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FS: ecco i temi trattati nel primo incontro con l'AD Mazzoncini

FS-Mazzoncini-750x401Dai lavoratori al nuovo piano industriale, passando per l’integrazione ferro-gomma e il trasporto merci. Il resoconto di Gaetano Riccio, Coordinatore nazionale Fit

Abbiamo avuto il primo incontro con il nuovo Amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, l’ingegner Renato Mazzoncini, al quale ha preso parte anche il nuovo Ad di Trenitalia, dottoressa Barbara Morgante.
Nel corso della riunione, il nuovo Ad ha delineato le linee di indirizzo del nuovo piano d’impresa che dovrebbe essere approvato dal Consiglio di Amministrazione entro i prossimi due mesi e che ricalca quando già indicato sia dal piano presentato da Moretti che da quello del suo successore Elia.

Uno dei punti fondamentali, infatti, è rappresentato dalla volontà di esercitare un ruolo fondamentale nel trasporto pubblico locale attraverso una maggiore integrazione tra il trasporto su ferro e quello su gomma, anche in relazione alla definizione di un nuovo quadro regolatorio.

Altro settore che il nuovo Ad intende rilanciare è quello del trasporto merci, confermando il progetto, già contenuto nel piano precedente, di mettere assieme tutte le società che all’interno del gruppo si occupano di merci e logistica, unificandole in una unica alle dipendenze della holding. Nell’illustrazione fornitaci da Mazzoncini, tale accorpamento determinerebbe un migliaio di esuberi, da ricollocare all’interno del gruppo o da gestire con il ricorso al fondo di sostegno al reddito.

Il polo della logistica e delle merci

L’analisi dettagliata è partita dalla difficile situazione attuale del trasporto merci all’interno del gruppo Fsi, riprendendo in larga parte quanto già presentato nel piano dello scorso mese di giugno dal precedente amministratore delegato. Mazzoncini ha delineato il quadro attuale all’interno del gruppo in cui nel settore delle merci operano dieci società (tra cui Trenitalia Cargo, Tx Logistik, Cemat, Serfer, Fs Logistica, Fs Terminali Italia, Fs Jit Italia, Logistik France Trenitalia, Sgt Società Gestione Terminali) con un fatturato nel 2015 di un miliardo di euro e con circa 5mila addetti. Il risultato netto relativo al 2015 registra una perdita di circa 10 milioni di euro al mese per un complessivo di 120 milioni di euro.

Ovviamente non c’è stata nessuna sorpresa da parte nostra nell’apprendere che l’unico segmento in perdita è rappresentato dalla divisione cargo di Trenitalia, i cui numeri ci erano già noti : il costo unitario per treno/km è di 15,7 euro senza calcolare il pedaggio rispetto a un benchmark nazionale di 11–12 euro a treno/km. Visti anche gli scarsi investimenti fatti negli ultimi anni, in cui il gruppo si è dedicato quasi unicamente all’alta velocità, vi è un’età media dei rotabili che è maggiore di 30 anni e una indisponibilità dei locomotori che arriva a superare il 40%.

L’analisi del mercato del trasporto merci terrestre all’interno dell’Unione europea mostra, dal lato della domanda, una grande crescita con un totale di 2.400 miliardi di tonnellate km/anno e una cifra d’affari di 400 miliardi di euro/anno. Nel nostro paese l’88% dei servizi di trasporto merci per strada ha origine–destinazione nazionale mentre il 50% dei servizi di trasporto ferroviario ha origine–destinazione internazionale. Sul lato dell’offerta va detto che in Europa operano i più grandi player del mondo e nel trasporto su ferro le cinque grandi aziende detengono più del 50% del mercato e sono già presenti sui corridoi transalpini da e per l’Italia.

