CONGRESSO REGIONALE 2017

11° CONGRESSO REGIONALE

FIT/CISL TOSCANA

Hotel Continental 11-12 aprile 2017 (Pisa) 

Relazione congressuale a nome della Segreteria Fit/Cisl Toscana

-Stefano Boni-

            Ringrazio per la presenza a questo 11° Congresso Regionale della Fit/Cisl gli invitati rappresentanti delle Istituzioni, i Rappresentanti delle imprese, i Rappresentanti delle Società di trasporto e dei servizi, ed in particolare gli Attivisti e i Delegati, uomini e donne della Fit/Cisl che con il loro impegno e la loro partecipazione attiva hanno permesso di celebrare questo Congresso. Inoltre un ringraziamento va alla Segreteria Nazionale della Fit/Cisl, alla segreteria Regionale USR Cisl Toscana, ai Segretari Cisl UST Toscana, alle altre Federazioni Cisl della Toscana e ai colleghi delle altre Organizzazioni sindacali Filt e Uilt, che mi auguro vogliano portare un gradito saluto a questo Congresso.

 Premessa

Il congresso è senz’altro il momento in cui si aprono le discussioni, ma anche il luogo dove alle fine bisogna fare sintesi ed elaborare le proposte, per rafforzare la rappresentanza e la rappresentatività, per saper coniugare i bisogni dei lavoratori, attraverso la soluzione degli stessi nelle piattaforme contrattuali. E’ necessario insomma analizzare quanto fatto fino ad oggi, per poi tracciare la nuova rotta, che deve prioritariamente interessare e coinvolgere i lavoratori, farli protagonisti del proprio futuro attraverso la partecipazione attiva, sia nelle riunioni sindacali che ai tavoli di trattativa con le Imprese e le Istituzioni. Il dibattito  congressuale  elaborato nelle varie assemblee territoriali ha toccato  valori quali autonomia sindacale, partecipazione, solidarietà e confederalità, che sono stati alla base del dibattito, lanciando un forte messaggio di speranza, per il presente e per  il futuro, senza  riferimenti velleitari a facili proposte, che possono sul momento creare consenso e popolarità, ma che alla fine creano solo paura nel prossimo, disuguaglianze, e in certi casi anche atteggiamenti e linguaggi molto coloriti. Al centro della discussione è stato messo lo strumento della contrattazione, sia aziendale che territoriale, con l’intento di ricercare un percorso per ridistribuire Welfare da una parte e aumenti contrattuali dall’altra, in modo da salvaguardare il reddito e alimentare la speranza di futuro fra i lavoratori.

Crediamo che sia proprio questo il compito delle Federazioni che rappresentano l’interfaccia fra le imprese e i rappresentanti sindacali aziendali, che hanno il compito di analizzare e proporre soluzioni che vadano nella direzione confederale Cisl, senza forzature ma ricercando sempre, attraverso il confronto, soluzioni condivise nell’interesse generale.

Europa

Il contesto in cui ci muoviamo e un ambito globale dove per esempio l’economia, ad eccezione dello slancio di alcuni Paesi emergenti come India, Brasile etc., cresce ad un ritmo contenuto, non rassicurano i mercati, nonostante i segnali positivi che arrivano dagli Stati Uniti ed in parte dalla Russia. Il contesto europeo, quello che ci riguarda più da vicino, mette in evidenza come alcuni Paesi stentino ad imboccare la strada della crescita e dello sviluppo, a creare nuovi posti di lavoro, a garantire un reale aumento dei salari e dell’accesso ai beni di consumo. Se poi a questo contesto aggiungiamo la minaccia del terrorismo internazionale, vedi anche i recenti fatti di Londra,  di Stoccolma, di Tanta e di Alessandria d’Egitto, la criminalità organizzata, per la quale il rimedio paventato sembra essere solo quello di chiudersi dentro al proprio recinto, più o meno grande, lo scenario che ne risulta è instabile, e sicuramente non fa intravedere un futuro ottimistico.  Un ruolo importate l’ha finora svolto la banca centrale europea, che con la sua politica espansiva ha cercato di arginare la spirale deflazionistica, tentando di rilanciare i consumi interni e quindi anche il lavoro e l’occupazione. Del resto la politica monetaria praticata fino ad oggi non può essere l’unico strumento che regola il modo di stare in Europa; abbiamo bisogno di nuove regole, uguali per tutti, per creare un bilancio unico europeo, per un sistema virtuoso e anticiclico, per aiutare i Paesi che hanno margini di manovra nazionali ridotti e sollecitare gli altri ad applicare politiche espansive. Ridare valore allo stare insieme in Europa, attraverso politiche di investimento e incentivi all’occupazione, una politica economica che risponda agli interessi dei popoli e dei lavoratori e che soprattutto abbandoni i perversi legami generati dal patto di stabilità. (Fiscal Compact). “Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo” cit. Aldo Moro

“Cambiare politica economica in Europa” è stato il tema affrontato fra la Ces e le OO.SS. Cgil, Cisl e Uil in occasione della celebrazione dei 60 anni dei trattati di Roma. Creare gli Stati Uniti d’Europa, contro ogni muro, per competere alla pari con gli altri Paesi Mondiali e rilanciare lo sviluppo, l’occupazione, il welfare; costruire speranza di futuro, un mondo migliore, partendo appunto dal benessere dei cittadini, per lavoratori e famiglie.

Italia

Se nel nostro Paese si colgono dei timidi segnali di crescita del Pil, pari allo 0,9% e si prevede l’1,1 % nel 2018, allo stesso tempo peggiorano le stime sul nostro debito pubblico, che sfiora i 2.250 miliardi. Da notare che le citate stime di crescita previste per l’Italia sono le più basse di tutta l’Unione europea. L’immagine del mondo reale, che viene percepita dagli italiani, appare sempre più sfocata e impoverita, e per questo dobbiamo ripartire  dagli investimenti e dal mondo del lavoro, con la  sfida di “Industry 4.0” che riguarda un po’  tutti, anche il mondo dei servizi, un modo nuovo di intendere il lavoro e i rapporti con la controparte, un sistema dove sempre di più ci sarà bisogno di informazione e formazione, con personale altamente qualificato che dovrà confrontarsi in nuove funzioni, in ambienti diversi da quelli a cui siamo abituati. Una “rivoluzione industriale” dove la tecnologia e l’utilizzo della rete faranno da padroni, offrendo nuove opportunità ma anche nuove sfide, possibilità di sviluppo e maggiore occupazione di qualità. L’Italia deve avere fiducia e rigenerarsi attraverso nuove politiche. La burocrazia non sia un ostacolo, ma un percorso lineare e certo; la giustizia amministrativa deve avere dei tempi contingentati in modo da programmare le politiche e gli investimenti; riscoprire il gusto della legalità che deve diventare consuetudine, abbattendo la corruzione che brucia migliaia di miliardi tutti i giorni; e infine anche il gusto di concorrere con armi legali e trasparenti, relegando nell’angolo le imprese pirata che penalizzano, sfruttano, ricattano i lavoratori al solo fine di arricchirsi e di impoverire il Paese.  Insomma cambiare passo, dove tutti facciano la propria parte, attraverso un comportamento virtuoso e trasparente, per recuperare credibilità e dare speranza ai cittadini. Intanto dobbiamo evidenziare che in parlamento vi sono 26 gruppi parlamentari diversi, che le prossime elezioni si terranno con una legge proporzionale, che molto probabilmente non darà certezza di stabilità di Governo. Tutto ciò, può determinare una nuova fase di incertezza e di paura nel futuro, creando ancora di più preoccupazioni nelle famiglie, nei lavoratori e nei ceti più deboli della società. Non basta quindi che vi sia un solo leader per risolvere i problemi, come del resto è stato dimostrato, ma è necessario che    tutta   la    politica     riscopra   il    valore   della    collegialità,   della    contrattazione, dell’interlocuzione con i corpi intermedi e soprattutto con il sindacato, che non deve essere visto come un intralcio ma come un’opportunità per crescere e per migliorare i provvedimenti. Ricostruire un clima sereno, dove nessuno abbia il monopolio della verità, dove invece, insieme, si possano trovare soluzioni a volte impensabili.

