione articolata che terrà conto del territorio e delle sue specificità, nonché un’opportunità di sviluppo occupazionale, ma che ancora oggi trova ostacoli sulla sua strada e che segna difficolta e battute di arresto nella messa a regime. Per quanto affermato in premessa, il tempo in questo importante e strategico settore è terminato, è l’ora delle scelte e delle decisioni, non ci sarà più spazio per le dispute fra Società, Comuni o Province. È il tempo della responsabilità è il tempo di pensare al bene della collettività. Da anni aspettiamo una parola definitiva e chiara dalla Regione circa il piano per l’ambiente; siamo in grave ritardo, è tempo che chi di dovere abbia il coraggio di dotare finalmente i nostri territori di un sistema di impianti che realizzi compatibilità aziendale, economicità, autosufficienza del processo di gestione dei rifiuti, che permetta la realizzazione fattiva di piani industriali integrati, efficaci, abbattimento dei costi, sviluppo del fattore lavoro. La FIT Toscana, su questi temi, ha idee chiare fin dai primi anni duemila, le ha espresse sempre e ovunque con coraggio e coerenza, gli altri attori battano un colpo!

Porti-Marittimi

Le difficoltà legate al turismo e alla produzione industriale stanno avendo ripercussioni importanti su questi settori, il comparto crociere è fermo e le importazioni mondiali stentano a riprendere, creando difficolta a tanti lavoratori e mettendo a rischio l’occupazione. Crediamo che per la sua conformazione e posizione geografica, il nostro paese, nella progettazione di un nuovo futuro, sostenibile, economico e sociale debba usare meglio le grandi capacità di trasporto che i nostri mari ci offrono, le autostrade del mare possono essere una realtà, e con queste, il nostro paese può diventare una piattaforma logistica di notevole importanza nello scenario mondiale. Il traffico merci su ferro, specialmente, e contrariamente a quanto oggi avviene, può essere di importanza strategica. Ma per intercettare tutto questo sono necessari investimenti infrastrutturali, anche da parte di soggetti privati. Non possiamo, come nel caso del porto di Livorno, aspettare per decenni la realizzazione di un progetto, Darsena Europa, senza mai vederne il completamento, lasciando che le navi e il lavoro migrino verso altre destinazioni, abbandonando definitivamente la nostra regione.

Sicurezza nei luoghi di lavoro

Un tema che abbiamo a cuore, su cui non possiamo abbassare la guardia è quello della sicurezza nei luoghi di lavoro. Accadono ancora oggi troppi incidenti, molti dei quali mortali: una piaga e una sciagura per il nostro Paese. Anche nella nostra Regione si registrano incidenti gravi, talune volte mortali, che mettono in evidenza il fatto che non si fa mai abbastanza. Non possiamo essere soddisfatti delle manifestazioni di dolore e di rabbia del momento, prima di tutto dobbiamo pretendere che si faccia piena luce su qualsiasi tipo di disgrazia, individuando le responsabilità, per poi rimuovere le possibili criticità, in modo che certi fatti non si ripetano più.

Dobbiamo mettere in campo le nostre migliori risorse a baluardo dei lavoratori, è un dato di fatto, dove il sindacato è presente e attivo gli incidenti diminuiscono.

Non abbassare mai la guardia, quindi, sensibilizzare sempre di più le imprese, perché investire in sistemi di sicurezza non è un costo ma un beneficio e un dovere; nello stesso tempo sensibilizzare il Governo e gli Enti Locali perché aiutino le aziende ad investire in sicurezza, consapevoli che meno incidenti sul lavoro significa opportunità anche economica e un messaggio positivo per il Paese. Bene i provvedimenti di assunzione di nuovi Ispettori del Lavoro messi in campo dal governo, ma non sono ancora sufficienti, occorre individuare un sistema premiante e al contempo repressivo da applicare senza indugi, tutte le aziende devono conoscere i benefici che si ottengono a fare sicurezza attiva, ma devono anche avere certezza dei provvedimenti in cui incorreranno non facendola.

