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Le donne della FIT CISL contro il femminicidio

violenza-donneLa definizione di femminicidio, come tutte le definizioni, è inflessibile e categorica: la violenza perpetrata dagli uomini ai danni delle donne in quanto tali, compreso l’omicidio per motivi legati all’identità di genere. Ma come tutte le definizioni sembra zoppicare quando deve render conto dell’enorme varietà della casistica reale.

Possono essere considerati femminicidio le stragi di gelosia per cui si uccidono l’ex moglie, il nuovo compagno, la figlia e il fidanzatino? E il caso della madre uccisa dal figlio violento e con problemi psichici? Persino la rapina finita male di una prostituta o di un’anziana potrebbe nascondere un femminicidio: i rapinatori hanno scelto queste vittime perché donne e quindi bersaglio relativamente facile? E la violenza e l’accanimento su quei corpi sarebbero stati gli stessi se le vittime fossero state uomini? La definizione scricchiola. Soprattutto quando s’indagano menti che, spesso, vista l’efferatezza dei delitti, paiono comunque e sempre folli.

Per questo, dall’inizio dell’anno il fenomeno delle donne uccise con violenza per cui sono indiziati degli uomini. Un lavoro ampio, una banca dati da interrogare e per interrogarsi, per cercare di approfondire un fenomeno che affonda le sue radici culturali in un terreno più ampio, e purtroppo più fertile di quanto si pensi e di quello che anche le definizioni ufficiali possono fornire.

  • 2012 – omicidi = 124 di cui 93 femminicidi e 31 generici;
  • 2013 ( 31 ott.) – omicidi = 130 di cui 86 femminicidi e 44 di genere

“I femminicidi sono in aumento”. “No, sono stabili”. “In Italia si ammazzano meno donne rispetto al resto d’Europa”. “È invece una escalation impressionante”. Eppure è possibile porre un punto fermo sulla questione: smettendola di contare soltanto le donne uccise perché è un esercizio limitante, come sostiene Linda Laura Sabbadini, direttrice del dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’Istat e membro della commissione ONU che ha definito le linee guida a livello mondiale delle indagini statistiche sulla violenza contro le donne. Nel 2006 curò la prima vera ricerca sulla violenza contro le donne in Italia, mostrando una realtà sommersa e feroce: dieci milioni di italiane confessavano di avere subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella stragrande maggioranza dei casi per mano degli uomini di famiglia.

“I femminicidi sono la punta dell’iceberg.” Dobbiamo comprendere tutte le manifestazioni di violenza di genere, fenomeno endemico e gravissimo che accomuna l’Italia al resto del mondo.

Partiamo dai dati che fanno discutere. Sta crescendo la percentuale di donne uccise sul totale degli omicidi perché contemporaneamente diminuisce il numero di omicidi di uomini. Ma ciò non può indurre a sminuire il fenomeno. La situazione è grave, proprio perché il tasso di omicidi di donne non si intacca. D’altro canto non esiste solo la barbarie dei femminicidi, la violenza contro le donne è molto più ampia, c’è tutto un sommerso che non permette di sapere con certezza se la violenza di genere è in crescita o diminuzione.

Il numero di femminicidi è letteralmente inchiodato da anni, mentre il numero degli omicidi degli uomini sugli uomini è crollato negli ultimi 20 anni. È come se stessimo in una situazione di gravità permanente. Quindi il fenomeno è strutturale e quindi è più difficile rimuoverlo. Sì, anche gli uomini vengono comunque uccisi e in misura maggiore delle donne: è vero e non solo in Italia. Ma gli uomini vengono uccisi da altri uomini per motivi differenti, spesso per criminalità organizzata. Le donne, invece, vengono uccise in quanto donne, mogli, fidanzate, ex compagne. Per contro la percentuale di uomini uccisi dalle loro compagne o ex compagne è bassissima. Per questo bisogna parlare di un fenomeno fortemente connotato e strutturale che trae le sue origini dallo squilibrio nei rapporti di genere. Infatti il nucleo della violenza contro le donne è il rapporto di potere all’interno della coppia o della relazione. La violenza viene usata per ristabilire il potere maschile, è espressione del desiderio di controllo, dominio e possesso dell’uomo sulla donna. E man mano che la libertà delle donne aumenta il fenomeno diventa più grave poiché l’asimmetria è ancora più forte. E’ necessario cambiare rotta: non contare soltanto le vittime di femminicidio, ma iniziare a comprendere tutte le manifestazioni di violenza contro le donne e mettere in campo strumenti di prevenzione e contrasto di lungo periodo che agiscano culturalmente, nel profondo, per evitare che queste violenze possano moltiplicarsi e permanere.