Trasporto

Nel nostro paese da anni manca una visione e una progettualità complessiva su come dovrebbe essere il trasporto, inteso come quello delle merci e delle persone e dei servizi correlati, in particolare quello della raccolta rifiuti nei prossimi anni. Anche se di trasporti si parla poco, spesso solo in caso di manifestazioni e scioperi, il comparto da solo rappresenta, nell’ambito dei 28 Paesi europei, 548 miliardi di euro in valore economico e occupa circa 11 milioni di lavoratori. Anche in Italia rappresenta uno degli assi portanti dello sviluppo e della ripresa. Il governo deve porre più attenzione ed elaborare una politica sostenibile; deve finire la stagione dei tagli finanziari e, attraverso un nuovo disegno su chi trasporta le merci, previlegiare il soggetto più competitivo e meno inquinante. Questo deve valere anche per il trasporto delle persone, eliminando le sovrapposizioni e concorrenza sleale, che produce solo riduzioni di salari e tutele, in modo da affermare che la politica è al centro e al servizio della collettività. Nel documento di Programmazione Finanziaria, presentato recentemente dal Governo, valutiamo positive alcune significative aperture, ma tuttavia occorre più incisività e soprattutto, in questo contesto, una forte collegialità fra Stato Centrale e Regioni, perché rispetto alla normativa vigente le competenze in materia di trasporto, investimenti infrastrutturali e sviluppo del territorio sono sempre di più collegate e complementari. Inoltre, la politica in generale deve fare una analisi complessiva delle politiche neo liberiste portate avanti in questi ultimi 20 anni, prima attraverso le liberalizzazioni e poi con le privatizzazioni, e verificare cosa è successo rispetto al mondo del lavoro, se effettivamente il Paese è migliorato ed è progredito, oppure se si sono verificati altri fattori avversi, che vanno corretti e aggiustati. Aver concesso le autostrade ai privati, aver in parte privatizzato le Poste, come anche la società Enav, ricercare qualche miliardo dalla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, ecc., relegando ancora una volta i lavoratori nell’incertezza e senza prospettive per il futuro, sono operazioni virtuose per il Paese? Oppure semplicemente operazioni per fare cassa, finanziare qualche banca o gruppi di potere estranei al bene comune? Queste sono le domande che tutti dobbiamo porci e che la politica deve affrontare per ridare fiducia a tutti i cittadini. Senza questo tipo di analisi e, in questo contesto, se si continua a mettere il lavoro e i lavoratori in posizione di incertezza e precarietà non potremo dare nuovo impulso e speranza di futuro al Paese.

Ferrovie dello Stato

Un inciso sul piano industriale delle Ferrovie dello Stato, presentato dall’Amministratore delegato alcuni mesi fa. Per quanto ci riguarda è molto ambizioso ma anche di difficile realizzazione. In primo luogo perché è un piano decennale, quando oggi è già complicato fare delle previsioni di 2/3 anni, in secondo luogo perché non si intravede chiaramente fin dove si vogliono spingere le ferrovie nei prossimi anni. Un piano da circa 94 miliardi di denari pubblici, che va anche valutato non solo in ritorni per l’azienda ma soprattutto per il Paese e pertanto non si capisce perché si fanno investimenti all’estero e magari si sottraggono al nostro Paese. Una situazione complessa che mette parecchia preoccupazione e inquietudine fra i lavoratori. Se poi  prendiamo in considerazione il fatto che si vuole smantellare Trenitalia per creare un’altra società quotata in borsa solo per l’AV, voi capite che il piano industriale va in una direzione assolutamente non condivisibile e pertanto è necessario prendere urgentemente tutti i provvedimenti necessari per contrastare ed impedire la disfatta delle Ferrovie, dalla quale non si capisce chi ne tragga vantaggio. La Fit/Cisl è per il Paese e lo sviluppo delle FS, ma questo progetto non va nella direzione dei cittadini, delle famiglie e dei lavoratori. Scendere subito in campo, ne siamo convinti; i cittadini, le associazioni, i viaggiatori, i lavoratori, le famiglie sono contro la disintegrazione delle ferrovie.

 Sindacato

Il sindacato si trova in una posizione molto complessa, in una società dove il lavoro cambia in continuazione e in fretta. Basti pensare cosa si riesce a fare in rete: dall’acquisto di un biglietto di viaggio, di un concerto e dall’abbigliamento in genere all’utilizzo delle “App.” (allo stato attuale ne esistono circa 1.300.000 e servono tutte per sostituire/risparmiare lavoro). Nel mese di dicembre 2016, secondo i dati ISTAT, le persone che cercavano lavoro in Italia erano circa 3.500.000 e il tasso di disoccupazione generale era del 12% mentre il dato giovanile registra una percentuale ancora molto alta intorno al 38%. In questo contesto, anche il sindacato deve sapersi innovare. La Fit/Cisl, oltre al rilancio degli investimenti pubblici, che devono comunque diventare l’asse portante della ripresa, deve affrontare anche nuovi modelli di relazioni industriali. Diventa pertanto importantissima la contrattazione a livello aziendale, per creare un clima virtuoso, dove la domanda e i bisogni dei lavoratori, ma anche chi cerca per la prima volta un lavoro, si incontri con le esigenze delle aziende.  Un approccio diverso e una stagione nuova dove aziende e mondo sindacale si confrontino e vengano valorizzate le relazioni sindacali inclusive. Questo lo possiamo fare soprattutto a livello territoriale, insomma al nostro livello con le nostre aziende sul territorio.

 Questo tipo di impostazione sta nel DNA della Cisl e della Fit-Toscana. Crediamo che nel mondo dei trasporti anche alla luce delle trasformazioni e delle aggregazioni societarie in atto, il tempo sia maturo per affermare un modello partecipativo alla vita economica, fra l’altro previsto anche dall’art.46 della Costituzione, sulla scorta di quanto la Fit/Nazionale sta sperimentando in ambito ENAV. E’ proprio in questi momenti più difficili ed insidiosi che il sindacato sa reagire, portando il proprio contributo alla creazione di futuro e speranza per i nostri giovani. Anche il Governo deve però fare la sua parte se vuole portare il Paese fuori da questa crisi infinita.

La Fit/Cisl si batte per migliorare le condizioni di lavoro anche con i mezzi classici, che sono sempre attuali, come le assemblee, le manifestazioni e le azioni più forti quale  lo sciopero, ma si pone anche come soggetto di proposta culturale, a partire dalla sostenibilità ambientale, privilegiando il mezzo pubblico rispetto all’auto privata, così migliorando le condizioni di vita delle nostre città, ma anche chiedendo e proponendo soluzioni compatibili alla delicata gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, che interessa milioni di cittadini, a partire dalla raccolta, fino al loro recupero e allo smaltimento. Proprio in questi mesi la Fit ha presentato, e poi ha cercato di veicolare al mondo della scuola, dalle elementari alle superiori, un progetto per educare i ragazzi all’utilizzo del mezzo pubblico inteso come uno strumento che accompagna gli alunni in tutte le fasi della crescita e che appartiene all’alunno stesso. Il progetto appunto si chiama “Sono Stato io” e l’intento è proprio quello di abituare i ragazzi a sentire il mezzo di trasporto come proprio e pertanto a rispettarlo e a consegnarlo in perfette condizioni a chi viene dopo. Un progetto importante che ha riscosso un discreto successo.  Anche dalla  Toscana sono arrivati  diversi progetti, una iniziativa che ha dato modo ai ragazzi di conoscere il sindacato in veste di soggetto propositivo di principi sociali, culturali, etici ed educativi.