Il progetto presentato da Mazzoncini prevede che “attraverso un progressivo processo di ristrutturazione, coordinamento, controllo, specializzazione ed integrazione delle diverse società del Gruppo Fs oggi attive sul mercato delle merci e della logistica, si crei un Polo dedicato che consenta al Gruppo Fs di avere un ruolo di rilievo nel mercato europeo, ottenendo risultati che permettano al Polo stesso di autosostenersi sia economicamente che finanziariamente, di ammodernarsi e di svilupparsi progressivamente”.

La strategia si fonda essenzialmente sulla capacità di diventare leader nel trasporto merci ferroviario transalpino da e per l’Italia, mantenendo l’attuale posizione nel nostro Paese. Ciò presuppone di focalizzarsi sui sette corridoi transalpini da e per l’Italia; su due corridoi nazionali e facendo perno sulla pianura padana, collegando i porti di Genova, La Spezia, Livorno e Trieste. Su questo punto è necessario che Fsi riveda la propria strategia perché non possono esser tagliate fuori intere zone della Penisola.

Il piano industriale prevede investimenti pari a 500 milioni di euro nel periodo 2016–2020, in particolare 150 milioni di euro per acquisto di nuove locomotive, 180 milioni di euro per esigenze di manutenzione straordinaria del parco esistente e 170 milioni di euro principalmente per dotazioni terminalistiche.
In ultimo l’Ad è sceso anche nel dettaglio del nuovo reticolo degli impianti e presidi degli equipaggi, per il quale il nuovo piano prevederebbe la riduzione di 20 impianti (quasi il 50%) e di quello dei presidi di terra con la riduzione di 45 impianti (circa il 42 %).

I lavoratori

Sul versante della prestazione lavorativa non vi è nulla di nuovo all’orizzonte in quanto è stata ribadita la richiesta già fatta dal precedente Ad di aumentare le ore di condotta per agente (+13,4 % di Cagr nel periodo di piano) e di prevedere un modulo con agente polivalente fino a una quota del 67%. Sul personale di terra l’incremento dovrà essere dell’8% (+1,4% di Cagr), con una diminuzione del 23% del rapporto indiretti/totale del personale e un aumento del 32 % della produttività delle locomotive.

Nel merito abbiamo chiesto di avere un quadro chiaro dell’effettivo piano di sviluppo e della strategia complessiva del trasporto delle merci, perché, altrimenti, nel modo in cui è stata presentata ci siamo detti contrari, in quanto sarebbe un’operazione di mera riduzione di personale e di revisione della normativa di lavoro.

Abbiamo sottolineato, infatti, che il contratto di lavoro è scaduto da più di un anno e che va avviato il confronto per il suo rinnovo e, soprattutto, che i ferrovieri sono in attesa del premio di risultato relativo agli 2013 e 2014, in quanto hanno contribuito notevolmente all’andamento positivo dei conti del gruppo Fsi.

Sui due punti salienti del nuovo piano industriale, abbiamo affermato che valutiamo positivamente il progetto di Fsi di voler avere un ruolo centrale nel settore della mobilità sia su ferro che su gomma, come pure vediamo con favore l’idea di rilanciare l’attività nel campo della logistica e delle merci con tutto quello che ne consegue in termini di potenziamento dei collegamenti con i porti e del trasporto su ferro. Ma vogliamo condividere la strategia complessiva e, soprattutto, le reali prospettive di sviluppo anche in termini occupazionali per un effettivo rilancio del settore.
Nel corso dell’incontro, abbiamo evidenziato, altresì, la necessità di affrontare con urgenza la questione relativa agli appalti di pulizia e manutenzione, sia perché il settore sta vivendo una fase molto critica, sia perché a fronte delle modifiche intervenute in materia di ammortizzatori sociali occorrono tempestive iniziative per prevenire possibili tensioni

In risposta alle osservazioni della parte sindacale, l’Ad si è impegnato a riconvocare a breve una nuova riunione per approfondire i punti emersi nel corso dell’incontro.

Gaetano Riccio

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