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Questo IVU non lo pagano i lavoratori

Un anno fa abbiamo deciso di partecipare al confronto definendo attraverso la contrattazione aziendale le regole che dovevano governare la sperimentazione del nuovo programma di gestione degli equipaggi.

Gli accordi che sono seguiti alla partenza unilaterale dei primi turni ivu ripristinavano le fasi di confronto sindacale garantendo la piena applicazione delle norme di utilizzazione del personale previste dal CCNL.

Abbiamo evitato così le forzature inaccettabili che si preannunciavano nella gestione delle ferie e dei riposi, ottenendo regole chiare sulla distribuzione equa dei carichi di lavoro ma, soprattutto, abbiamo riconquistato gli spazi necessari alla contrattazione che permetteva il mantenimento delle condizioni di lavoro degli equipaggi. Con l’accordo del 20 maggio concordavamo di estendere i turni individuali anche al Trasporto Regionale, fissando i paletti fondamentali che dovevano governare tale processo.

L’avvio di IVU sui turni nelle regioni Marche, Puglia, Sardegna e Calabria, sommato a quello già in sperimentazione nei segmenti FR e FA ha invece evidenziato tutti i limiti del programma che, evidentemente, non rispetta le promesse di questa dirigenza rispetto a funzionalità e risparmi.

Avevano preannunciato l’ottimizzazione delle risorse nel rispetto degli accordi e del CCNL, invece non si è realizzata nessuna di queste condizioni:

  • il sistema ha prodotto violazioni contrattuali su nastri lavorativi, riposi, picchi di lavoro e tempi accessori;
  • l’accordo del 20 maggio non è stato rispettato né per la garanzia dell’equanimità né per l’assegnazione della disponibilità;
  • la Società ha sempre mancato di consegnare alle OOSS nei tempi e nei modi dovuti gli strumenti necessari alle verifiche;
  • i fabbisogni dichiarati sui turni del pdb contenevano una percentuale di sostituzione assenti molto inferiore a quella prevista dagli accordi in essere, falsando così i dati che dichiaravano risparmi mai realizzati;
  • i turni producevano inaccettabili ricollocazioni della produzione, obbligando il personale a costose trasferte, mai utilizzate in precedenza;
  • il monte ore straordinario utilizzato aumentava ovunque.

Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e ottenuto l’incontro del 2 agosto, dove la Società si impegnava ad evitare nuove sperimentazioni, in attesa di verifiche interne rispetto alle nostre denunce, e calendarizzava un nuovo incontro per il 6 settembre, rinviandolo poi senza nuove convocazioni.

I nuovi turni entrati in vigore l’11 settembre contengono l’inaccettabile provocazione dello spostamento di tutti i riposi di tutti i lavoratori, in violazione delle relative normative contrattuali, senza peraltro garantire la fruizione di un week end/mese, come previsto dall’accordo del 20 maggio 2011.

Questa nuova forzatura, insieme alla mancata soluzione delle problematiche segnalate già il 2 agosto, non può che alzare il livello dello scontro, perciò le Segreterie Nazionali saranno impegnate sin dai prossimi giorni a proporre azioni di protesta dei lavoratori volte a far emergere le incongruenze di un costosissimo sistema che a tutt’oggi non funziona e non produce i risultati di efficientamento preannunciati.

L’unico obiettivo finora realizzato dal sistema è quello dell’esclusione sistematica del Sindacato dai processi del lavoro in generale e del personale addetto ai treni in particolare. Per tali ragioni, in previsione di ulteriori e più incisive iniziative, a tutti i lavoratori interessati si chiede la massima adesione attenendosi scrupolosamente al proprio turno di lavoro, allo scopo di ripristinare con urgenza le regole convenute con l’accordo nazionale del 20 maggio 2011.

Roma, 20 settembre 2011

Le Segreterie Nazionali

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