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RFI: ancora un passo indietro

15Circa un anno fa abbiamo fatto il punto su RFI in Toscana con un documento dal titolo ”LA NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO VARATA NEL 2009 FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI” mettendo in evidenza tutta una serie di criticità che creavano difficoltà nella gestione di tutti i giorni. Infatti il modello di “Direttrice”, adottato dal gruppo dirigente di RFI, molto rigido con uno spartiacque fra le linee regionali e quelle AV e con una struttura di controllo e monitoraggio dei costi operativi, delle spese correnti e dei costi del personale, sganciata dalle varie esigenze territoriali, ha, in qualche modo, rallentato l’operatività e l’efficienza sul territorio, in particolare sulle linee regionali. Il tutto accompagnato da una politica costante, più volte denunciata, di chiusura e abbandono delle stazioni, diventate terra di nessuno, dove, andare a prendere il treno, talune volte, poteva essere anche pericoloso per l’incolumità dei viaggiatori.

Ad ottobre 2012, il gruppo Dirigente Nazionale di RFI mette in campo una nuova organizzazione del lavoro con la quale, purtroppo, senza considerare i suggerimenti del sindacato, si va verso un accomodamento rispetto al modello di “Direttrice”, rimodulando le strutture di Produzione e quelle Commerciali, con la soppressione di alcune figure dirigenziali salvo poi crearne delle altre, con lo spostamento del personale da una struttura ad un’altra e lasciando comunque una struttura trasversale di forte controllo dei costi, sganciata dalle reali esigenze di servizio. Nello stesso tempo viene anche annunciata una riclassificazione delle linee ferroviarie tenendo conto delle tecnologie applicate e del numero di treni che vi passano. Questa tende a concentrare tutti gli sforzi manutentivi e gli investimenti tecnologici nonché il maggior finanziamento, sulle linee Alta Velocità/Alta Capacità. Questa impostazione è stata poi confermata sul contratto di programma 2012/2014 sottoscritto a marzo di quest’anno fra RFI e il Ministero dei Trasporti. Infatti l’impegno maggiore verrà concentrato sulle linee A. Velocità e A. Capacità, quelle della così detta “T” (Torino/Milano/ Venezia e Milano, Bologna, Firenze Roma e Napoli), mantenendo gli standard qualitativi attuali con intervento manutentivo su guasto entro 60’ minuti. Nelle altre realtà si interverrà in maniera decrescente fino a sfiorare il limite consentito rispetto alle linee percorse da n°40 treni giorno con tempi di intervento su guasto entro le 3 ore. Le linee a livello nazionale con queste caratteristiche sono il 75% mentre nella nostra Regione su 1.450 km complessivi le linee percorse fino a 40 treni giorno sono circa il 25%.

Insomma il progetto si caratterizza per un vero e proprio ridimensionamento dell’attività manutentiva e delle strutture collegate, con la creazione di esuberi di personale e la continua desertificazione della rete ferroviaria. Su questo tema dobbiamo aggiungere la grave situazione in cui versano le maggiori stazioni Toscane come per esempio Firenze Smn, Pisa, Pistoia, Grosseto, Livorno, Arezzo, ect., dove ormai fra binari e binari, la sporcizia regna sovrana.

Ci riferiamo alle innumerevoli cartacce, bottiglie di plastica, lattine, fino anche ad escrementi dei bagni dei treni per non parlare delle erbacce, (molto alte e diffuse) sia fra binario e binario, che all’interno dei muretti; tutto ciò segna il degrado indelebile delle nostre stazioni.

Una situazione di estremo allarme, sia per il degrado insopportabile che è sotto gli occhi di tutti, sia perché le modifiche apportate ad ottobre 2012 all’organizzazione del lavoro, presentano ancora molte rigidità e vincoli operativi che non consentono efficienza e tempestività negli interventi; questo, aggiunto ai parametri manutentivi di cui sopra, porta, senza ombra di dubbio, all’aumento del numero dei guasti e al deterioramento della qualità delle linee ferroviarie toscane. Anche sulla sicurezza ci sarebbe da fare un ragionamento, ma basta guardare i dati resi disponibili lo scorso 10 aprile 2013 dall’ANSF, per rendersi conto della necessità di intervenire sulle linee del trasporto regionale. Tutta una serie infinita di progetti che non hanno portato a segnali di sviluppo e miglioramento, nonostante le nostre rimostranze ai tavoli, anche con controproposte e manifestazioni.

Ancora una volta richiamiamo gli Enti Locali e in particolare la Regione a fare squadra, affinché ci sia un intervento prima di tutto per ripulire le stazioni, ristabilendo il decoro sufficiente per i viaggiatori che sono una porta sull’Italia e poi, per contrastare RFI sui piani manutentivi e pretendere lo stesso standard applicato sulle linee AV; questo per dare una risposta di puntualità e qualità del servizio ai nostri pendolari.

Da anni, la Fit/Cisl e tutto il sindacato confederale, sia a livello nazionale che regionale, sta denunciando le politiche del gruppo FS che mira solo all’efficienza dell’AV; dobbiamo ribaltare tale impostazione e rendere dignità ai pendolari.

Come sindacato ci rendiamo disponibili ad elaborare una strategia che renda dignità al trasporto regionale come anche, e lo faremo, a prendere tutte le iniziative necessarie affinché nei prossimi anni siano sviluppate e potenziate le linee “normali”. E’ necessario anche investire nei treni per il trasporto pubblico locale.

Firenze 20 maggio 2013

Segreteria Regionale Toscana

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