 La Fit Toscana, l’Organizzazione in Presidi e i Giovani

Mettere al centro il lavoro, le donne e gli uomini della Fit/Cisl Toscana, affermando un modello organizzativo sperimentato in questi ultimi quattro anni, che necessita sì di qualche aggiustamento ma che ha dato esempio di funzionalità, preparazione e rapidità nelle decisioni da prendere. Ripartire dalla valorizzazione dell’organizzazione dei dipartimenti e dalle aree contrattuali, mettere al centro i nostri associati attraverso la democrazia partecipativa interna e la legittimazione reciproca delle diverse specificità lavorative.  La scelta di confermare il Segretario di Presidio territoriale corrispondente alle Province, crediamo sia stata una scelta vincente e funzionale per la presenza capillare della Fit sul territorio, e ne andiamo orgogliosi. Valorizzare gli uomini e le donne che stanno in prima linea attraverso la conoscenza reciproca delle specificità contrattuali, affermare sempre di più un modello dove tutti lavorano insieme, anche per realtà contrattuali diverse da quella di provenienza. Il segretario di Presidio è il punto di riferimento sul territorio per tutti gli associati alla Fit e deve dedicarsi agli iscritti e alle diverse tipologie contrattuali indipendentemente dalla sua appartenenza contrattuale. Questa è la sfida ed il salto di qualità che tutto il nostro gruppo dirigente deve cogliere e affrontare. Una Federazione sempre più coesa e solida che in questi anni di crisi, anche se cambiata, ha saputo incarnare i bisogni dei lavoratori, confermando in questi ultimi anni un trend di crescita del 5%, una stabilità costante di associati e autorevolezza territoriale e regionale. L’indicazione della Fit Nazionale rispetto all’organizzazione da adottare sul territorio era, fino all’ultimo congresso del 2013, quella delle Fit Territoriali costituite (C.G., Sindaci Revisori, un proprio conto corrente, un proprio codice fiscale, ect.), oltre naturalmente alla struttura regionale. Modello che in Toscana non è stato applicato perché abbiamo scelto di privilegiare strutture più snelle, senza vincoli amministrativi e burocratici, appunto quella dei Coordinamenti nel 2009 e poi dei Presidi dal 2013. Non è stato facile, in quanto su questo tema vi sono state riunioni e anche discussioni su come la Fit dovesse rappresentare gli iscritti e il mondo del lavoro sul territorio. Vi dico queste cose perché con il congresso 2017 di oggi, la Fit, su tutto il territorio nazionale, è  organizzata  nello  stesso  modo  del   modello  che la Toscana adotta da anni, ossia in Presidi Territoriali, portando a compimento fra l’altro la regionalizzazione, politica, organizzativa e amministrativa della Federazione. Possiamo dire che le nostre idee, portate avanti sempre in maniera costruttiva, sono state valorizzate e il modello toscano è stato preso ad esempio per l’intera organizzazione della Federazione. Un inciso lo vogliamo fare anche in merito ai giovani, che come Federazione toscana abbiamo messo al centro del nostro agire, non solo con parole ma anche in maniera reale a partire dal congresso del 2009. “Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro. (Bob Dylan)”.  La prima legittimazione dei giovani è avvenuta attraverso la creazione di uno spazio apposito di discussione e proposta, che è stato denominato “Cantiere Giovani”, per passare poi nel 2013 alla “Convention Giovani” dove, attraverso una assemblea congressuale riservata ai giovani under 45, si eleggeva il responsabile regionale già facente parte del C.G della Federazione. Uno spazio reale e stabile, che la Fit/Toscana ha contribuito a creare negli anni per rispondere alle necessità dei giovani. La nota positiva è che, con il congresso 2017, anche a livello Nazionale, si è costituito il Coordinamento Giovani finalizzato a coordinare sul territorio le iniziative e soprattutto recepire istanze e dialogare con i nostri associati, per venire incontro alle richieste che il mondo del lavoro avanza anche rispetto ai tanti giovani nel mondo che cambia. Proprio in questa direzione va il progetto, denominato “Il Faro”, finalizzato a migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nei trasporti, rivolto ai giovani in cerca di occupazione.

Un bel risultato al quale ha contribuito in maniera fattiva la Fit Toscana, che fa crescere l’organizzazione sia sul piano della rappresentanza che nel recepire al meglio le istanze dei giovani. Per quanto ci riguarda continueremo ad incrementare il sito “giovanifittoscana.it” che dopo questo congresso si trasformerà in un nuovo sito internet denominato “FIT/CISL TOSCANA”. Al proprio interno vi sarà una pagina dedicata ai giovani, continuerà ad essere un punto di riferimento anche la pagina Facebook denominata “giovani fit cisl toscana” insieme alla pagina FB “Fit/Cisl Toscana” e anche la pagina twitter “giovani fit toscana” che in questi anni sono diventati punto di riferimento per tanti iscritti e tanti lavoratori dei trasporti in genere. In questo Congresso, che crediamo sia il luogo più idoneo, vogliamo rilanciare la proposta di creare una piattaforma web per dare la possibilità ai lavoratori interessati di interloquire in tempo reale, esprimendo pensieri e pareri anche su una trattativa o su una proposta contrattuale territoriale, in modo da recepire il sentire comune e alla fine fare sintesi delle proposte e delle idee pervenute. Una sfida innovativa per il sindacato, ma credo che rispetti i tempi e il sentire di tanti lavoratori.

Prospettive Cisl Reti

Quando parliamo della Fit /Cisl dobbiamo guardare anche ad alcuni impegni che avevamo assunto e che non abbiamo però portato a termine. Mi riferisco al patto federativo sottoscritto il 13 settembre 2012 a Reggio Calabria fra la Fit, la Flaei e la Fistel; insieme avevano condiviso un Patto per realizzare la Federazione delle RETI. Senza voler dare responsabilità a nessuno, credo che gli impegni presi vadano rispettati e portati avanti con serietà, per ricercare tutte le soluzioni e per trovare gli accordi che consentano al sindacato di crescere e rappresentare al meglio l’organizzazione e i lavoratori. E con queste indicazioni, vi dico che per noi della Fit la Cisl-Reti rappresenta sempre un’opportunità da cogliere e realizzare. Non possiamo né scandalizzarci né meravigliarci se in questo progetto così ambizioso abbiamo incontrato e forse incontreremo ancora delle difficoltà, sarebbe strano il contrario; non dobbiamo però arrenderci e con spirito di sacrificio, senza fughe in avanti, rimetterci tutti al tavolo sotto il coordinamento della Cisl confederale per costituire una Federazione strategica come quella dei Trasporti, Energia e Comunicazioni. La Fit/Toscana è convinta della bontà del progetto e, nel rispetto delle regole democratiche, augura che si realizzi compiutamente la strategia che le tre Federazioni hanno concordato. Siamo convinti che ce la possiamo fare.

 Donne e Formazione

In questi anni il Coordinamento donne della Fit/Toscana ha intrapreso diverse iniziative a carattere regionale marcando la presenza, fino a quel momento debole, anche in alcune aree contrattuali. Un dato importate che si registra in questo congresso è il numero di donne elette: circa 60 nei vari direttivi, confermando il trend positivo del Congresso passato.  Vista la partecipazione delle donne in maniera così fattiva, spero che ne venga eletto un numero importante anche nel nuovo Consiglio Generale della Fit Toscana, perché sono convinto che confrontare  esperienze  diverse  e  soprattutto  individuare soluzioni diverse ai

stessi problemi, sia indispensabile e necessario per una maggiore capacità di sintesi e di progettualità.  La Fit Toscana deve gridare un forte “NO” alla violenza sulle donne e pretendere maggiore protezione contro qualsiasi forma di violenza in particolare sul posto di lavoro. Non abbassare la guardia ma adottare politiche adeguate che garantiscano alle donne, attraverso l’attivazione di sistemi di prevenzione, investigazione, tutela legale e psicologica, sostegno e aiuto nelle difficoltà. Per ultimo bisogna affermare la necessità della punizione esemplare dei colpevoli rispetto agli atti di violenza, che deve essere eseguita e resa possibile. Solo così daremo segnali concreti che le cose stanno cambiando.

 Formazione

La formazione è sempre stata un “pallino” della Fit/Toscana ed è stata sempre al centro della nostra azione, proprio perché siamo convinti che avvicinare e far conoscere ai lavoratori la Fit e la Cisl, a partire dai suoi valori, insieme agli strumenti necessari per stare ai tavoli negoziali, rappresenti la base per essere preparati e autorevoli di fronte alle nuove sfide e allo scenario che cambia. Insomma formazione in maniera continua ai vari livelli, a partire dai corsi per RSU ed RLS, formazione al gruppo dirigente, formazione per la sicurezza personale e altri corsi specifici su materie particolari. In questi anni abbiamo cambiato modalità di formazione nel senso che, a parte le sedute plenarie per le quali utilizziamo la nostra sede di Via Cittadella oppure il Centro Studi Cisl di Fiesole, abbiamo inaugurato una nuova stagione dove siamo “noi” a spostarci territorio per territorio, con i nostri formatori, con i giovani addetti alla comunicazione. Una modalità che ha incontrato il consenso dei Segretari di Presidio e soprattutto il consenso dei lavoratori, che hanno così la possibilità di apprendere ed informarsi senza spostarsi dalla loro provincia di residenza.  Anche quest’anno, alla fine del mese di gennaio 2017 è stato presentato il progetto formativo che va sul territorio (Grosseto, Massa, Prato con chiusura a Firenze) partendo proprio da chi è stato eletto nei vari organismi congressuali per affermare sempre più la presenza del sindacato e della Fit.