La FIT Toscana è sempre stata attenta a questa problematica, ma crediamo che oggi ci sia necessità di una rivitalizzazione e di un maggiore impegno proprio su questo tema.  Rilanciare con maggiore incisività la nostra azione, sia investendo sul fattore umano sia sugli strumenti informatici, per arrivare a tutti e in tutti i luoghi di lavoro. Una nuova campagna informativa che deve partire, accompagnata da un progetto di formazione, per i nostri operatori ma soprattutto per chi effettua lavorazioni a rischio, intervenendo se necessario direttamente anche nelle aziende, per verificare il processo e, se del caso, attivarsi per il rispetto del D.L.81 in materia di sicurezza.

“Punto di incontro Salute e Sicurezza della FIT-Cisl Toscana”; è così che si chiama il gruppo di donne e uomini che abbiamo costituito, a partire appunto dagli RLS eletti nelle varie aziende, per rispondere, per innovare, per assistere anche legalmente e psicologicamente quanti si trovano in difficoltà sul lavoro, non necessariamente per eventi relativi a incidenti, ma anche a disagi e/o preoccupazioni che si possono creare negli ambienti di lavoro. La FIT Cisl Toscana ha fatto in modo che competenza e voglia di stare insieme si concretizzassero, facendo nascere questo gruppo aperto a tutti quanti vogliano partecipare e dare il proprio contributo, mettendo a disposizione luoghi per incontrarsi, mezzi informatici, collegamenti in rete, nonché altri mezzi finalizzati a coinvolgere ed invogliare i lavoratori a conoscere i propri diritti e doveri rispetto anche al contratto di appartenenza. La e-mail toscanasicurezza.fit@cisl.it e il numero telefono 055 2356413 sono dedicati a questo, si può interagire ed essere protagonisti del proprio futuro in tema di sicurezza.

Un grazie di cuore ai nostri Rls, anche per l’intensa attività svolta durante le fasi più critiche della pandemia a tutela dei lavoratori tutti ed in particolar modo dei colleghi più fragili.

La FIT Toscana, l’Organizzazione in Presidi e i Giovani

Oramai possiamo affermare che la scelta di mettere al centro il lavoro, le donne e gli uomini della FIT Cisl Toscana, affermando un modello organizzativo di funzionalità, preparazione e rapidità nelle decisioni da prendere è stata una scelta vincente. Ripartire dalla valorizzazione dell’organizzazione dei dipartimenti e delle aree contrattuali, mettere al centro i nostri associati attraverso la democrazia partecipativa interna e la legittimazione reciproca delle diverse specificità lavorative sta dando i suoi frutti.  La scelta di rafforzare il Segretario di Presidio territoriale corrispondente alle Province, è funzionale per la presenza capillare della FIT sul territorio. Siamo orgogliosi di aver valorizzato gli uomini e le donne che stanno in prima linea attraverso la conoscenza reciproca delle specificità contrattuali, affermare sempre di più un modello integrato dove tutti lavorano insieme, anche per realtà contrattuali diverse da quella di provenienza. Una Federazione sempre più coesa e solida, che in questi anni di crisi ha saputo incarnare i bisogni dei lavoratori, confermando nel tempo un trend di crescita, una stabilità costante di associati e autorevolezza territoriale e regionale.

Possiamo affermare che le nostre idee, portate avanti sempre in maniera costruttiva, sono state valorizzate nel tempo, e che il modello toscano è stato esempio per altre realtà.

Siamo molto orgogliosi anche del nostro gruppo giovani, che come Federazione toscana abbiamo messo al centro del nostro agire, non solo con parole ma anche in maniera concreta, a partire dal congresso del 2009. In questi ultimi quattro anni, il percorso formativo che abbiamo pensato per loro ha avuto una durata di due anni e mezzo, ed alcuni giovani sono emersi dal vivaio andando a ricoprire anche ruoli di responsabilità all’interno della FIT Toscana.  Ripeteremo sicuramente l’esperienza, avvicineremo e formeremo altri giovani ai valori della Cisl in modo che possano essere la nostra cassa di risonanza con i colleghi. Uno spazio reale e stabile, che la FIT Toscana ha contribuito a creare negli anni per rispondere alle necessità dei giovani.

