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Sicurezza a bordo dei mezzi pubblici, nulla di fatto.

Il giorno 15 settembre 2017 si è riunita, presso la Prefettura di Firenze, la cabina di regia per la sicurezza a bordo dei mezzi pubblici su ferro e su gomma. L’incontro è stato chiesto congiuntamente dalle OO.SS. FIT-CISL, FILT-CGIL, UILT, UGL, FAST e FAISA dopo l’accoltellamento del conducente di linea a Monteriggioni e dopo il susseguirsi di altri episodi ai danni del personale viaggiante di Trenitalia o delle aziende di TPL su gomma.

Presenti all’incontro, oltre alle OO.SS., numerosi Prefetti del territorio Toscano, un rappresentante della Regione Toscana, la Polizia Ferroviaria e i responsabili delle aziende: RFI, Trenitalia, Ataf, Busitalia, Tiemme, CTT Nord e Gest.

Dopo un primo giro di interventi, nei quali è stato fatto il punto della situazione su quanto messo in campo in tema di sicurezza dalla Polfer, dalla Protezione Aziendale di RFI e dalle varie aziende, soprattutto in conseguenza alle segnalazioni di criticità avute in precedenza e in base all’esperienza fatta nei mesi passati, si è cercato di capire quali tipologie di azioni più strutturali potrebbero essere concretizzate e rese stabili, invece che continuare ad intervenire in modo sporadico ed occasionale. Questo su espressa richiesta delle OO.SS., preoccupate del ripetersi di brutti episodi ai danni del personale, sempre meno preventivabili e sempre meno localizzabili in singole zone o fasce orarie.

Le aziende, da parte loro, hanno elencato una serie di interventi sicuramente positivi, come l’attivazione di videosorveglianza del parco mezzi, la chiusura dei posti guida anche sui mezzi più vecchi, l’acquisto di nuove vetture (sia treni che autobus) all’avanguardia in merito alla sicurezza passiva. Dello stesso avviso la Regione Toscana, la quale ha rinnovato il suo impegno per la destinazione di specifiche risorse dedicate al rinnovo del parco mezzi, evidentemente più sicuri rispetto a quelli di vecchia concezione.

Tutto questo va nella giusta direzione ma NON BASTA.

Le OO.SS., stanche di vedere aggravarsi il fenomeno anche a causa del degrado sociale sempre maggiore, stavano chiedendo qualcosa di diverso a questa cabina di regia. Qualcosa che andasse ad integrare la sicurezza passiva e che diminuisse attivamente il rischio effettivo di aggressione.

Come FIT-CISL non abbiamo nascosto la nostra delusione: avere allo stesso tavolo i soggetti interessati al trasporto pubblico è un’occasione unica per stabilire modi e tempi di azione che valgano per tutti; andare azienda per azienda, oppure andare dagli enti pubblici, significa instaurare rapporti e trattative diverse caso per caso, che si traducono in soluzioni e tempi di intervento diversi e in risorse non facili da reperire. Qui serve urgentemente una stessa linea, magari molto rigida, che obblighi le aziende ad adottare certe contromisure in tempi brevi e che coinvolga la politica a scelte mirate che vadano ad abbattere il numero dei comportamenti sbagliati nei luoghi pubblici. Senza questa opera di coordinamento, ogni singolo intervento rimarrà isolato e limitato alla zona coperta da quel servizio, mentre il problema riguarda l’intero territorio. Quindi ribadiamo l’idea che questo ruolo debba necessariamente essere assunto dalla Prefettura in maniera strutturale e decisa, mettendo in campo dal punto di vista dell’ “ordine pubblico” maggiori accorgimenti e presidio del territorio.  Alla prossima grave aggressione non sarà più possibile non scioperare immediatamente per la salvaguardia del personale e per la sicurezza dei cittadini.

Firenze, 15 settembre 2017

Per la FIT-CISL Toscana: Gianluca Mannucci e David Lombardi

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