 Welfare e Bilateralità

Abbiamo ragionato anche su come si possa contrastare il perdurare della crisi finanziaria ed economica ancora non del tutto superata, attraverso la bilateralità, non molto diffusa   nel  comparto   dei  trasporti  in   Toscana  ma  che  invece  in  altre   realtà  d’Italia rappresenta un modello efficace di relazione sindacale, uno strumento eccezionale per aiutare e sostenere i lavoratori proprio nei momenti di crisi.  Con le nuove frontiere del lavoro e anche con la legislazione vigente, agli Enti Bilaterali, oltre a quelli classici di carattere mutualistico, assistenziale etc., vengono riconosciuti compiti anche di regolamentazione del mercato del lavoro, di applicazione degli ammortizzatori sociali, di assistenza sanitaria integrativa, di formazione e, non per ultimo né meno importante, di sostegno al reddito nel caso di cessazione dal lavoro. Se consideriamo che il mercato del lavoro è in continua evoluzione il sindacato può contribuire anche a creare un nuovo modello di società attraverso la ricerca di soluzioni che devono vedere il mondo del lavoro e quello dell’impresa insieme, impegnati a individuare strumenti paritetici per il bene comune attraverso appunto il welfare aziendale e il sistema della bilateralità.  Un modo nuovo e una nuova frontiera, in cui anche le aziende devono fare la propria parte, superando il naturale e ideologico dualismo di impresa da una parte e lavoratori dall’altra.

 Sicurezza nei luoghi di lavoro

Succedono ancora oggi troppi incidenti mortali sui luoghi di lavoro: una piaga e una sciagura per il nostro Paese. Anche nella nostra Regione e nel settore dei Trasporti si registrano incidenti gravi, talune volte anche mortali, che mettono in evidenza il fatto che non si fa mai abbastanza. Recentemente in Toscana, a Livorno, nei primi giorni di marzo si è verificato un incidente; un autista di una bisarca è caduto da un’altezza di circa due metri mentre effettuava operazioni di carico scarico del suo automezzo a ridosso appunto della zona portuale, riportando un grave trauma cranico. Abbiamo unitariamente reagito e proclamato uno sciopero di 4 ore, ma non può essere questa la soluzione o elemento sufficiente alla rimozione della causa. Non possiamo essere soddisfatti delle manifestazioni di dolore e di rabbia del momento, prima di tutto dobbiamo pretendere che si faccia piena luce su qualsiasi tipo di disgrazia, individuando le responsabilità, per poi rimuovere le possibili criticità, in modo che certi fatti non si ripetano più.

In Italia vi sono circa 1,1 milioni di addetti nel comparto trasporti, di cui la metà impiegata nelle ferrovie e nella gomma, un terzo in attività di magazzinaggio, circa un decimo nelle attività di spedizione, il 3% nei trasporti marittimi e il 2% in quelli aerei. Una popolazione   che   sta   invecchiando, causa   anche   anni   di crisi e di mancate assunzioni stabili. E’ proprio nella fascia di età compresa tra i 50 e i 65 anni che si registra la quota maggiore di denunce riferite ad infortuni sul lavoro. Quindi non abbassare mai la guardia, ma sensibilizzare sempre di più le imprese, perché investire in sistemi di sicurezza non è un costo ma un beneficio e un dovere; nello stesso tempo sensibilizzare il Governo e gli Enti Locali perché aiutino le aziende ad investire in sicurezza, consapevoli che meno incidenti sul lavoro significa opportunità anche economica e un messaggio positivo per il Paese.

La Fit/Toscana è sempre stata attenta a questa problematica, ma crediamo che oggi ci sia necessità di una rivitalizzazione e di un maggiore impegno proprio su questo tema.  Rilanciare con maggiore incisività la nostra azione, sia investendo sul fattore umano sia sugli strumenti informatici, per arrivare a tutti e in tutti i luoghi di lavoro. Una nuova campagna informativa che deve partire in questi giorni, accompagnata da un progetto di formazione, per i nostri operatori ma soprattutto per chi effettua lavorazioni a rischio, se necessario intervenendo direttamente anche nelle aziende, per verificare il processo e, se del caso, intervenire per il rispetto del D.L.81 in materia di sicurezza.

“Punto di incontro Salute e Sicurezza della Fit-Cisl Toscana” è cosi che si chiama il pull di donne e uomini che abbiamo costituito, a partire appunto dagli RLS eletti nelle varie aziende, per rispondere, per innovare, per assistere anche legalmente e psicologicamente  tutti quelli che si possono trovare in difficoltà sul lavoro, non necessariamente relative a incidenti, ma anche a disagi e/o preoccupazioni che si possono creare negli ambienti di lavoro. La Fit/Cisl Toscana ha fatto in modo che competenza e voglia di stare insieme si concretizzassero, facendo nascere questo gruppo aperto a tutti quanti vogliano partecipare e dare il proprio contributo, mettendo a disposizione luoghi per incontrarsi, mezzi informatici, collegamenti in rete, nonché altri mezzi finalizzati a coinvolgere ed invogliare i lavoratori a conoscere i propri diritti e doveri rispetto anche al contratto di appartenenza. Si evidenzia entusiasmo e voglia di fare ed è proprio da questo Congresso che vogliamo lanciare un invito alla partecipazione: con la e-mail toscanasicurezza.fit@cisl.it e il numero telefono 055 2356413 dedicati, si può interloquire ed essere protagonisti del proprio futuro in tema di sicurezza.

Rapporti unitari Fit/Cisl-Filt/Cgil e Uilt/Uil Toscana

E’ con voglia di ascoltare e disponibilità   che abbiamo cercato di impostare i rapporti sindacali in particolare con la Filt e la Uilt Toscana. Attraverso una forte disponibilità all’ascolto e sempre pronti a smussare gli angoli abbiamo creato diverse azioni comuni e anche reimpostato trattative dove tutti i soggetti principali stavano al tavolo insieme. Visto e capito il momento difficile che attraversano le parti sociali, a fronte di un Governo che prova a ignorarci ed in alcuni casi anche di aziende che tentano di scavalcare e negare ruolo alle istanze sociali costituite, per stabilire rapporti diretti con ogni singolo lavoratore, è necessario superare le eventuali divisioni e privilegiare rapporti unitari e azioni comuni e condivise, per fronteggiare questo tipo di atteggiamento datoriale. Se vogliamo aprire una nuova fase sindacale e di partecipazione collettiva, dobbiamo mettere al centro il bene comune e il bene dei lavoratori, lasciando da parte i particolarismi. Crediamo che le organizzazioni sindacali regionali della Toscana siano pronte a queste sfide, anche se in alcuni territori della nostra Regione, dal punto di vista sindacale si registrano ancora divergenze: la Fit/Cisl da una parte, la Filt dall’altra e la Uilt dall’altra ancora, che si uniscono e si separano a seconda del momento e/o della rivendicazione che si porta in azienda. Una divisione dettata in molti casi da situazioni pregresse, che il gruppo dirigente non riesce a superare e mettere da parte, alimentate e cavalcate strumentalmente talune volte anche dall’azienda di turno, che pensa di poter sfruttare le divisioni sindacali per giocare una partita migliore e più vantaggiosa. Ecco, dobbiamo fare un salto di qualità, i cambiamenti che ci attendono devono ricompattare il sindacato, dobbiamo superare egemonie e sopraffazioni, rimettere al centro il lavoro e i lavoratori e riconquistare la fiducia e la legittimazione di chi rappresenta chi, anche ripartendo dalle elezioni delle RSU, che secondo noi sono uno strumento formidabile per la partecipazione dei lavoratori e per legittimare i rappresentanti sindacali.

