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Toscana: Trasporto ferroviario merci, programmare oggi per essere pronti per la ripresa dopo la pandemia

In quest’ultimo periodo come Fit-Cisl abbiamo fatto un approfondimento sul trasporto ferroviario merci, sulle eventuali potenzialità di sviluppo e su come generare valore aggiunto al territorio, non solo come occupazione pregiata ma anche per investimenti infrastrutturali. Questo è il momento delle analisi e della programmazione in modo da essere pronti, dopo la pandemia, con idee e progetti chiari per ripartire subito portando lavoro e creando occupazione pregiata.

In quest’ultimo periodo, escludendo il 2020, anno della pandemia sul quale ci torneremo dopo, l’attività ferroviaria nel porto di Livorno ha registrato nel 2019 circa 2.100 treni per un totale di circa 38.000 carri movimentati con un incremento rispetto all’anno precedente di circa il 6,5% (carri movimentati e treni in ingresso e uscita dallo scalo). Il porto di Livorno sta crescendo, questo è anche confermato dal traffico dei container su treno in aumento costante negli ultimi anni, nel 2019 sono stati circa 62.000 con un aumento rispetto al 2018 del 4,7%. Il trasporto merci per treno insomma si è sempre più consolidato dando affidabilità sia in termini di puntualità, ma soprattutto, di sicurezza. Tutto questo naturalmente va di pari passo con gli investimenti infrastrutturali già realizzati, con quelli già finanziati e in via di realizzazione e con quelli programmati.

Dobbiamo infatti evidenziare un impegno finanziario della Regione Toscana, di RFI, del gruppo FS, per gli ingenti investimenti finalizzati alla realizzazione di raccordi ferroviari e direttrici dedicate al trasporto merci per ferrovia. Basti pensare alla realizzazione dello scavalco ferroviario del porto di Livorno, con un investimento di circa 20 milioni della Regione Toscana e di circa 7 milioni di RFI, come alla realizzazione di un ulteriore tratto di binario, lungo circa 1,5 km che scavalcherà la linea ferroviaria tirrenica Pisa-Roma alla stazione di Livorno per un costo di 2,5 milioni di euro. Esempi reali di come i soggetti interessati investano per raggiungere i parametri fissati dalla Comunità Europea, per trasferire su ferro, entro il 2030 il 30% e entro il 2050 il 50% del traffico merci in generale.

Per quanto riguarda il 2020 il traffico merci ha registrato una forte flessione in generale ma continua a rappresentare un sistema di trasporto, specialmente sulle lunghe distanze, sia per la quantità/qualità di merce trasportata, sia per la sicurezza in generale ed in particolare per la facilità dei controlli anche dal punto di vista sanitario, molto apprezzato ed utilizzato soprattutto nel lockdown di primavera sulle lunghe distanze nazionali e sulle tratte internazionali. Non va mai dimenticato che il trasporto ferroviario produce un minimo impatto negativo sull’ambiente rispetto ad altri vettori con motori a combustione.  In questo periodo difficile, dove il trasporto soprattutto dei beni di prima necessità è stato essenziale, il treno ha garantito efficienza e affidabilità, si è rivelato sicuramente, in alcune situazioni, preferibile rispetto ad altri vettori, anche perché, ricordiamolo, può trasportare su alcune direttrici fino a 2.000 tonnellate di peso trainato equivalenti al carico di circa 40 semirimorchi. Quindi anche se con molte difficoltà il treno è fondamentale per il trasporto di beni di prima necessità come il materiale sanitario oppure quello alimentare ed è quindi

fondamentale rilanciare il trasporto merci su ferro anche per lo sviluppo del Paese e della Toscana.

Detto questo la cosa che ci preoccupa è che, rispetto ai risultati positivi degli ultimi anni, le Ferrovie dello stato con la società Merci Italia Rail del gruppo FS ha adottato una politica, fatta di piccoli passi, che vanno nella direzione di rinuncia allo sviluppo, che non mirano ad aggredire il mercato ma invece a depotenziare gli impianti se non addirittura alla loro  dismissione, e a ridurre fortemente l’organico. Infatti negli ultimi 7 anni abbiamo perso circa 500 posti di lavoro (ferrovieri); siamo passati dai circa 660 ferrovieri agli attuali 160 di oggi con una riduzione di circa -76%; numeri che fanno rabbrividire.

A questo punto tenendo conto dei dati sopra esposti e anche degli ingenti investimenti fatti con i soldi pubblici, è necessario porre alcune domande direttamente all’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato:

Qual è la strategia delle FS nel settore delle merci in Toscana rispetto ai dati postivi degli ultimi anni?

Perché la società Merci Italia Rail continua a perdere posti di lavoro, depotenzia gli impianti e non aggredisce il mercato?

Quali sono gli obiettivi e i piani di sviluppo delle FS rispetto agli ingenti investimenti infrastrutturali finanziati in parte dalla Regione Toscana ed in parte da RFI Gruppo FS (soldi pubblici) in Toscana?

Cosa si pensa di fare nel prossimo domani, dopo la pandemia, per sviluppare il territorio toscano, per far crescere l’occupazione e in particolare per il comprensorio area porto Livorno, Piombino ect.?

Come Fit-Cisl crediamo sia essenziale rilanciare il trasporto delle merci per ferrovia e quindi le intenzioni delle FS devono essere chiare ed esplicite verso una inversione di rotta. Riteniamo indispensabile che Merci Italia Rail per prima cosa, rispetto alla potenzialità dei volumi che si potrebbero trasportare, debba predisporre un piano che porti gradualmente all’assunzione di macchinisti e tecnici polifunzionali (almeno 50), per rilanciare e consolidare il trasporto e lo sviluppo sul nostro territorio nonché assicurare futuro agli attuali occupati.

La Regione Toscana e il nuovo Presidente Giani devono incalzare il Gruppo FS per attivare una reale politica di sviluppo e occupazione.

Attivare un tavolo pubblico con le Ferrovie dello Stato su questo tema per un confronto reale a tutto campo e assicurare gli investimenti necessari per una economia sostenibile come la new green economy in tema di rumore, inquinamento e consumi, dove il treno è al centro del trasporto merci.

Firenze 18 novembre 2020

                                                                             La Segreteria Regionale

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