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Intervista sul futuro del sistema aeroportuale della Toscana 25 marzo 2021

SIMONA GIUNTINI

Quale futuro per gli scali aeroportuali di Peretola (a Firenze) e Galilei (a Pisa)? Lo stop alla libera circolazione – adottato per cercare di contenere la diffusione della pandemia – ha inciso pesantemente sul traffico aereo, ridotto essenzialmente al trasporto merci e a un esiguo numero di voli di linea per passeggeri. Ma i sindacati sono preoccupati anche per il destino della società di servizi, per la quale l’amministratore delegato di Toscana Aereoporti Roberto Naldi avrebbe ricevuto una offerta, su cui si riserverebbe di decidere entro qualche tempo.

Di tutto questo ed anche di altro parleremo questa sera a Generazioni Cisl, nell’ultima puntata prima della pausa pasquale, con Stefano Boni, segretario regionale di Fit/Cisl.

Prima, però, ci vediamo questo servizio:

l’amministratore delegato di Toscana Aeroporti Roberto Naldi ha comunicato ai sindacati di aver ricevuto una offerta da una società privata per l’acquisto della Toscana Aeroporti Handling, che garantisce numerosi servizi all’interno degli aeroporti di Pisa e Firenze. Naldi si sarebbe preso tre mesi di tempo per valutare l’offerta. La società acquirente avrebbe garantito il mantenimento dei posti di lavoro e del salario per almeno 2 anni. La notizia è stata comunicata dalle stesse sigle sindacali che fanno riferimento a Cgil, Cisl, Uil e Ugl:  arrivata nel bel mezzo della pandemia – dove tutto il comparto è completamente fermo e i lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore, cig che scadrà il 31 marzo.

SIMONA GIUNTINI

Proviamo a fare un po’ di chiarezza, Stefano Boni. Quali servizi garantisce Toscana aeroporto handling?

STEFANO BONI

Per handling si intende l’insieme dei servizi svolti in aeroporto finalizzati a fornire assistenza a terra ai cittadini; è necessario avere  la relativa certificazione da parte dell’Enac, per informazioni al cliente, gestione dei bagagli, assistenza per bagagli smarriti, emissione dei biglietti, gestione piazzale e pulizia aeromobile, quindi tutta una serie di attività accessorie per mettere in sicurezza aereo e passeggeri e indispensabili per il cittadino che prende l’aereo.

SIMONA GIUNTINI

A quante persone dà lavoro questa società di servizi nei due scali aeroportuali?

STEFANO BONI

Le persone direttamente impiegate sono circa 450 (200 a Firenze e 250 a Pisa); dopodiché queste persone sono affiancate da altro personale di ditte esterne che possiamo stimare in ulteriori 150/200 addetti

SIMONA GIUNTINI

Più uomini o più donne? Quale età media?

STEFANO BONI

Gli uomini sono in maggioranza: circa 55% uomini e 45% donne, con un’età media di circa 50 anni

SIMONA GIUNTINI

Sapete da chi è arrivata l’offerta? Avete qualche indizio?

STEFANO BONI

L’amministratore Delegato non ha voluto dirci niente su questo tema ma, da indiscrezioni, sembra che ci sia una cordata di imprenditori che vuole cimentarsi su queste attività. Questo ci preoccupa in quanto potrebbero non avere  esperienza è quindi è possibile che presto nascano difficoltà organizzative  ed imprevisti che alla fine si riverserebbero sempre sui lavoratori e sulle loro famiglie.

SIMONA GIUNTINI

Perché temete questo passaggio di consegne?

STEFANO BONI

Prima di tutto diciamo che questo possibile passaggio ci viene proposto nel pieno della pandemia, dove i lavoratori sono in cassa integrazione da circa un anno con un reddito medio basso e senza prospettive per il futuro. Quindi la proposta di vendita arriva come una doccia fredda e per di più senza conoscere ne l’acquirente, ne la disponibilità economica di investimento, ne se c’è un piano industriale. Insomma se prima c’era una preoccupazione oggi lo scenario è proprio buio perché non si intravede nell’immediato nessuna prospettiva certa

SIMONA GIUNTINI

Un anno di pandemia ha ridotto drasticamente il traffico aereo. Avete dei dati sotto mano?

STEFANO BONI

Nel 2020 i passeggeri transitati dagli scali di Firenze e Pisa complessivamente sono stati poco meno di 2 milioni con un calo di circa 76% rispetto al 2019.

Nello specifico nello scalo fiorentino la maggior parte del traffico passeggeri si divide sulle tratte internazionali Parigi e Amsterdam per circa 83%, mentre il restante 17% sulle tratte italiane Roma e Catania. Complessivamente nel 2020 hanno segnato   circa 700 mila passeggeri con una riduzione del 77% sul 2019.

Nello scalo pisano invece la maggior parte del traffico passeggeri si divide sulle tratte internazionali Londra e Tirana (circa il 58%) mentre il restante 42% sulle tratte italiane Palermo e Catania. Complessivamente nel 2020, hanno segnato circa 1,30 milioni di passeggeri con una riduzione del 75,5% rispetto al 2019. Un risultato invece quasi stabile è stato quello del trasporto delle merci con circa 13 mila tonnellate che di fatto rimane sui livelli del 2019.

SIMONA GIUNTINI

La gran parte dei dipendenti dei due scali aeroportuali adesso si trova in cassa integrazione, svolgendo un servizio limitato nel tempo. Gli ammortizzatori sociali, fino a pochi giorni fa, erano garantiti fino a fine mese. Ci sono novità, su questo fronte?