Da segnalare come in quest’ultimo periodo anche a livello nazionale l’azione sindacale unitaria abbia consentito di rinnovare diversi contrati di lavoro, in particolare quello delle Autostrade, quello delle Ferrovie, quello dell’Anas, quelli dell’Ambiente, chiudendo, dopo anni, una stagione positiva per tantissimi lavoratori. Sussistono ancora diversi tavoli aperti come quello del trasporto merci ma crediamo che l’azione unitaria alla fine prevarrà su qualsiasi   azienda  e/o  associazione  datoriale  e  anche   sul vento della disgregazione e del disfattismo.

Diritto di sciopero

Il diritto di sciopero è uno dei temi più delicati da affrontare, vista la rilevanza costituzionale e l’importanza che esso riveste nell’ambito delle relazioni industriali. A tutt’oggi manca un piano legislativo che disciplini in modo chiaro la concorrenza tra le organizzazioni sindacali, oggi tutte legittimate a proclamare scioperi, indipendentemente dal loro grado di rappresentatività o di consenso in mezzo ai lavoratori.

L’opinione pubblica e i cittadini viaggiatori molto spesso si vedono sopprimere il treno o l’autobus senza sapere il perché e quali siano le motivazioni che generano tale situazione.  Il “sindacato” in generale, senza distinzioni, è additato come il responsabile dei disagi dei viaggiatori, mentre, lo sappiamo, la realtà è ben altra: la maggioranza degli scioperi sono generati dal mancato rispetto di clausole contrattuali da parte delle aziende, che scelgono di ignorare le regole pattuite. A questo proposito bisognerebbe fare chiarezza, riprendere il disegno di legge presentato a marzo del 2015 dalla Fit/Nazionale e sostenuto da circa 100.000 firme, presentato al parlamento come norma per lo “sciopero intelligente” che prevede fra l’altro il diritto al rimborso dell’abbonamento per le giornate di sciopero e ai viaggiatori l’uso gratuito dei mezzi pubblici, a carico delle aziende. Questa sarebbe già una discreta penalizzazione per le aziende i cui dipendenti scendono in sciopero. Ma ce n’è anche un’altra: la decurtazione della quota di sovvenzione annua statale corrispondente alla giornata di sciopero, che dovrebbe invece essere versata in un fondo per il sostegno alle crisi aziendali. Una rivoluzione, se si considera che la maggioranza degli scioperi, sono causati da violazioni delle regole da parte delle società.

Inoltre, fermo restando che il diritto alla proclamazione di uno sciopero deve rimanere in capo a tutti i soggetti abilitati dalla legge, per la Fit/Cisl è necessario e urgente trovare un sistema che metta in relazione il grado di rappresentatività del sindacato con le norme che regolano appunto il diritto sciopero. Siamo convinti, per esempio, che le elezioni delle RSU, oltre a individuare i rappresentanti dei lavoratori possano servire anche per misurare il tasso di rappresentanza e rappresentatività; non basta contare il numero degli iscritti, che comunque devono essere certificati da un ente terzo, bisogna anche contare i voti che si prendono  alle  elezioni  per  la  RSU,   in modo  che  il numero degli iscritti e i voti riportati

nelle elezioni possano determinare il grado di rappresentanza di ogni organizzazione sindacale e così determinare le regole in questo campo.

Rimane fondamentale sciogliere il nodo di chi ha la titolarità della proclamazione degli scioperi, per prevenire eventuali referendum preventivi.

 Riforma delle Pensioni

Dopo una stagione lunghissima, nella quale il governo ha snobbato le parti sindacali pensando, senza interlocuzione fra mondo del lavoro e rappresentanti dei lavoratori, di riuscire a fare da solo, il 28 settembre 2016 è stato raggiunto un accordo sulla previdenza, che in qualche maniera incrina il muro innalzato dalla riforma delle pensioni della “Fornero”. Un risultato politico importantissimo che rilancia l’azione del sindacato, valorizzando il lavoro fatto fino a quel momento, stabilendo un nuovo equilibrio fra Governo e Sindacato e soprattutto riaffermando un principio: l’importanza dell’interlocuzione con i corpi intermedi sulle materie contrattuali. Una svolta, dopo circa tre anni, in cui il sindacato riafferma la propria leadership e la propria azione di rappresentanza del mondo del lavoro.

Non è il classico accordo, una riforma delle pensioni che riguarda tutti indistintamente ma, per la prima volta, si rivolge ai più disagiati, ai precari, a chi fa un lavoro particolarmente duro, a chi ha iniziato a lavorare giovanissimo e infine anche a chi è già in pensione.  Risultati importanti per milioni di persone, partendo appunto dalla piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil  “Cambiare le pensioni‐Dare lavoro ai giovani”. Una riforma importante, che interessa da vicino anche il nostro comparto e che, se diventerà operativa in questi giorni, consentirà da una parte a tanti di accedere alla pensione e nello stesso tempo darà vita ad una grande opportunità per tanti giovani di trovare un posto di lavoro stabile e guardare al futuro con speranza.

 Appalti

Il congresso è il momento in cui il dibattito affronta anche i temi più delicati. Ci riferiamo al mondo degli appalti, che interessa un po’ tutte le filiere, a partire dalle Ferrovie, passando dalla Logistica per arrivare all’Igiene Ambiente. I lavoratori impiegati sono costantemente  sotto  “ricatto”,  sia  perché  vi   sono  frequenti  cambi  di   azienda e  quindi

notevole stress psicofisico e psicologico, sia perché molto spesso non è prevista nessuna clausola sociale, senza quindi tutele di salvaguardia del posto e del contratto, aspetto che favorisce offerte con ribassi anche del 40% e che scarica tutti i costi sui lavori da svolgere e conseguentemente, sul personale stesso.  I “fortunati”, che vengono riassunti, molto spesso percepiscono uno stipendio più basso, hanno meno tutele contrattuali e rischiano, come succede spesso, di non riscuotere o di riscuotere con molti mesi di ritardo, senza contare il ricorso continuo agli ammortizzatori sociali al fine di evitare i licenziamenti collettivi. Intanto, è importate su questo settore avere un fronte sindacale unito e denunciare i comportamenti scorretti da parte delle aziende appaltatrici, che per esempio non di rado comprendono accordi stipulati con organizzazioni sindacali minori, a discapito delle organizzazioni confederali; accordi di comodo e sovente estorti attraverso l’adozione di azioni forti. Una situazione al limite del collasso e non più sopportabile.  Questa è la nuova frontiera del sindacato italiano, riportare regole chiare e certe in tutto il territorio nazionale e la nostra scelta tende da una parte a ricercare delle soluzioni in ambito di rinnovo dei contratti e dall’altra a far aprire gli occhi alla politica sullo stato in cui versa il settore degli appalti e sulle condizioni che gli addetti subiscono.

La Fit/Cisl è impegnata a tutti i livelli a cercare di risolvere il problema in maniera radicale, attraverso regole condivise che devono essere recepite dal Parlamento e trasformate in leggi, che prevedano trasparenza nei percorsi di aggiudicazione, una concorrenza basata sul merito, sulla preparazione dei soggetti e sulla qualità dell’offerta. Una nuova stagione dell’etica, che tenga al centro la dignità della persona e della famiglia, in una società non più accecata dal profitto senza regole e senza morale. Insomma una nuova stagione dove i lavoratori, il sindacato insieme naturalmente alle imprese, divengano protagonisti per una società più giusta ed equa.

