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Prosegue la promozione della FIT Toscana per la Sicurezza nei Trasporti [12° appuntamento]

LA FIT CISL TOSCANA SOSTIENE E INTEGRA LA FORMAZIONE dei propri R.L.S. avviandoli a percorsi formativi regionali e nazionali, sia promossi dalle Istituzioni competenti sia dai Centri di Formazione CISL.

IL PROCESSO FORMATIVO

Un errore comune è pensare che la formazione sia qualcosa di limitato al momento dell’aula.

In realtà perché sia di successo, la formazione deve essere inserita all’interno di un processo, costituito da tre fasi:

  1. Prima: attività preparatorie dell’intervento
  2. Durante: attuazione dell’intervento di formazione
  3. Dopo: attività di feed-back e valutazione dei risultati

1. PRIMA DELLA FORMAZIONE: ATTIVITA’ PREPARATORIE DELL’INTERVENTO

Definizione e Finalità

La fase preparatoria è di estrema importanza e consiste in due attività principali:

  • L’analisi dei bisogni formativi: definire, nel modo più circoscritto possibile, lo scostamento tra la situazione esistente e quella che si vuole raggiungere quale “prodotto in uscita” concretamente individuabile;
  • La progettazione formativa: definire il modello di intervento che più si adatta a tradurre in termini di risultati le necessità emerse dall’analisi dei bisogni.

Si tratta quindi di scegliere:

  • il gruppo di formatori e tutor
  • i contenuti
  • la tipologia di linguaggio da usare,
  • le metodologie didattiche (studio di casi, simulazioni, lavori di gruppo, ecc.),
  • i supporti didattici (test, questionari, filmati, brochure, ecc.),
  • gli aspetti logistici e di calendario (dove e quando),
  • le azioni di supporto (alleanze, valori, motivazioni, obiettivi interni personali, di gruppo o sociali, tradizioni).
  • possibili fattori di ostacolo e le azioni preventive.

Gli strumenti utilizzabili sono quelli di analisi organizzativa della ricerca sociologica tradizionale (questionario, intervista) ed inoltre: ricerche bibliografiche, indagini epidemiologiche, incontri di lavoro.

Soggetti coinvolti:

  • committenti (coloro che finanziano, promuovono, richiedono, commissionano l’azione formativa);
  • formatori o responsabili dell’organizzazione dell’azione di formazione (che erogheranno le attività formative);
  • partecipanti (o un loro campione di rappresentanza) che saranno i fruitori dell’azione formativa.

Punti critici

In questa fase i principali aspetti critici, da tenere sotto controllo, sono rappresentati da:

  • processo di analisi superficiale e lacunoso (individuazione di falsi bisogni o apparenti);
  • mancato coinvolgimento di alcuni soggetti (pericolo di conflitti difficili da controllare);
  • negoziazione “di parte” dei bisogni formativi (pericolo di rivendicazioni di chi è stato trascurato, mancanza di obiettivi di risultato comuni e condivisi tra gli attori, presenza di obiettivi impliciti, di parte o in opposizione);
  • confondere un bisogno prevalentemente organizzativo con uno formativo (rischio di intervento inconcludente).

In questa fase è necessario verificare che:

  • siano stati rilevati i bisogni di formazione
  • siano stati individuati i soggetti da cui provengono i bisogni di formazione
  • gli obiettivi di risultato siano esplicitati, raggiungibili e formulati correttamente
  • le azioni siano congruenti con gli obiettivi di risultato
  • il target sia precisamente individuato
  • le risorse siano adeguate (ore, budget, risorse umane, spazi, strumenti, ecc.)
  • sia garantito il coinvolgimento dei partecipanti
  • il progetto preveda un referente di metodo (responsabile della formazione)

2. DURANTE: ATTUAZIONE DELL’INTERVENTO DI FORMAZIONE

Definizione e Finalità

Si tratta in questo ambito di tradurre in pratica il progetto formativo approntando tutti gli aggiustamenti necessari adottando e riadattando i metodi senza perdere di vista gli obiettivi.

Soggetti coinvolti:

  • formatori o responsabili dell’organizzazione dell’azione di formazione
  • partecipanti

Punti critici

Un problema specifico in fase di attuazione può essere rappresentato da eventi imprevisti o modificazioni repentine della situazione in cui avviene l’attività che richiedono quindi flessibilità e una nuova negoziazione dell’attività stessa.

Un ulteriore punto critico è rappresentato inoltre dalla incapacità di “tenuta d’aula” da parte dei docenti che rende vano l’apprendimento dei contenuti trasmessi.

In questa fase è necessario verificare che:

  • il programma didattico sia esplicito, chiaro, sostenibile per chi apprende e per l’organizzazione
  • il metodo scelto risponda ad un’analisi di pertinenza rispetto all’obiettivo educativo
  • le tecniche didattiche previste siano efficaci rispetto al metodo individuato
  • gli strumenti didattici siano appropriati alle tecniche scelte
  • il coordinamento tra il committente, i formatori e i tutor sia efficace

3. DOPO: ATTIVITÀ DI FEED-BACK E VALUTAZIONE DEI RISULTATI

Definizione e Finalità

Questa fase si propone di verificare con opportuni strumenti le attività organizzative del progetto, le attività didattiche e l’apprendimento.

Gli strumenti in questa fase sono rappresentati da questionari, test, griglie di osservazione, registri presenza, riunioni.

Soggetti coinvolti:

  • formatori o responsabili dell’organizzazione dell’azione di formazione
  • partecipanti
  • committenti

Punti critici

Scelta di obiettivi non misurabili.

Strumenti di valutazione impropri o incongruenti con i contenuti e gli obiettivi individuati.

In questa fase è necessario verificare che:

  • la valutazione sia stata programmata sin dalla costruzione degli obiettivi
  • siano esplicitati i criteri di misura e valutazione
  • siano previste indagini valutative a distanza nel tempo
  • sia prevista una valutazione economica dell’esperienza di formazione
  • sia stato previsto il rapporto finale per il committente
  • sia stato previsto un documento finale per i partecipanti

La percezione del rischio psicosociale…Dr. Simonini

Contributo Frascheri sullo Stress l.c.

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