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Raccolta rifiuti in Toscana, guardare al futuro mettendo al centro il bene comune, i lavoratori e i cittadini

La situazione generale del sistema di raccolta rifiuti domestici in Toscana presenta una situazione frastagliata e non omogenea sul territorio; gli indirizzi predisposti dalla Regione Toscana in quest’ultimi 10 anni non sono stati seguiti alla lettera da tutti i Comuni o perlomeno nel medesimo tempo.

Infatti assistiamo a ritardi nel recepire le indicazioni regionali, sia per interesse delle stesse amministrazioni sia per motivi legati al territorio e alle varie comunità.

Ci riferiamo ad esempio all’indicazione di ridurre le numerose aziende sparse sul territorio andando a creare un’unica azienda per ATO oppure a seguire le indicazioni per accelerare la raccolta differenziata e promuovere l’economia circolare con minore inquinamento e un maggior recupero di materiali.

Mentre nell’Ato Sud (Grosseto, Siena, Arezzo e Val di Cornia) è stata creata la società unica Sei Toscana, e nell’Ato Centro (Pistoia, Prato e Firenze) è stata creata la società Alia, nell’Ato Costa siamo ancora molto indietro. Molti Comuni, anche i più piccoli, fanno fatica a mettersi insieme ed a creare e dare vita ad un’unica azienda peraltro già esistente (Reti Ambiente); preferiscono guadagnare tempo perché nessuno vuole rinunciare ad un po’ della propria sovranità e quindi il ciclo e la raccolta dei rifiuti passa in secondo piano, non è al centro dell’interesse generale.

Altro esempio evidente è la raccolta dei rifiuti in maniera differenziata; tutti si riempiono la bocca affermando che è il sistema migliore, quello meno inquinante, che non mette a rischio l’ambiente, quello accettato e condiviso dalla popolazione. Alla luce dei fatti registriamo un tasso di raccolta a livello regionale del 56%, ma ancora molti Comuni sono indietro come per esempio Pistoia al 39%, Siena al 40%, Massa al 33%, Carrara al 40%, Grosseto al 37%, Arezzo al 40%.

Nessuno degli ATO ha superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, stabilito dalla norma nazionale nel il 2012. Ato Sud 41,9%, Ato Centro 60,6% e Ato Costa 60% Dati Regione Toscana.

Una mappatura molto diversa e particolare, ma che comunque fa registrare una produzione di rifiuti urbani di circa  2,3 milioni di tonnellate, che devono essere organizzati e smaltiti e che oggi la Toscana non è in grado di fare. Si stima infatti che circa 6.000 camion  carichi di spazzatura valichino ogni anno i confini regionali, con elevati costi ambientali (consumo di carburante, inquinamento dell’aria, aumento del rumore etc.)  e per i cittadini, in termini di Tari più salata ed esosa.

Dobbiamo rimboccarci le maniche e subito dare vita in maniera reale alla società Reti Ambiente creando un circolo virtuoso e nello stesso tempo garantire all’attuale personale, che oggi lavora nella miriade di aziende dell’Ato Costa, il passaggio alla nuova società mantenendo il contratto di riferimento dell’ambiente, il salario e le residenze e i diritti acquisiti nel tempo.

Ci sono degli obiettivi da raggiungere in base alle direttive Europee: entro il 2035 il 65% di riciclo e il 10% in discarica; il rimanente 25% sarà di recupero energetico che possiamo indirizzare in un impianto che non inquini, con costi contenuti, che crei posti di lavoro, dentro una filiera produttiva innovativa e amica dell’ambiente. Infatti viene stimato che comunque, pur centrando gli obiettivi di cui sopra, rimarranno all’anno, in Toscana, circa 600mila tonnellate di scarti da rifiuto non riciclabili, che dovranno comunque essere gestiti e smaltiti. Dobbiamo essere chiari, l’economia circolare, che come impostazione condividiamo e portiamo avanti, da sola non è in grado di realizzare rifiuti zero.

Non c’è tempo da perdere, occorre lavorare ad un piano per il futuro, che racchiuda il ciclo dei rifiuti prodotti dalla nostra Regione seguendo le indicazioni Europee (prevenzione, recupero, produzione di energia, smaltimento) sapendo che, per realizzare tutto ciò dobbiamo realizzare degli impianti industriali efficienti ed efficaci. Su questo tema è necessario creare una sorta di cabina di regia a livello regionale e aprire una discussione con tutti i soggetti interessati, Comuni, Province, associazioni ambientali e territoriali, associazioni datoriali, sindacato.

Insieme, senza preconcetti ed ideologie definite, dobbiamo affrontare il tema, anche con l’ausilio di esperti ed impostare un piano per il futuro dove al centro, in primis, sia messa l’autonomia regionale, l’ambiente, il lavoro e l’occupazione sotto un coordinamento della Regione mirando al bene comune per la collettività.

Sentire tutti, fare i necessari sopraluoghi, vagliare tutte le proposte e alla fine decidere e portare a termine quanto stabilito. 

Il sindacato c’è, ed è pronto ad assumersi le proprie responsabilità, guardando al futuro, sia per la creazione anche di nuovi impianti industriali che per creare le condizioni affinché in Toscana vi sia un unico soggetto imprenditoriale efficiente ed efficace, capace di gestire, organizzare e smaltire tutti i rifiuti prodotti.  Il nostro interesse per questo settore è guidato dal fatto che vogliamo mettere al centro il lavoro e la buona occupazione con la garanzia del reddito.

Non siamo interessati a chi guiderà questi processi, né a chi saranno gli amministratori delegati, né a chi sarà eletto nei consigli di amministrazione. Quello che ci guida sono le buone pratiche e la buona gestione per il bene dei lavoratori e dell’ambiente che ci circonda.

Avanti così.

Firenze 15 giugno 2020

                                                                                       La Segreteria Regionale

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