 Infrastrutture in Toscana

Lo slogan del nostro Congresso “Con più Trasporto Verso il Futuro”, se applicato al contesto della nostra Regione, rimanda alle infrastrutture perché rappresentano realmente un’opportunità di lavoro nell’immediato al momento della realizzazione, e in prospettiva per gli addetti che le faranno funzionare. Le infrastrutture rappresentano anche ammodernamento della Regione, efficienza nei servizi e soprattutto una risposta formidabile

alla mobilità per milioni di cittadini. Come Fit/Toscana siamo convinti che i prossimi anni dovranno veder finalmente realizzati importanti progetti, dei quali si parla da anni e che sono indispensabili, se vogliamo veramente cambiare e ammodernare il territorio e dare vita ad una stagione nuova; ci riferiamo:

  • alla realizzazione del sotto-attraversamento della città di Firenze (Tav);
  • alla realizzazione del sistema tranviario, sempre a Firenze;
  • realizzazione della linea ferroviaria Osmannoro – Campi per potenziare il trasporto regionale attraverso l’integrazione delle linee tranviarie fiorentine;
  • alla realizzazione del termovalorizzatore sempre a Firenze (Case Passerini);
  • al raddoppio ferroviario Pistoia – Lucca (passaggio da Montecatini a raso);
  • agli investimenti per lo sviluppo delle banchine dei porti Toscani (Livorno- Piombino e Marina di Carrara);
  • alla Fi. Pi. Li., per l’adeguamento e potenziamento e messa in sicurezza dell’infrastruttura;
  • alla Grosseto – Fano E78, per la realizzazione del corridoio detto “dei due mari”;
  • all’Autostrada A12 Rosignano – Civitavecchia, (Autostrada Tirrenica);
  • al potenziamento, sviluppo e messa in sicurezza del sistema Aeroportuale Toscano (Master-plan Pisa e Firenze).

Queste sono solo alcune delle infrastrutture portate ad esempio, che la Toscana aspetta da anni, e che crediamo sia giunto il momento di terminare, per dare una risposta alla richiesta di efficienza e mobilità sia delle imprese che dei cittadini. La Fit Toscana non si arrende ai tanti vincoli, alle prescrizioni, ai tanti NO che si levano da molti settori che non vogliono fare niente, insiste invece, perché convinta che il futuro passa dalle infrastrutture; se non le realizziamo nei tempi previsti, il territorio, il Paese arretra e i nostri ragazzi non avranno opportunità e futuro per crescere e farsi una famiglia.

Riforme TPL, Servizi Ambiente e Porti in Toscana

La Fit/Toscana ha svolto un ruolo attivo per quanto riguarda le riforme che hanno interessato alcuni settori come quello del TPL, dell’Igiene Ambiente e dei Porti, che hanno direttamente avuto ricadute in Toscana o che hanno cambiato l’organizzazione del lavoro creando preoccupazione nei lavoratori.

TPL

Per quanto riguarda la gara TPL regionale, la Fit/Cisl ha condiviso l’impostazione, perché rappresenta un’opportunità per mettere in sicurezza il settore, che ogni anno subiva le falcidie economiche ad opera delle finanziarie del Governo, con pesanti ricadute sia per quanto riguarda il servizio che il mantenimento dei livelli occupazionali. Pertanto la gara Tpl, corredata da una serie di accordi raggiunti con la Regione Toscana, che hanno previsto la garanzia dei  livelli occupazionali, delle retribuzioni, dell’applicazione del Ccnl auto-ferro, il mantenimento delle  residenze, i finanziamenti per il ricambio del parco autobus e non per ultima la certezza delle risorse finanziarie, per i servizi,  anno per anno per tutta la durata della gara (9+2), ha rappresentato una svolta e una “rivoluzione” sia per l’organizzazione del lavoro e dei servizi con una programmazione regionale, sia per ammodernare il parco Autobus e per creare sviluppo e occupazione.

Oggi siamo in una fase transitoria lunghissima, non abbiamo il vincitore definitivo della gara e si sono riaffacciate le paure e le preoccupazioni sul futuro a cui i lavoratori devono andare incontro. Come Fit/Cisl ci batteremo per il rispetto degli accordi sottoscritti con la Regione e con tutti i soggetti Istituzionali, perché nessuno può rimanere senza lavoro e/o abbandonato al proprio destino. Pertanto ci auguriamo che l’iter della gara giunga a conclusione molto presto, e che il Consiglio di Stato metta fine a questa incertezza pericolosa e disgregante con un vincitore definitivo in modo che possiamo cominciare a lavorare per il nostro futuro.

Servizi Ambiente

Più in breve, anche per la riforma della raccolta Rifiuti in Toscana la Fit/Cisl ha avuto la stessa determinazione. Il progetto partiva dalla riorganizzazione del servizio attraverso la creazione degli ATO, nel cui ambito il ciclo dei rifiuti deve iniziare e finire, con una notevole attenzione al recupero e al riciclo del materiale, con risparmio sulle materie prime e soprattutto con minori costi per il cittadino e più sicurezza per l’ambiente. Il tutto supportato da accordi con le Istituzioni che prevedono la garanzia del lavoro, mantenimento dei livelli occupazionali e opportunità di sviluppo e crescita del comparto. Vogliamo citare come esempio la creazione della nuova società di raccolta rifiuti dell’ATO Centro “ALIA” (Firenze-Prato-Pistoia) nata, a seguito dell’aggiudicazione della gara per la gestione del servizio  per  i  prossimi 22 anni, dalla fusione delle vecchie società che fino a quel momento

avevano gestito la raccolta nelle singole Province. Un progetto che va nella direzione giusta, perché realizza la semplificazione della catena di comando, un’organizzazione articolata che terrà conto del territorio e delle sue specificità, nonché un’opportunità di sviluppo occupazionale e un modello per le altre realtà della Toscana. Da citare anche che negli organismi della nuova società Alia è prevista la creazione di un “Employee – Comittee”, comitato paritetico Azienda-Parti Sociali, luogo di confronto sulle strategie aziendali,  in cui per la prima volta e in maniera innovativa si sperimenta un modello di partecipazione ai processi di sviluppo della società, vicino alle istanze di democrazia economica che da sempre sono patrimonio della nostra organizzazione, in cui il bene e le prospettive dell’azienda e dei lavoratori saranno condivisi in tempo reale da tutti i soggetti coinvolti.  Inizia la sfida, la Fit/Cisl c’è ed è pronta ad aprire il tavolo per una prima verifica dei progetti futuri.

Porti

Anche per quanto riguarda la riforma dei porti voluta dal Governo e calata nella nostra Regione, come Fit/Cisl abbiamo cercato, attraverso le Istituzioni Locali e Regionali, di evidenziare il fatto che separare i porti toscani (Livorno insieme a Piombino e Marina di Carrara insieme a La Spezia) avrebbe creato preoccupazioni e incertezze sul futuro del sistema portuale toscano. Ci riferiamo in particolare a Marina di Carrara. Non ritenevamo appropriato l’accoppiamento con un’altra Regione, perché avrebbe potuto creare incertezza sugli investimenti e sullo sviluppo del territorio di Carrara. In primis perché i finanziamenti, della Regione Toscana, sarebbero stati gestiti da La Spezia e poi anche perché, essendo il territorio spezzino strutturalmente e organizzativamente più grande, si sarebbe corso il rischio che le attività amministrative e organizzative venissero spostate in Liguria. Il dado è tratto, e a oggi non ci resta che vigilare e incalzare la Regione Toscana, ma anche gli Enti locali, affinché i progetti di sviluppo messi in campo, infrastrutturali e lato nuovi armatori, vengano mantenuti; lavorare per affermare che le specificità e le professionalità esistenti nell’ex autorità portuale di Carrara vengano mantenute e sviluppate, per creare nuove opportunità di lavoro al pari della crescita dei traffici del porto.

Conclusioni

Il Congresso deve segnare l’inizio di una nuova consapevolezza: quella del lavoro che cambia. Anche il sindacato deve cambiare, aggiornarsi e ammodernarsi per stare al passo coi tempi e rappresentare per il futuro il mondo del lavoro.

Viviamo una fase di cambiamento anche nel modo di stare in Europa; basta pensare alla Brexit e alle recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America, al referendum costituzionale del 4 dicembre u.s. nel nostro Paese e alle conseguenze che hanno caratterizzato lo scenario politico e sociale nel quale viviamo. Molto probabilmente ognuno di noi sarà segnato dai cambiamenti continui e dalla messa in discussione di punti fermi, ma dobbiamo avere fiducia e speranza. Intanto auspichiamo una legge elettorale che garantisca certezza nell’individuare il “vincitore” e stabilità di Governo, auspichiamo poi che quest’ultimo capisca ed interpreti le necessita e i bisogni degli italiani, ma soprattutto che sia credibile ed autorevole nel contesto internazionale, per cambiare veramente passo e realizzare finalmente gli stati uniti d’Europa, un’Europa dei Popoli, con al centro gli uomini e le donne, la famiglia e la dignità della persona nel mondo del lavoro. In questo scenario gli iscritti, i delegati, gli attivisti e i dirigenti della Fit/Cisl devono rendersi conto che spetta a noi essere voce di chi non ne ha e di chi è troppo solo e debole per farsi sentire; una grandissima responsabilità di cui sono sicuro saremo all’altezza.