Ci sono però degli stereotipi duri a morire sulla violenza di genere. La violenza di genere non è un raptus né la manifestazione di una patologia. Spesso quando le cronache riportano un femminicidio, se opera di italiano si parla di raptus o patologia, se straniero di barbarie culturale, come se ammazzare non fosse comunque una barbarie. Le ricerche sulla violenza di genere ci dicono invece che questa si esprime con una escalation di episodi sempre più gravi, non è quasi mai episodica e spessissimo i suoi autori sono lucidissimi.

Attenzione: queste caratteristiche sono costanti ovunque nel mondo e non soltanto in Italia. Stiamo parlando di un fenomeno strutturale, trasversale, che tocca i Paesi avanzati e i Paesi in via di sviluppo, i ricchi e i poveri, i colti e gli analfabeti: che va intaccato con politiche di ampio respiro. In Italia abbiamo un tasso di omicidi di donne simile alla Svezia e più basso della Russia e della Finlandia.

È anche un problema delle donne? Una ricerca che l’Istat condusse nel 2006 si scoprì che dieci milioni di donne avevano subìto violenza fisica, psicologica o sessuale, nella stragrande maggioranza dei casi per mano di un uomo della famiglia o comunque vicino sentimentalmente. Un numero enorme. Ebbene, il 30% di queste donne disse che non ne aveva mai parlato prima con nessuno e soltanto il 18% considerava quanto accaduto un reato e questo dato è in linea con le statistiche di altri paesi: le donne stentano a riconoscere la violenza del proprio partner. Molte donne sopportano perché sperano nel cambiamento del proprio compagno. Altre perché pensano che sia meglio per i figli avere la figura paterna: e ,invece, proprio le statistiche dicono che i figli che assistono alla violenza nei confronti della propria madre hanno una probabilità molto maggiore di diventare a loro volta mariti violenti da adulti rispetto agli altri.

Ciò accade in ogni luogo a prescindere dalla latitudine. Si tratta della trasmissione intergenerazionale della violenza, cosa terribile.

Le priorità per smorzare la violenza di genere sono:

  1. I centri antiviolenza vanno fortemente sostenuti, sono fondamentali perché intercettano le donne nel momento più difficile.
  2. Occorre investire anche nelle strutture sanitarie, nelle forze dell’ordine, nell’educazione scolastica, nel lavoro ad ampio spettro culturale nell’ottica dell’integrazione, come ci dice la Convenzione di Istanbul.
  3. Bisogna essere coscienti del fenomeno, senza cadere nell’errore di sminuirlo.
  4. Non c’è bisogno di un bilancino per stabilire se siamo di fronte a un problema gravissimo: un Paese democratico non può tollerare che dieci milioni di cittadine siano vittima di violenza, sia essa psicologica, fisica e sessuale. Soprattutto, se consideriamo che un quinto di quelle italiane dice di avere avuto addirittura paura per la propria vita.

L’Italia è un Paese fortemente maschilista? Tutti i Paesi del mondo sono maschilisti, anche l’Italia lo è. Ce lo dicono i dati. Non esiste un luogo dove la violenza di genere sia stata eliminata. Esistono, è vero, Paesi dove il carico di lavoro familiare è distribuito in maniera più equa tra uomini e donne. Ma, ovunque la violenza di genere stenta ad essere compressa o eliminata. La verità è che il mondo non è pronto alla libertà delle donne, le resistenze maschili al cambiamento sono fortissime.

STA ANCHE ALLE DONNE REAGIRE CON FORZA

La Responsabile Regionale del COORDINAMENTO DONNE

Maria SAGLIMBENI

IL 25 NOVEMBRE 2013 INDOSSA ANCHE TU

QUALCOSA DI COLORE ROSSO!!!!!

 

 

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