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Moretti: "Mancano i fondi treni locali a rischio nel 2013"

Secondo l’ad delle Ferrovie, “o si aumento le tariffe o i contributi oppure non si può andare avanti. Possiamo solo interrompere il servizio, ci denuncino pure e poi vediamo cosa succede”. Codacons: “Pensi meno ai Frecciarossa e più ai pendolari”. Passera: “Ci occupiamo abbastanza del settore”

MILANO – Le regioni italiane rischiano di restare senza treni locali nel 2013 per mancanza di fondi. A lanciare l’allarme è l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti nel corso di un convegno all’università Bocconi di Milano. “Nel 2013 – afferma – se non ci saranno soldi a bilancio non faremo il servizio regionale”.

“O si aumentano le tariffe o i contributi oppure non si può andare avanti.Non so cosa farà l’Authority. L’unica cosa che possiamo fare noi è interrompere il servizio, cosa che comporta una denuncia. Ci denuncino pure e poi vediamo cosa succede”, ha detto Moretti. Il contributo pubblico alle Ferrovie per il trasporto pubblico locale è oggi di 1,2 miliardi di euro. Il numero uno delle Ferrovie ha poi spiegato che, per quanto riguarda il servizio regionale, i cosiddetti “ricavi per passeggero/chilometro” in Italia sono di 10,8 centesimi di euro contro i 17,2 centesimi del trasporto su gomma”.

Moretti ha poi citato la Germania, con ricavi per passeggero/chilometro a 20 centesimi e la Francia, i cui ricavi sono di 22 centesimi. Situazione assai diversa è quella inglese, che vede ricavi per passeggero variare da “33 a 42 centesimi chilometro”. In sostanza, ha spiegato l’ad di Fs, in Italia il trasporto su gomma viene riconosciuto al 70% in più rispetto al treno.

Le parole di Moretti hanno suscitato, come era prevedibile, reazioni immediate. Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, cerca di gettare acqua sul fuoco: non c’è da allarmarsi e il problema del trasporto pubblico locale è condiviso. “Ci stiamo occupando tutti – ha detto – più che abbastanza del trasporto pubblico locale”.

Il Codacons ha commentato la dichiarazione del numero uno delle Ferrovie dicendo che se siinteressasse “un po’ di meno dei Frecciarossa e un po’ di più dei treni dei pendolari, troverebbe come finanziare il servizio universale senza bisogno di fare proclami e lanciare la minaccia di lasciare a casa i pendolari, avvertimenti poco consoni per un amministratore, specie se amministra un bene pubblico”.

Duro anche Michele Meta, capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera: “Non spetta all’amministratore delegato di Ferrovie decidere qualità e quantità del servizio: sono le Regioni e lo stesso ministero i soggetti titolari delle decisioni. Ed infine non scherziamo con il fuoco: il diritto alla mobilità di milioni di pendolari va difeso prioritariamente e il Pd è in prima fila”.

FONTE: La Repubblica

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