STEFANO BONI

Si su questo versante ci sono delle novità positive. L’altro giorno, 23 marzo 2021, è stato stipulato un accordo per la cassa covid fino alla metà di  giugno per 12 settimane. Dopodiché si potrà ricorrere ad ulteriori 28 settimane di cassa covid approvate  nel decreto sostegno del  23 marzo 2021.

SIMONA GIUNTINI

Senza una Cig  molti posti di lavoro dovranno essere tagliati avrebbe annunciato Naldi…

STEFANO BONI

Ecco queste sono state dichiarazioni che certo non hanno rasserenato gli animi; tutto il settore del trasporto aereo si trova nelle stesse condizioni e pertanto era presumibile che venissero trovate delle soluzioni come poi è stato fatto. Quindi queste dichiarazioni oltre a mettere in allarme i lavoratori hanno evidentemente il doppio scopo di richiamare l’attenzione sulla crisi del trasporto aereo da parte delle istituzioni. Riteniamo comunque che le stesse siano inopportune in quanto allarmano i lavoratori, la parte più indifesa, per scopi che forse mirano ad altri interessi.

SIMONA GIUNTINI

Nel frattempo, però – in base a quanto previsto nel Decreto Legge numero 23 del 2020, nell’ambito del programma “Garanzia Italia”, Sace ha concesso a Toscana Aeroporti un importo pari a 85 milioni di euro in sei anni. Mentre e nelle scorse settimane la Commissione Europea ha approvato, in base alla normativa Ue sugli aiuti di Stato, una misura di aiuto da 10 milioni di euro concessi dalla Regione Toscana per risarcire l’operatore degli aeroporti di Pisa e Firenze delle perdite del periodo tra il 10 marzo e il 15 giugno 2020.

STEFANO BONI

Queste cifre di cui parla sono vere e per un certo verso siamo stati anche noi come sindacato a spingere affinché ci fossero dei ristori per il sistema aeroportuale. Le compagnie aeree sono completamente ferme, il turismo è completamente azzerato e si stima che per tornare ai livelli del gennaio 2020 bisogna aspettare il 2024/2025 sempre che si torni alla normalità e il covid venga debellato. Inoltre non si capisce quale sia la strategia di Toscana Aeroporti perché, se da una parte si vende la società dell’Handling, dall’altra si compra una società che si chiama “Cemes costruzioni” per circa 4,5 milioni da pagare in 4 anni tracciando una linea diversa. Viene da pensare che si voglia uscire dal business specifico del trasporto aereo dedicandosi specificatamente alla gestione e costruzione di nuovi aeroporti.

Quindi i 10 milioni deliberati dalla Regione Toscana sono finalizzati a sostenere il sistema aeroportuale e non certo alla costruzione e realizzazione di infrastrutture. Nella situazione attuale però non possiamo accettare che, mentre da una parte si ricevono contributi dei cittadini toscani dall’altra si vende la parte più debole dei servizi, scaricando tutto sul pubblico. Una situazione inaccettabile per il sindacato e per questo siamo a chiedere di cambiare marcia e mettere al centro il lavoro e lavoratori. I 10 milioni concessi a fondo perduto devono servire soprattutto per questo.

SIMONA GIUNTINI

Nell’idea del sindacato, come potrebbero essere spesi questi mesi in attesa della ripartenza che, prima o poi, ne siamo certi, ci sarà?

STEFANO BONI

Questa è una fase che non sappiamo esattamente quando finirà ma per esempio si potrebbe pensare di utilizzare questo tempo in due direzioni. La prima sarebbe quella di fare gli investimenti di potenziamento degli scali aeroportuali partendo dagli investimenti sul sito di Pisa con la realizzazione dei capannoni e dell’ammodernamento della pista; la seconda su Firenze, predisponendo tutto per essere pronti nel momento in cui il Master plan sarà approvato, per partire subito con la nuova pista. Contemporaneamente sarebbe necessario creare un percorso con vari step coinvolgendo i lavoratori su un programma di formazione ed informazione  in modo che gli stessi siano pronti a riprendere il lavoro appena la ripresa lo consentirà.

SIMONA GIUNTINI

Come continuerà la battaglia dei sindacati? Cosa chiedete alle istituzioni in questa fase critica?

STEFANO BONI

La battaglia continua fintanto che Toscana Aeroporti non farà chiarezza a partire dallo svelare il nuovo potenziale compratore, i piani industriali, le capacità finanziare per investire e soprattutto il tipo di garanzie offerte per il lavoro e per i lavoratori. Non accettiamo la risposta che non si può dire niente perché la società Toscana Aeroporti è quotata in borsa. Da una parte si prendono soldi pubblici per poter andare avanti e dall’altra si cedono attività e persone. Questo non è accettabile e quindi ci vuole chiarezza. Il Nostro obiettivo è mettere i lavoratori in sicurezza e garantire loro un futuro anche per i prossimi anni.

Una soluzione potrebbe essere anche quella della rinuncia alla vendita e il rilancio attraverso un nuovo piano industriale con investimenti e occupazione, anche rinnovando i contratti degli appalti. Altrimenti, non possono bastare le garanzie del nuovo acquirente ma ci vuole anche la politica attraverso incentivi, e perché no, anche attraverso un dirottamento di parte dei 10 milioni per essere certi che l’occupazione, e il buon lavoro sia garantito per almeno 5 anni. Noi ci siamo ce la stiamo mettendo tutta. Ora aspettiamo la politica, i Sindaci di Firenze e Pisa, la Regione Toscana, gli Enti pubblici presenti nel consiglio di amministrazione di Toscana Aeroporti perché scendano in campo insieme a lavoratori e alle loro famiglie.

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