Un bel risultato, e come FIT Toscana ci piace pensare di aver contribuito in maniera fattiva ad accresce l’organizzazione tutta, sia sul piano della rappresentanza che nel recepire al meglio le istanze dei giovani.

Donne e Formazione

Lo stesso orgoglio lo proviamo verso il Coordinamento Donne della FIT Toscana, che nel corso del tempo ha intrapreso sempre più convintamente iniziative in seno all’organizzazione ed ha contribuito direttamente o indirettamente, anche sede negoziale, ad affermare la necessità di tendere al benessere lavorativo, a ricercare soluzioni di conciliazione vita lavoro per le famiglie e la genitorialità (non solo per le donne).  Alcuni dati importanti si registrano in questo congresso: il numero di donne elette a vario titolo nel percorso congressuale sono circa 70 e 14 nei vari direttivi, conferma il trend positivo; l’elezione, per la prima volta nella nostra regione, di un Segretario di Presidio al femminile, l’amica Elena a Grosseto.

La FIT Toscana grida un forte “NO” alla violenza sulle donne e pretende maggiore protezione contro qualsiasi forma di violenza, in particolare sul posto di lavoro. Proprio per questo la FIT si è impegnata, presso Aziende o Enti, per la sottoscrizione dell’Accordo Quadro di contrasto alle molestie e violenze nel luogo di lavoro.  Non abbassare la guardia e sollecitare la politica ad adottare misure  adeguate che garantiscano davvero alle donne, attraverso l’attivazione di sistemi di prevenzione, investigazione, tutela legale e psicologica, sostegno e aiuto nelle difficoltà. Per ultimo bisogna affermare la necessità della punizione esemplare dei colpevoli rispetto agli atti di violenza, che deve essere eseguita e resa possibile. Solo così daremo segnali concreti che le cose stanno cambiando.

Formazione

La formazione è sempre stata un punto fermo della FIT Toscana ed è stata sempre al centro della nostra azione, proprio perché siamo convinti che avvicinare e far conoscere ai lavoratori la FIT e la Cisl, a partire dai suoi valori, insieme agli strumenti necessari per stare ai tavoli negoziali, rappresenti la base per essere preparati e autorevoli di fronte alle nuove sfide e allo scenario che cambia. Insomma formazione in maniera continua ai vari livelli, e anche se la pandemia ci ha messo a dura prova, e ci ha costretti ad essere fantasiosi nelle modalità e negli strumenti utilizzati, abbiamo continuato con corsi online per RSU ed RLS, formazione al gruppo dirigente, formazione per la sicurezza personale e altri corsi specifici su materie particolari. Speriamo che il 2022 sia l’anno che ci permette di ripartire con la formazione in presenza e sui territori, con i nostri formatori e con i giovani addetti alla comunicazione. Come speriamo di poter organizzare alla fine della prossima estate un corso residenziale, una modalità che riscuote sempre successo e cementa il gruppo.

Noi in questi due anni   

Tantissimi i lavoratori che noi rappresentiamo che in questi due anni di pandemia non si sono fermati e con il loro lavoro sono stati un indispensabile supporto per tutta la comunità. Con grande senso di dovere, ma anche con timore, paura, per la propria salute, ma anche per la salute dei propri familiari: addetti al trasporto Pubblico Locale, all’Igiene Ambientale, alla logistica e alla consegna merci, ferrovieri, ed altri, hanno operato quotidianamente per dare servizi alla cittadinanza e per il bene del paese. Questi lavoratori non hanno mai pensato di essere degli eroi, non hanno mai chiesto riconoscimenti particolari ma si aspettavano e si aspettano solo un po’ di riconoscenza in più, e il rinnovo dei contratti ancora aperti sarebbe davvero un bel segnale, e il giusto messaggio che le Azienda potrebbero veicolare ai propri lavoratori per affermare, “a voi ci teniamo”.

