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Finalmente riaperta l’agenda negoziale nelle ferrovie [Il punto di Gaetano Riccio]

In questo ultimo periodo l’agenda sindacale sul versante dell’area contrattuale del trasporto ferroviario è fitta di impegni. È ripreso, infatti, il confronto con Federtrasporto per il rinnovo del Ccnl delle attività ferroviarie ed è iniziata una trattativa serrata anche con Trenord per definizione dell’armonizzazione contrattuale.

Il confronto con Federtrasporto

Per quanto riguarda Federtrasporto, il 29 marzo scorso ci è stata consegnata l’ultima proposta relativa al rinnovo del Ccnl delle attività ferroviarie che, rispetto alle precedenti, contiene tutti gli elementi, compresa la parte economica che fino ad ora era stata tenuta fuori dai documenti datoriali e il fatto che la proposta sia completa e che contenga tutti i capitoli fa capire che probabilmente siamo di fronte ad un punto di svolta decisivo e che occorra valutare con attenzione tutti i complessi aspetti legati al rinnovo contrattuale.

Innanzitutto vi è la richiesta di passare dalle 36 alle 38 ore settimanali . Sappiamo bene che il Ccnl delle attività ferroviarie ha già questa previsione, ma nell’aziendale Fs vi sono le 36 ore settimanali e sappiamo bene anche che in buona parte delle imprese ferroviarie concorrenti l’orario settimanale di lavoro è di 38 ore. Quindi non vi sono preclusioni da parte nostra a patto che le ore di lavoro in più vengano pagate e, a questo proposito, la proposta datoriale non ci pare che apprezzi le due ore in maniera congrua.

Sulla parte riguardante le normative di lavoro, vi è la conferma delle sezioni specifiche relative ai vari ambiti quali l’alta velocità, il trasporto regionale e il trasporto merci, anche se abbiamo notato che vi è qualche arretramento, come quello relativo all’introduzione del turno “spezzato” per il personale mobile del trasporto regionale con un impegno di 12 ore nella fascia 4.00-24.00 con due prestazioni lavorative che, sommate, non superino le 9.30 ore di lavoro. Su questo aspetto abbiamo espresso la nostra contrarietà perchè, francamente, non ne capiamo proprio la necessità.

Vi è poi la proposta di una nuova scala classificatoria con un’escursione parametrale 100-192 che prevede una ristrutturazione della retribuzione con

l’inglobamento del salario professionale e la creazione di un superminimo individuale rappresentato dagli “ad personam” relativi alla parte economica non inglobata. Riteniamo che questa proposta di nuova scala classificatoria vada molto migliorata in quanto mancano molte figure professionali specialistiche relative alla direzione lavori, ecc, essa è poi molto penalizzante per la parte relativa ai quadri.

Il capitolo relativo alla retribuzione contiene la proposta di recupero del triennio 2009-2011 con l’una tantum la cui quota ci sembra che sottostimi i livelli di inflazione di questi anni. Anche per il corrente anno, la proposta datoriale prevede l’una tantum a “sanatoria preventiva” e su questo aspetto abbiano già espresso il nostro dissenso in quanto riteniamo che vi debba essere un aumento strutturale sui tabellari dei ferrovieri per il recupero del potere di acquisto.

Ancora: per il premio di risultato relativo agli anni 2010-2011 vi è una proposta al ribasso rispetto a quanto hanno dato i ferrovieri in questi anni in termini di recupero di produttività e che hanno permesso al Gruppo Fs di essere in utile e di mostrare finalmente bilanci in attivo: la cifra indicata, per noi, è insufficiente.

Altra problematica fortemente sentita dalla categoria è quella relativa alla fruizione del pasto ed al valore del ticket: la nuova proposta di legare il diritto al pasto alla prestazione può essere una soluzione che porta chiarezza ed elimina il contenzioso legato ai km e al tempo da impiegare per portarsi al lavoro. Non ci sembra però che l’indicazione della prestazione minima di sei ore sia risolutiva perché lascerebbe fuori alcune tipologie di lavoratori come quelli utilizzati per la preparazione dei canteri notturni o il personale mobile utilizzato in prestazione inferiore a 6 ore con riposo fuori residenza e senza diritto al pasto.

Lo stesso valore del ticket non può essere lasciato inalterato rispetto a quello del 2003: se Federtrasporto guarda ad altri contratti per la normativa di lavoro, lo faccia anche per quello che riguarda il valore del ticket!

