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LA FASE 2, LA PIU’ DIFFICILE PER IL TPL

 

La ripartenza delle attività produttive, “la fase 2”, è senz’altro più complessa e difficile in quanto siamo chiamati, come O.S., anche a ricercare/proporre nuove modalità organizzative e di gestione del servizio nei trasporti ed in particolare del TPL sia gomma che ferro. Fermo restando che i lavoratori non si sono mai fermati ma anzi, fin dall’inizio dell’emergenza hanno fatto sempre il proprio dovere anche nelle condizioni più difficili portando i viaggiatori a destinazione. Oggi, nella “fase 2”, in cui molti viaggiatori torneranno alle loro attività lavorative e prenderanno i mezzi pubblici in maniera sempre maggiore, il sindacato è chiamato a vigilare affinché la salute e la vita, rispetto all’emergenza covid-19, sia messa al primo posto.

Stiamo vivendo questa fase con la voglia in generale di tornare alla normalità, sperando che tutto possa riaprire. Dai media giungono segnali di riaperture generalizzate e da diverse Regioni messaggi di fiducia, salvo poi sentire il Presidente del Consiglio e cadere nello sconforto; le certezze diventano dubbi e i dubbi si trasformano in confusione, con l’impressione che siamo ancora in una situazione precaria, che non permette nessun cambiamento significativo o almeno rispettoso delle aspettative.

Intanto diciamo che per il TPL abbiamo bisogno di indirizzi certi e univoci, che interessino tutto il territorio nazionale salvo qualche piccolo aggiustamento da parte delle Regioni per la loro competenza. Bene quindi che nel DPCM del 26 Aprile 2020 sia stato recepito l’accordo del 20 marzo 2020 sottoscritto da Filt/Cgil Fit/Cisl e UilTrasporti e il Ministro dei Trasporti (sicurezza trasporti allegato n°8) che, diventando legge a tutti gli effetti, segna un primo passo nella direzione della sicurezza. Inoltre, per quanto ci riguarda, positiva anche l’ordinanza del Presidente della Toscana N° 38 del 18/04/20 us, che norma i comportamenti nei luoghi di lavoro, diventando per noi due indirizzi da rispettare ovunque e anche sui mezzi di trasporto.

Queste disposizioni, ci hanno guidato e hanno dato forza alle nostre proposte nella riunione con la Regione e le Aziende che si è tenuta ieri 29 aprile 2020. Purtroppo non è stato possibile raggiungere un accordo condiviso con tutti. Da una parte le aziende, in particolare quelle della gomma, che hanno dimostrato un certo affaticamento e distaccamento dalla situazione, pur dichiarando che, seppur in mancanza di risorse finanziarie, quello che possono fare lo faranno sia per la gestione ordinaria che per poter fare dei minimi investimenti, dall’altra parte la Regione che, pur accogliendo alcune nostre importanti  proposte, si è riservata di assumere delle decisioni rispetto all’aumento del numero dei  passeggeri sugli autobus e all’isolamento e protezione dell’autista. Su questo tema, nella serata di ieri, abbiamo inviato una lettera unitaria al Presidente della Toscana con la quale abbiamo manifestato tutte le nostre preoccupazioni facendo presente che la riapertura al pubblico della porta anteriore dei bus porterebbe ad un minor distanziamento tra l’autista e i passeggeri creando quindi una situazione di minor sicurezza. Abbiamo inoltre fatto presente che le aziende non hanno la possibilità in tempi brevi di fornire agli autisti le mascherine FFP2.

La riunione è finita senza una decisione chiara e senza un indirizzo comune.  Resta comunque certo che, come Fit/Cisl, vigileremo sul rispetto delle norme di legge, sulla sicurezza e sui protocolli di riferimento e, in caso di violazioni da parte delle aziende oppure anche da parte delle Istituzioni Regionali e/o Comunali, oltre a mettere in campo le tradizionali azioni sindacali, valuteremo anche il ricorso alle vie legali.

La salute e la vita prima di tutto, forza ragazzi.

Firenze 30 aprile 2020

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