Spero di non averla fatta troppo lunga, anche se molti argomenti non sono stati toccati o approfonditi, seppur importanti.  Il dibattito sarà occasione per approfondire e arricchire di ulteriori contenuti il nostro Congresso.

Un’attenzione e un saluto a tutti i collaboratori che in questi anni sono stati vicini alla Fit/Toscana e a tutti i dirigenti del Consiglio Generale uscente per la pazienza, la dedizione e il lavoro svolto in questi anni.

CON PIU’ TRASPORTO VERSO IL FUTURO, TUTELARE LA PERSONA NEL LAVORO CHE CAMBIA

Buon Congresso.

Viva la Cisl, Viva la Fit/Toscana

INTERVENTI DEI DELEGATI ALL’11° CONGRESSO REGIONALE FIT CISL TOSCANA

Leggi l’intervento di Angela Settembrini

Leggi l’intervento di Massimo Matassini

Leggi l’intervento di Rossella Tavolaro

Leggi l’intervento di Roberto Malveri

Leggi l’intervento di Alessandro Cuzzola

Leggi l’intervento di Marco Bardalez

Leggi l’intervento di Gianluca Mannucci

Leggi l’intervento di Simone Francioni

Leggi l’intervento di Antonino Siclari

Leggi l’intervento di Paolo Panchetti 

Leggi l’intervento di Antonino Rocca

Leggi l’intervento di Michele Michelazzi

                                                                                       

          DOCUMENTO DEL CONGRESSO FIT/CISL TOSCANA

11 – 12 APRILE 2017 – TIRRENIA – (PISA)

 

Il Congresso della FIT/CISL Toscana, svoltosi l’11 e il 12 aprile c.a., presso l’Hotel Continental di Tirrenia, presieduto da Pierluigi Ballerini, segretario di Presidio di Siena, approva la relazione del Segretario Generale Stefano Boni, recepisce i contributi emersi dal dibattito e dagli interventi del Segretario Generale Nazionale della Fit/Cisl Antonio Piras, del Segretario Generale USR/Cisl Toscana Riccardo Cerza e del Segretario Nazionale Organizzativo Fit/Cisl Salvatore Pellecchia.

Appalti

Il congresso ritiene che in merito al comparto degli appalti, oltre ad intervenire a livello contrattuale, che rappresenta una prima salvaguardia, è necessario interessare il Parlamento, il quale, nella  nuova legge sul codice degli appalti deve    prevedere la clausola sociale: indipendentemente da chi vince la gara il personale deve essere riutilizzato  senza interruzione del contratto.  Inoltre è necessario che nella gara il committente non preveda il massimo ribasso, ma parametri diversi tipo la qualità, il tipo di macchinari che vengono utilizzati, l’applicazione del contratto relativo al comparto in cui si opera. Il Congresso pertanto invita la segreteria nazionale Fit/Cisl a ricercare tutte le soluzioni possibili per mettere in sicurezza i lavoratori degli appalti che in questi anni sono stati quelli più esposti alle variabili del mercato del lavoro. Dobbiamo batterci per un nuovo concetto del lavoro, dove la dignità viene messa al centro e il profitto, di per sè finalizzato solo ad arricchire le imprese, debba essere messo al bando.

Gruppo FS 

Il congresso impegna tutta la Fit/Cisl Toscana a mettere maggiore attenzione alla paventata privatizzazione del gruppo FS, in particolare della società Trenitalia segmento passeggeri lunga percorrenza e AV (treni Freccia Rossa, Argento e Bianca nonché tutti gli intercity lunga percorrenza e il servizio universale). Il congresso sollecita pertanto a mettere in campo tutte le azioni possibili per impedire la svendita e la privatizzazione dell’ultima grande azienda pubblica italiana.

Il congresso invita la Segreteria Nazionale a vigilare sulla riorganizzazione del gruppo FS e ad impedirne lo spacchettamento e la polverizzazione in tantissime società. Nello stesso tempo, è essenziale interloquire sia con il Governo che con i parlamentari, facendo presente che i lavoratori hanno fatto fortissimi sacrifici per rilanciare le FS attraverso dei provvedimenti contrattuali (vedi per esempio macchinista solo, oppure il passaggio dalle 36 alle 38 ore settimanali) con aumento della produttività e della capacità produttiva di tutto il gruppo. Oggi che le FS sono un esempio per il Paese, producono ricchezza e benessere, sono immagine di efficienza nel mondo, vanno valorizzate e portate come esempio del fatto che “il pubblico non sempre è brutto e sinonimo di spreco, ma se c’è la volontà politica le aziende possono essere apprezzate e generare speranza e prospettive di futuro per il Paese e per tanti giovani”.

Riforma TPL Toscana

Il Congresso, in merito alla riforma del TPL intrapresa oramai da diversi anni, nella quale il sindacato, attraverso vari accordi con la Regione Toscana, ha condiviso  il percorso con  l’obiettivo di mettere in sicurezza  tutto il comparto, sia dal punto di vista finanziario che della tenuta dell’occupazione e delle garanzie contrattuali, auspica una veloce soluzione rispetto alle decisioni del Consiglio di Stato, chiamato a pronunciarsi sui vari ricorsi promossi dai soggetti interessati ad aggiudicarsi il servizio di TPL regionale. L’incertezza nella determinazione di chi sia il definitivo vincitore della gara, ha portato i lavoratori a vivere quotidianamente una precarietà e insicurezza non più tollerabile per altro tempo; vi è necessità invece di indirizzi chiari e trasparenti per poter guardare al proprio futuro.  Il congresso invita tutti i soggetti Istituzionali in campo, a fare presto e ad individuare il vincitore, in modo da aprire una nuova fase di contrattazione e regole condivise fra impresa e sindacato, ripartendo proprio dagli accordi di garanzia per il personale interessato che hanno dato il via alla riforma del TPL nella Regione Toscana.

Riforma Servizi Ambiente Toscana

Per la riforma degli ATO relativi alla raccolta rifiuti, che hanno messo in campo riforme e metodi diversi anche nei tempi, il sindacato è stato protagonista attraverso vari accordi, sia per l’applicazione del contratto di riferimento ma anche per la tenuta occupazionale e del salario. Il congresso auspica una veloce soluzione della crisi del vertice aziendale che ha colpito la società che gestisce la raccolta rifiuti nell’ATO Sud. Stessa attenzione va posta all’ambito ATO Costa, dove le procedure di riforma sono complesse e stentano a decollare; qui l’azione sindacale deve essere rivolta a tutelare il personale in forma generale, ma soprattutto a verificare che il percorso intrapreso si concluda in modo da avere riferimenti certi e strutturati.

Infine l’ATO Centro, che proprio nei mesi scorsi ha terminato l’iter di riforma accorpando le società esistenti e dando vita ad un unico nuovo soggetto gestore “Alia” che ha creato le premesse  per una nuova fase di partecipazione/democrazia economica, di efficienza ma anche di prospettive di benessere per il territorio e per i lavoratori con opportunità di  nuove assunzioni di personale. Il Congresso auspica che velocemente le fasi di riorganizzazione anche degli altri ATO giungano a termine, in modo da aprire una nuova fase, dove la raccolta rifiuti sia vista in ambito regionale, attraverso un nuovo progetto e una nuova organizzazione, dove i lavoratori siano protagonisti del cambiamento e del loro futuro.

Fit/Cisl Toscana

Il Congresso ritiene che il percorso intrapreso dalla Fit/Cisl Toscana vada nella direzione giusta a partire dal coinvolgimento dei delegati e dirigenti, sia in materia di partecipazione, ma soprattutto per il coinvolgimento degli stessi nei processi formativi. Si mette in evidenza la tenuta dell’organizzazione che in questi anni ha fatto registrare una crescita del 5% di iscritti fra i quali le donne si attestano al 13,5%. Un risultato importante che segna la buona salute dell’organizzazione e delle politiche messe in campo. Il Congresso pur apprezzando il lavoro svolto in materia di sicurezza, invita ad intensificare l’azione di presenziamento del territorio con il coinvolgimento del pull “punto incontro sicurezza” messo a disposizione dalla Fit/Cisl Toscana.