Sulla parte inerente il welfare aziendale abbiamo espresso il nostro apprezzamento per la proposta di aumento della quota per il fondo eurofer che passa dall’1% al 3% e che rappresenta un fatto più che positivo per tutta la categoria e soprattutto per i giovani. Anche il capitolo relativo all’assistenza sanitaria integrativa rappresenta una novità positiva con la concreta indicazione degli importi e delle relative prestazioni, anche se le quote ci sembrano ancora un po’ insufficienti.

Poi c’è tutta la parte relativa alle competenze accessorie “storiche” : domenica, notturno, turno, festivo, ecc, su cui non vi è alcun aumento e si resta fermi al 2003. Anche su questi aspetti vanno fatti gli opportuni adeguamenti.

Un altro elemento fondamentale su cui non è stata posta la necessaria attenzione da parte di Federtrasporto nell’elaborazione della propria proposta è quello relativo alla previsione di foresterie legate all’esercizio, specie in presenza di un numero sempre maggiore di lavoratori costretti dalla chiusura di tanti impianti, a

lavorare spesso a decine di chilometri dalla propria abitazione ed impossibilitati a farvi riorno se non per il riposo settimanale.

Confronto in Trenord

Con l’accordo di programma sottoscritto il 15 marzo scorso è ripresa la trattativa per la definizione dell’armonizzazione contrattuale per i lavoratori di Trenord, che si era arenata da tempo, e sono stati stabiliti dei punti fermi per una normativa di lavoro unica per tutto il personale. Nell’accordo è stato ribadito il principio della confluenza dei lavoratori di Trenord nel Contratto della Mobilità assumendo tutti i punti definiti dallo stesso ed è stato convenuto di applicare per tutti gli altri aspetti non disciplinati dal Ccnl della Mobilità, il vigente Ccnl delle attività ferroviarie. Con l’accordo è stata risolta una delle questioni più “spinose” relativa alla classificazione del personale, attraverso la definizione nel transitorio di un sistema di classificazione provvisorio che mette assieme le due realtà rappresentate dai lavoratori rivenienti dal Contratto degli autoferrotranvieri e dal Ccnl delle attività ferroviarie per favorire un’integrazione operativa a livello aziendale fino al rinnovo del Ccnl delle attività ferroviarie, in cui questa scala classificatoria “provvisoria” confluirà. Sul versante dell’orario di lavoro abbiamo convenuto poi di attuare degli opportuni adeguamenti della normativa e dei relativi aspetti economici “accessori” utilizzando quanto previsto dall’accordo interconfederale del 28 giugno 2011.

Abbiamo sempre guardato con grande attenzione all’armonizzazione contrattuale in Trenord e lo abbiamo fatto sempre con coerenza rispetto a quanto proponevamo sul tavolo nazionale di confronto con Federtrasporto, proprio perché per noi in Trenord si deve scrivere la normativa della sezione specifica relativa al trasporto regionale e locale valida per il Ccnl delle attività ferroviarie. Per questo motivo abbiamo evidenziato che le nostre proposte davano e danno ampi margini di recupero di produttività a livello aziendale, sia per quanto riguarda il personale mobile che il personale di terra. Tanto per esser chiari, per il personale di condotta, per esempio, passare da medie di condotta di due ore e mezza a limiti che portano a cinque ore sui servizi “a sega” e a cinque ore e mezza sui servizi regionali fa aumentare più del doppio i livelli di produttività in entrambi i rami della realtà aziendale di Trenord. Come pure l’aumento di due ore settimanali per il personale proveniente da Trenitalia fa aumentare la produttività degli impianti fissi e permette sinergie e recuperi in tutta l’azienda e ciò va tenuto presente, per questi lavoratori, nella parte di premialità prevista nell’accordo.

La trattativa ha vissuto anche momenti di frizione rispetto alla posizione espressa dall’azienda, con il ritiro della nostra delegazione trattante. Alla fine si è riusciti a recuperare un clima costruttivo con il contributo di tutti gli attori presenti al tavolo e il confronto riprenderà nei prossimi giorni.

Auspichiamo che in quella sede le proposte aziendali possano tenere in considerazione tutto il lavoro svolto in quasi un anno di lavoro e che si ripristinino le condizioni per un accordo in tempi brevi.

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