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Una parabola discendente nel trasporto FS Regionale Toscana

treni-ferrovia-trasportiIn questi ultimi 3/4 anni nella società Trenitalia, Divisione Trasporto Regionale Toscana, abbiamo assistito ad una escalation di disservizi manutentivi, ritardi/soppressione dei treni, nonostante le nostre denunce, non per ultima quella del 27 dicembre 2012 oppure l’apertura della vertenza unitaria manutenzione rotabili della fine di marzo 2013, che purtroppo non sono servite ad invertire la rotta.

Nel 2011, sono stati soppressi circa 1.800 treni di cui circa la metà, 900, si sono guastati in linea per scarsa manutenzione, nel 2012 le cose non sono andate meglio, ma anzi, abbiamo registrato un aumento dei treni soppressi, circa 1900; di questi circa 1.300 per scarsa manutenzione, senza poi contare tutta una serie di disagi a cui sono stati sottoposti i viaggiatori, come l’impossibilità di usufruire dei bagni, lo scarso funzionamento del condizionamento e del riscaldamento senza poi contare le porte che spesso sono risultate guaste. Nel frattempo, la manutenzione di alcuni treni, invece di farla negli impianti FS, è stata assegnata ad una ditta privata la quale effettua le lavorazioni presso un’ officina delle FS, in un sito messo in sicurezza ed attrezzato a spese di Trenitalia per circa 2 milioni di euro. Questa nuova strategia ha fatto registrare, insieme a tutta un’altra serie di provvedimenti, un netto peggioramento della puntualità complessiva, che nel 2012 si è attestata mediamente intorno all’82% (sotto alla media degli anni scorsi che era del 91%).

Vanno messi in evidenza anche altri aspetti che magari non si vedono dall’esterno, ma che comunque, creano una situazione di disagio ed ingovernabilità del personale, con ricadute sui risultati di cui sopra. Ci riferiamo a tutta una serie di operazioni che il gruppo Dirigente del Trasporto Regionale Toscana ha messo in atto in modo unilaterale attraverso la chiusura di impianti, riorganizzazioni di interi settori, fuori uscita indiscriminata del personale anche attraverso incentivi, alfine di creare incertezza e disagio fra i lavoratori, anche fra il personale mobile, facendo in modo di far risultare fuori dal ciclo produttivo, decine di lavoratori (quadri e altre figure professionali) e con il “ricatto”, se così si può dire, costringerli, a cambiare la qualifica attualmente rivestita, in una inferiore.

Mentre da una parte stava succedendo tutto questo e, lo ripetiamo, dopo decine di denunce e proposte derivanti anche dal nuovo CCNL con aumento della produttività da 36 a 38 ore settimanali nonché da scioperi da parte del sindacato per raddrizzare la qualità e puntualità dei treni, a ben diverso trattamento venivano sottoposti altri lavoratori da parte del Gruppo Dirigente, i quali venivano proiettati in carriere “fulminee” nei settori più svariati e in posizioni di esercizio, anche se, senza esperienza diretta e specifiche professionalità per quei posti.

Insomma dal nostro punto di vista tutta una gestione con risultati non edificanti, che si è riversata sui viaggiatori e che comunque è sotto gli occhi di tutti; se potessimo proiettare un grafico, sarebbe resa bene l’idea di come dal 2009 a oggi la curva è andata a scendere in negativo. Oggi apprendiamo che molto probabilmente si sta pensando, a livello romano, ad una riorganizzazione della struttura del trasporto Regionale Toscana attraverso un ricambio del gruppo dirigente e la questione non ci entusiasma più di tanto anche perché bisogna capire dove si vuole andare a parare.

La prima cosa che bisogna analizzare e dopo smontare, è quella che le ferrovie decidano tutto in casa senza tenere conto del territorio e sopratutto senza tenere conto degli oneri che pagano i cittadini toscani.

La seconda questione riguarda gli obiettivi che si vuole raggiungere come per esempio: continuiamo a gestire in maniera superficiale e precaria aumentando i disservizi in modo da incentivare le gare e mettere in mano alla Regione lo strumento dello spacchettamento del territorio toscano in più lotti, favorendo altri operatori, forse spinti anche da forti forze esterne, che niente hanno a che vedere con il miglioramento dei servizi e con il bene della società Trenitalia.

La terza questione, altrettanto grave, sta nel cambiare il Gruppo Dirigente, magari dandogli anche una promozione e un bel premio di risultato; andare avanti come oggi, senza obiettivi e senza voglia di migliorare, magari con nuovi dirigenti che altro non sono che semplici impiegati senza rapporto con il territorio, né con le istituzioni né con i cittadini, che tutti i giorni prendono il treno, si arriva alla completa resa di Trenitalia.

In questa situazione gravissima, ci sentiamo di fare un appello alla Regione Toscana e al nuovo Assessore ai Trasporti, perché prenda in mano energicamente la situazione; prima cosa intervenire per migliorare il servizio/puntualità e la manutenzione dei rotabili di Trenitalia con tutti gli strumenti possibili, utilizzando anche la legge Bassanini n°422/97 applicata nel 2000 sul decentramento dei poteri legislativi alle Regioni, dopodiché far sentire la propria voce sul gruppo dirigente romano delle FS, richiedendo sì un nuovo gruppo dirigente, ma che abbia a cuore il territorio e i cittadini in grado di raddrizzare la curva negativa con la qualità, sicurezza e puntualità.

Ma la questione che invece riguarda tutti, compresa la scrivente, è quella che non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad un tale disastro e che non possiamo tacere di fronte al fatto che il gruppo dirigente attuale, possa essere premiato e valorizzato in barba a tutti i disservizi creati. Forti anche del fatto che il nostro A.D. del gruppo FS, più volte si è pronunciato per la trasparenza, per la professionalità dei Dirigenti i quali devono avere un comportamento francescano e al servizio del cittadini, non staremo zitti. Non è possibile quindi spendere i soldi dei cittadini italiani per interessi diversi da quelli del bene comune e del Paese.

Qui sta tutta la credibilità e la voglia di cambiare le cose. Anche le ferrovie devono diventare un’azienda normale dove si possa individuare i responsabili e far pagare le conseguenze negative rispetto ai risultati di cui sopra e ai disagi creati ai viaggiatori. E’ ora di cambiare e di fare sul serio, non c’è più tempo da perdere se vogliamo rilanciare Trenitalia, dimostrando ai cittadini, che si può essere efficienti ed efficaci, senza bisogno di dividere in lotti la Toscana.

Firenze 22 aprile 2013

La segreteria Regionale Toscana

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