Il Congresso valorizza il lavoro svolto in materia di organizzazione della Fit/Cisl Toscana che ha visto affermarsi il modello Toscano “Presidi Territoriali” a livello nazionale: Un’azione molto incisiva e autorevole che alla fine ha visto il modello “Presidi Territoriali”, così come proposti dalla Toscana, recepiti ed adottati dalla Fit/Cisl Nazionale su tutto il territorio nazionale.

Giovani, Donne e Patto Federativo

Il congresso valorizza anche il progetto portato avanti dalla Fit/Cisl Toscana in merito al riconoscimento dei giovani; oltre all’individuazione di un responsabile è stato riconosciuto anche uno spazio e strumenti informatici per elaborare e proporre soluzioni ai problemi. Un progetto valorizzato anche dalla Fit/Cisl Nazionale con l’istituzione di un pull di giovani all’interno del Consiglio Generale Nazionale e l’individuazione di un responsabile giovani.

Per quanto riguarda le Donne, il Congresso invita il Coordinamento a proseguire nell’attività di sensibilizzazione degli iscritti e soprattutto a coinvolgere i Segretari di Presidio affinché anche nelle aziende più strutturate si costituiscano i CPO aziendali/territoriali. Il congresso ritiene necessario che attraverso la contrattazione decentrata si attivino delle politiche tese al contrasto e prevenzione della violenza nei luoghi di lavoro anche in riferimento all’accordo fra OO.SS Cgil-Cisl-Uil e Confindustria del 25 gennaio 2016.

Il congresso invita a riprendere l’azione rispetto al patto federativo con le altre organizzazioni Fistel e Flaei, e nello stesso tempo ritiene necessario non vi siano forzature e passi in avanti unilaterali che possono allungare tempi e modalità. L’obiettivo è quello di ricercare tutte le soluzioni possibili per dare vita in maniera compiuta e nel più breve tempo possibile, alla federazione della Cisl Reti che deve rappresentare una opportunità di sviluppo e di crescita per tutti i soggetti partecipanti.

Conclusioni

Il Congresso impegna la Fit/Cisl Toscana a vigilare sugli accordi inerenti la gara TPl e sui processi riorganizzativi, sia del Servizio Ambiente che delle Autorità Portuali. Mettere al centro il lavoro, lo sviluppo, l’occupazione devono essere le priorità della Fit/Toscana per creare sicurezza e speranza per il futuro. Il Congresso impegna anche la Fit/Toscana ad attivarsi per la realizzazione delle infrastrutture ferroviarie/viarie, etc., per un reale ammodernamento, per la crescita di opportunità rivolte i tanti giovani toscani.

Al gruppo Dirigente della Fit/Cisl Toscana eletto dall’assise, il Congresso, nell’augurare buon lavoro, porge un invito a far sì che  gli argomenti suddetti, insieme ai valori quali la solidarietà e la partecipazione, diventino l’asse portante dell’azione futura dell’organizzazione, per affermare sempre di più la presenza della Fit/Cisl  nei posti di lavoro. Il sindacato, asse portante di valori e principi etici, è indispensabile nella vita di tutti i giorni e nell’interlocuzione con le Imprese e il Governo.

Dove non c’è sindacato regna l’anarchia e l’individualismo, che porta all’isolamento e alla disgregazione dei posti di lavoro.

Viva la Fit/Toscana, Viva la Cisl.

Mozione approvata all’unanimità

 

 

FIT/CISL TOSCANA IN CONGRESSO

HOTEL CONTINENTAL -TIRRENIA – (PISA)

 

L’11 e il 12 di aprile 2017, presso l’Hotel Continental di Tirrenia, la Fit/Cisl Toscana ha celebrato il suo 11° Congresso.  Hanno partecipato ai lavori il Segretario Generale Riccardo Cerza e il Segretario Generale Aggiunto USR Cisl Toscana Ciro Recce, i Segretari Fit/Cisl Nazionali Emiliano Fiorentino, Pasquale Paniccia, Salvatore Pellecchia e il Segretario Generale Nazionale della Fit/Cisl Antonio Piras.

Stefano Boni è stato confermato alla guida della Federazione Toscana. Nella sua relazione introduttiva ha fatto una disamina del livello nazionale ed europeo sulle questioni socio-economiche, ed ha affrontato i temi più strettamente legati alla Regione, in particolare alle infrastrutture ancora da realizzare e alle riforme in atto, come quella del TPL e dei servizi ambiente, tenendo sempre presente lo sviluppo e l’occupazione.

E’ stato inoltre messo al centro del dibattito il lavoro e la dignità della persona in un’ottica di lavoro che cambia in funzione anche delle nuove tecnologie e del welfare sempre più inclusivo nella vita delle aziende e delle persone. Inoltre è stato anche messo in evidenza come la stagione delle politiche neo liberiste, a partire dalla liberalizzazione e poi dalla privatizzazione dei servizi e dei trasporti, non abbia dato risposte ai bisogni dei lavoratori, anzi, alla fine ha creato diseguaglianze, impoverimento, insicurezza e paura nel futuro anche nelle nuove generazioni. Il congresso ha evidenziato la necessità di avere:

  • equità sociale;
  • aumento dei salari e sviluppo dell’occupazione;
  • PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI AL WELFARE AZIENDALE.

Molti gli interventi dei delegati, che pur manifestando preoccupazione per la situazione generale, hanno espresso passione e fiducia nel sindacato attraverso la discussione e la condivisione delle scelte da assumere insieme. Fiducia verso il gruppo dirigente della Federazione che attraverso la valorizzazione dei giovani, delle donne, degli immigrati, ha saputo cogliere l’opportunità di sperimentare la partecipazione attraverso:

  1. valorizzazione dello strumento delle RSU/RLS come motore per “scoprire” nuovi talenti sindacali;
  2. incremento di nuovi sistemi di comunicazione attraverso il Web per un nuovo modo di comunicare e far partecipare i lavoratori;
  3. nuovo sviluppo “Punto d’incontro Salute Sicurezza”, per trovare soluzioni per ogni categoria e risposte concrete per tutti.

 In questi ultimi quattro anni, la Federazione dei Trasporti della Cisl Toscana ha valorizzato e preparato un gruppo di giovani che oggi vedono il loro impegno riconosciuto anche nel nuovo statuto della Fit dove è stata inserita la figura di un responsabile Giovani che a tutti gli effetti fa parte del gruppo dirigente, con il fine di continuare l’azione intrapresa e contribuire al consolidamento e strutturazione della Fit/Cisl nei luoghi di lavoro e nella società.

Non resta che rimboccarsi le maniche, parlare alle persone, ai lavoratori e alle lavoratrici. Il sindacato non è un monolite astratto e immobile, ma una famiglia aperta fatta di donne e uomini pronti a condividere le problematiche del lavoro e aiutare attraverso anche l’ascolto, suggerendo nuove proposte per migliorare le condizioni di lavoro.

Il congresso della Fit/Cisl Toscana potrete trovarlo sul nuovo sito www.fitcisltoscana.it, sulla pagina FB Fit/Cisl Toscana. Buon lavoro a tutti.

Con più trasporto verso il futuro!

Tutelare la persona nel lavoro che cambia

Hanno partecipato inoltre alcuni rappresentanti delle Istituzioni: l’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni, l’Assessore ai Trasporti della Regione Toscana Vincenzo Ceccarelli, il presidente di Mobit Andrea Zavanella, il presidente di Autolinee Toscane RATP Bruno Lombardi, il responsabile del personale Italia di BusItalia Claudio Terzi, il direttore trasporto regionale Toscana Gianluca Scarpellini, il direttore di RFI Toscana Efisio Murgia, l’amministratore delegato di Italcertifer Carmine Zappacosta, l’amministratore delegato di Alia Livio Giannotti, il segretario Generale della Filt/Cgil Toscana Gianfranco Conti e  il segretario Generale della Uilt Toscana Michele Panzieri e altri rappresentanti delle aziende  di trasporto e delle associazioni datoriali.

La Segreteria Regionale

Privacy Policy Cookie Policy