E la FIT Toscana è stata con loro e insieme a loro in questi difficili anni di pandemia. Le sedi della FIT Cisl Toscana non hanno mai chiuso, e anche noi con timore e con paura, alternandoci nella presenza, siamo sempre stati a disposizione di tutti i lavoratori che nei momenti bui della prima ondata, del Lockdown, non sapevano come agire o come districarsi fra tanti dubbi e tante nuove norme. Sembra essere passato tanto tempo, sono solo due anni, ma è giusto e utile ricordare quei momenti: i DPCM del governo, le restrizioni alla mobilità con le chiusure fra regioni ma anche fra comuni limitrofi, le autocertificazioni, i codici Ateco, gli ospedali e le terapie intensive, uomini e donne che indossavano protezioni che avevamo visto solo nei film, le mascherine; chirurgiche, FFP2, che non produciamo più in Italia (ma come non produciamo più!!!), le sanificazioni, i tamponi, la spesa; uno solo e in numero contingentato, il divieto ad uscire di casa, le bandiere alle finestre e i concerti dai balconi e il silenzio, quell’assordante silenzio che io personalmente non scorderò. E noi sempre presenti al lavoro, il solo punto di riferimento certo di tanti lavoratori abbandonati a sé stessi, ma anche l’unico punto di riferimento per tante aziende: per ammortizzatori, fondi, protocolli Covid e per qualsiasi cosa fosse necessario. Mi piace pensare e dire che mai come in quei momenti siamo entrati in contato con tante persone che mai avrebbero pensato di avere bisogno del Sindacato, e che siamo venuti in contatto con tante aziende di cui neppure conoscevamo l’esistenza. Il nostro fare ci ha resi più visibili ed è stato un formidabile strumento di proselitismo. Anche il Governo ha apprezzato il nostro agire, tanto che un nostro protocollo sulla sicurezza Covid è stato assunto al rango di legge in questo nostro Paese.

Noi tutti dobbiamo ricordare con orgoglio quanto abbiamo fatto sia per i lavoratori che per tutta la comunità, dobbiamo essere orgogliosi della nostra FIT Nazionale, come io sono orgoglioso della squadra della FIT Toscana, un gruppo di amici che considero la mia seconda famiglia, dove tutti per le loro competenze e capacità hanno dato e stanno dando il massimo per far grande la nostra Federazione e la nostra Cisl.

Conclusioni

Il Congresso deve segnare l’inizio di una nuova consapevolezza: quella del mondo che cambia, e con esso tantissimi aspetti della nostra vita quotidiana, fra cui il lavoro. Anche il sindacato dovrà cambiare, adeguandosi alla fase storica che stiamo vivendo.

Chiunque fa parte della FIT Cisl Toscana deve sapere con chiarezza che spetta a noi essere voce di chi non ne ha e di chi è troppo solo e debole per farsi sentire; una grandissima responsabilità di cui sono sicuro saremo all’altezza.

Un’attenzione e un saluto a tutti i colleghi che in questi anni sono stati vicini alla FIT Toscana e a tutti i dirigenti del Consiglio Generale uscente per la pazienza, la dedizione e il lavoro svolto in questi anni.

“CRESCIAMO CON TRASPORTO”, e vi auguro di non perdere mai la passione che vi guida nel vostro agire quotidiano

Buon Congresso.

Viva la Cisl, Viva la FIT Toscana

INTERVENTI DEI DELEGATI AL XII CONGRESSO FIT CISL TOSCANA

Intervento di Federica Cara

Intervento di Giovanni Giannini

Intervento di Gabriele Brogi

Intervento di Roberto Malveri

Intervento di Gianluca Mannucci

Intervento di Simone Cellucci

Intervento di Paolo Torracchi

Intervento di Mario Matera

 

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